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Shadows of the Damned: Hella Remastered – Un vero inferno

Recensione

Era il 2011 quando fece la sua comparsa il così definito road movie action-adventure game dall’evocativo titolo Shadows of the Damned: un frenetico titolo indie che a suon di rock ci porta a vestire i panni di Garcia Hotspur nella sua odissea on the road tutta fatta di demoni da prendere a calci nelle chiappe.
Oggi approda su PC console la remaster di questo titolo sviluppato da un team (Grasshopper Manufacture, che hanno collaborato anche Lollipop Chainsaw) di sole tre persone che, anche solo per questo, merita una chance.

Gameplay

La trama del gioco è piuttosto semplice: in Shadows of the Damned: Hella Remastered vestiamo i panni di Garcia Hotspur, un tamarro latinos da competizione: muscoli guizzanti, tatuaggi, linguaggio da B movie anni ’80, QI degno di Duke Nukem e arsenale diabolico con cui fare macelli all’inferno. Ma ha anche dei difetti: tipo essere innamorato di Paula, una sventola in stile Victoria’s Secret che viene giustamente rapita da Fleming, il capo supremo dei demoni che sembra intenzionato a trasformarla nel piatto forte del suo banchetto infernale.

Il nostro non potrà fare altro che armarsi di tutto punto, grazie alla saggia compagnia di Johnson, un demone di cui è rimasta solo la testa e la lingua lunga e che ha la capacità di trasformarsi in quel che serve: arma da fuoco, torcia, motocicletta stile Ghost Rider.
Inizia così una (letterale) discesa all’inferno in cui dovremo abbattere orde di demoni e risolvere tonnellate di puzzle ambientali (odio di f**** puzzle, come dice il protagonista) sempre più pericolosi e letali. Il tutto per farsi strada verso l’epico scontro finale.

Sul gameplay vero e proprio non c’è molto da dire: è la remaster di un gioco del 2011 e si vede. I meccanismi sono semplici ma ben oliati. Raccogli upgrade, potenziati, scova segreti, fatti due risate alle battute infernali del compagno di viaggio e, naturalmente, abbatti tonnellate di avversari.
Se il meccanismo della schivata e del corpo a corpo mostra il fianco ad un’implementazione non proprio brillante, il gunplay è piuttosto soddisfacente: i mostri reagiscono ai nostri colpi sulla base di dove abbiamo centrato le hitbox e far saltare la testa a qualche (povero) diavolo con tanto di fontanella di sangue è sempre un bello spettacolo.

Non manca anche una buona dose di fretta: quando l’oscurità ci avvolgerà dovremo trovare in fretta il modo di ripristinare la luce prima che si esauriscano la barra della vita e i preziosi flaconi di liquore infernale che sbronzare non fa, ma tanta cura ci dà.
Buona parte la fanno gli upgrade, che consentono, una volta raccolte le (rare) gemme rosse, di potenziare salute, attacco, eccetera eccetera. Evidente come, senza di essi, non si faccia molta strada perché anche se non ci sono milioni di combattimenti, la difficoltà va inesorabilmente in crescendo livello dopo livello.

Comparto tecnico

Come detto siamo davanti ad un titolo parecchio vecchio che qui ha subito una pesante rimasterizzazione per traghettarlo nel nuovo decennio, ma che presenta ancora pregi e difetti dei titoli del’epoca. Per certi versi mi ha ricordato, come stile (e legnosità dei movimenti) il bell’Evil West, ma nettamente più grezzo. Intendiamoci: non siamo certo davanti ad un prodotto da buttare, ma è bene sapere con cosa abbiamo a che fare prima di decidere per l’acquisto.

Shadows of the Damned: Hella Remastered si lascia decisamente giocare: è senza troppe pretese e per questo riesce ad intrattenere e divertire. È chiassoso, esagerato, fracassone e frenetico. Davanti a questo siamo disposti a chiudere anche entrambi gli occhi davanti ad elementi che, oggi, non sono più facilmente accettabili, come muri invisibili per bloccare il paesaggio, pallottole che finiscono nel nulla se non sparate contro i mostri e poligoni decisamente evidenti tanto nelle cutscene che nel normale gameplay.
Lo potete notare nello screenshot qui sotto: per quanto le ambientazioni siano sicuramente evocative, non abbiamo certo grandi dettagli nelle texture e nei modelli 3D.

Ricordiamo, in ogni caso, che il gioco è stato sviluppato da sole tre persone e comunque vanta un buon comparto audio e sonoro e un discreto doppiaggio (inglese e giapponese).

Conclusioni

Sesso, sangue, alcool. Demoni, morte, passione. Ammettiamolo: gli ingredienti per un road movie stile anni ’80 ci sono tutti e Shadows of the Damned: Hella Remastered non solo non lo nasconde, ma ne fa bella mostra di sé.
Se vi piacciono i titoli dal gusto retrò alla House of the Dead, qui avrete pane per i vostri denti: personalmente lo consiglio a chi ha voglia di staccare la testa da titoli cerebrali e impegnativi per dedicarsi ad un po’ di sano massacro pulp vintage.

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Nerdando in breve

Shadows of the Damned: Hella Remastered ci mette nei panni di un cacciatore di demoni vintage.

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