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NerDisney #59 – Raya e l’ultimo drago

I miei ricordi

Vado pazza per i draghi di ogni tipo per cui, quando nel 2018 Disney ha annunciato un nuovo film con dentro in qualche modo un drago, sono impazzita! Ho atteso pazientemente fino a marzo del 2021 e, finalmente, purtroppo non al cinema ma su Disney+ sul mio divano, ho potuto vedere Raya e l’ultimo drago. Purtroppo il film ha sofferto il fatto di essere stato rilasciato in un momento storico che conosciamo bene tutti in cui non si poteva uscire e andare al cinema, per cui anche la promozione da noi è stata piuttosto sottotono, ed è un vero peccato, perché secondo me è un bellissimo film (migliore di altri usciti di recente) e avrebbe meritato più successo e più incassi. In America invece, dove la situazione normativa era un pochino diversa, il film ha incassato bene anche nelle sale ed è stato uno dei film più visti in streaming dell’anno, ricevendo anche una nomination agli Oscar.

Ho adorato in particolare il personaggio di Sisu, il drago, soprattutto nella versione originale in cui è doppiata dalla comica Awkwafina, ma anche i nostri doppiatori italiani hanno fatto un lavoro splendido. Brava anche Kellie Marie Tran che interpreta la protagonista Raya, come anche il resto del cast: Gemma Chan, Daniel Dal Kim, Benedict Wong e Sandra Oh.

Il classico più orientale

Raya e l’Ultimo Drago segue le avventure di Raya, una giovane guerriera alla ricerca dell’ultimo drago, Sisu, guidata dalle antiche leggende che il padre le raccontava da piccola. A causa dell’avidità e della paura umana, i terribili mostri chiamati Drunn, che hanno il potere di pietrificare le persone, hanno invaso Kumandra, lasciando in vita solo pochissimi abitanti. Durante anni di ricerche in lungo e in largo attraverso le cinque regioni in cui è diviso il regno di Kumandra, Raya cerca di unire i frammenti di un antico artefatto magico il cui potere potrà salvare il suo regno diviso e sconfiggere i Druun, dovendo nel frattempo vedersela anche con la forte guerriera Namaari che un tempo era sua amica.

Nel corso della sua avventura, Raya si imbatte non solo in Sisu, l’ultimo drago rimasto dopo che centinaia di anni prima i Druun avevano invaso Kumandra per la prima volta, ma anche in altri strani personaggi come il giovane cuoco Boun, la piccola ladra Noi e il guerriero gigante Tong, formando con loro un gruppo eterogeneo e improbabile di alleati, con i quali affronta sfide e impara importanti lezioni sulla fiducia e sull’unità.

Curiosità

Il film è ambientato in un mondo immaginario fantastico, Kumandra, ispirato ai paesi del sud-est asiatico, in particolare a  Thailania, Vietnam, Indonesia, Cambogia, Birmania, Laos e Filippine. I produttori hanno fatto molti viaggi in quelle parti del mondo per assicurarsi di essere il più fedeli possibile nella rappresentazione delle culture asiatiche, consultando molti esperti per evitare di cadere in facili stereotipi. Il fiume che attraversa Kumandra è ispirato al Mekong, che cambia colore per indicare in quale parte del mondo si trova a viaggiare Raya.

Sisu e gli alti draghi sono ispirati dalla figura mitologica del “naga”, un essere che può manifestarsi sia come serpente che come essere umano e che è legato all’elemento acqua.

Il titolo originalmente proposto per Raya e l’ultimo drago era Dragon Empire, molto interessante ma che forse fa troppo venire in mente un videogioco.

Colonna sonora

Raya e l’ultimo drago non è un musical, purtroppo per me che li adoro: sarà stata la mancanza di una hit musicale trascinante (come ad esempio Un sogno splende in me per Wish o Let it go per Frozen) a segnarne lo scarso successo in Europa? O semplicemente è stata l’uscita direttamente in streaming in pieno periodo covid a penalizzarlo? Imho certamente la seconda, dato che a me è piaciuto moltissimo, con o senza canzoni. Le musiche, molto belle, sono state scritte da James Newton Howard, che ha già collaborato altre volte in passato con Disney (per Atlantis e Il pianeta del tesoro).

Come è invecchiato

… poiché Raya e l’ultimo drago è uscito solo 2 anni fa, lascio ai posteri l’ardua sentenza! Le animazioni sono di altissimo livello per cui credo che almeno dal punto di vista tecnico dovranno passare molti anni prima di poterlo definire “vecchio”, mentre i messaggi trasmessi dal film, cioè l’amicizia, la tolleranza e soprattutto l’unione pacifica tra i popoli, dovrebbero essere universali e non invecchiare mai.

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