Durante il Lucca Comics & Games 2023, ho raggiunto Matteo Marino allo stand di Beccogiallo per parlare di Film pop anni ’90, nuovo libro che ha scritto insieme a Simone Stefanini ed Eva Cabras.
Avevo già amato tantissimo il precedente Film pop anni ’80 e sono felicissima di potermi tuffare nella lettura di un nuovo decennio di cinema in compagnia di qusesti autori.
Ecco cosa ci ha raccontato Matteo a proposito del nuovo lavoro, che è disponibile a partire dal 20 ottobre scorso.
Clack: Film pop anni ’80 si è rivelato un grande successo: ve lo aspettavate?
Matteo: No, non ci aspettavamo così tanto affetto da parte dei lettori e delle lettrici ma speravamo che condividere i nostri ricordi di quegli anni uniti all’analisi critica dei film senza peli sulla lingua, ammettendo anche che alcuni ad esempio invecchiavano un po’ male, parlandone in maniera onesta insomma ma allo stesso tempo sottolineando quello che ci avevano lasciato dentro, qualcosa di così forte che ha impattato nell’immaginario collettivo, arrivasse ai lettori. Ecco, forse questa schiettezza ha pagato e ci ha consentito di raggiungere tante persone che si sono un po’ riviste in quelle pagine e che appartengono davvero a tutte le generazioni, non solo chi ha vissuto gli anni Ottanta ma anche quelle persone che magari hanno scoperto gli anni Ottanta tramite Stranger Things o attraverso i film fatti vedere loro dai genitori o dai fratelli. Ebbene, tutti hanno trovato nel libro questo doppio punto di vista: è stato un po’ un viaggio nel tempo per vivere anni che magari non si erano vissuti in prima persona, scoprendo anche che effetto fa vederli attraverso la sensibilità di oggi.
C: Com’è nato Film pop anni ’90? Ti va di raccontarci un po’ la genesi del progetto?
M: Mentre scrivevamo Film pop anni ’80, io e Simone Stefanini abbiamo detto: “certo che sarebbe bello proseguire questo viaggio!” Ci siamo quindi chiesti: “Ma negli anni Novanta ci saranno così tanti film pop?” Bè, appena abbiamo iniziato l’elenco ci sono venuti i brividi, perché ce ne sono addirittura di più! Infatti il volume definitivo è più grande di Film pop anni ’80, ha circa cinquanta pagine in più. Jurassic Park, Titanic, Pulp Fiction, Dracula di Francis Ford Coppola, Jumanji: l’elenco è diventato subito corposo. Ci siamo chiesti se ai lettori sarebbe piaciuta questa formula particolare che abbiamo scelto. Chi ha letto Film pop anni ’80 sa che alla fine, nell’ultima pagina, abbiamo fatto fare a Zeno Colangelo un fumettino con me e Simone vestiti da Ghostbusters che, un po’ come nei titoli di coda di Una pazza giornata di vacanza, ci rivolgiamo direttamente ai lettori dicendo “Il libro è finito, che fate ancora qui? Ci vediamo negli anni Novanta!” In quell’occasione, più che una promessa era un desiderio però è stata presa sul serio perché, davvero, già dal giorno dopo l’uscita del libro, a ogni fiera o via messaggio sui social, alle presentazioni e in ogni occasione tutti mi dicevano: “Bello ma quando esce quello degli anni Novanta?”
Ci abbiamo messo un po’, abbiamo chiamato anche Eva Cabras a collaborare con noi aggiungendo così uno sguardo anche più competente per le tematiche femminili, anche perché negli anni Novanta c’è il girl power che esplode e poi lei è anche bravissima con gli horror: quindi da duo siamo diventati un trio e siamo scesi nel Matrix per fare un viaggio nel tempo. Mentre Film pop anni ’80 rappresentava i ricordi di noi ragazzini, in questo caso siamo alle prese con i ricordi di noi adolescenti e di Eva ragazzina per tentare di coniugare l’affetto di un fan verso questi film visti nel momento della crescita ma unendolo anche alla competenza acquisita come critici cinematografici. Quindi non una critica arida ma un saggio appassionato che prova ad andare in profondità, facendo vedere film che magari possiamo sapere a memoria ma da punti di vista nuovi e diversi. Ad esempio, come in Film pop anni ’80 Stefano Ventura, che è uno psicoterapeuta, ci ha aiutato e ci ha mandato dei profili psicologici dei personaggi e un capitolo featuring su Dracula.
La cosa è andata così bene che abbiamo deciso di allargare ulteriormente il nostro team e, con la supervisione mia, di Eva e di Simone, abbiamo chiesto ad altri cinque guest writer di scrivere del loro film del cuore. Si tratta di Alice Cucchetti, Lorenzo Fantoni, Andrea Fontana, Francesco Mecucci, Lilith Primavera.
Il viaggio di Film pop anni ’90, quindi, è ancora più ricco e movimentato di quello degli anni Ottanta e non ce lo saremmo aspettato. Per quanto riguarda i disegni, Jacopo Starace si è occupata della copertina: il suo lavoro sprizza anni Novanta da tutti i pori e nasconde 19 citazioni che vi sfido a trovare tutte! Delle illustrazioni interne si è occupata Federica Carioli, che ha saputo cogliere lo spirito di ciascun film in maniera unica.
C: Film pop anni ’80 era scritto a quattro mani, questa volta siete invece tre autori principali e addirittura di più in alcune occasioni particolari: è stato complicato coordinarsi nel processo creativo?
M: Complicato no, complesso sì. Ma ci siamo trovati subito in sintonia, ognuno ha delle peculiarità nella scrittura e nell’approccio del film e in un certo senso penso che siamo complementari: in ogni capitolo troverete tre anime, che però dialogano in armonia. Secondo me è proprio con il confronto che delle volte si riesce ad arrivare a un risultato che la scrittura in solitaria non consente. In questo caso lavoravamo su passioni condivise: per questo tipo di saggio, questo modo di scrivere secondo me era davvero l’ideale.
C: Sicuramente te lo avranno già chiesto tutti: ci sarà Film pop anni ’00?
M: (ride) Stavolta siamo stati molto più vaghi e non c’è nessun fumettino finale. Al momento non so dire se ci sarà, però sicuramente se anche Film pop anni ’90 sarà accolto con un’ondata di affetto, faremo un pensierino sul progetto. Sicuramente non è escluso: mai dire mai.
C: Ultima domanda: film pop anni Novanta del cuore? Quello più odiato? E guilty pleasure?
M: Difficile rispondere! Film del cuore, ne ho due: Il silenzio degli innocenti, che guardo per rilassarmi e Titanic, che guardo quando ho voglia di commuovermi. Per quanto riguarda il più odiato, non posso parlare proprio di puro odio. Certo, qualcuno tipo Armageddon non è esattamente la mia tazza di tè. Tuttavia è un film che è rimasto così nell’immaginario e che lascia un messaggio davvero interessante: mi sono divertito tantissimo a scrivere di Armageddon e alla fine, devo ammettere, mi ha davvero preso. E poi, ammettiamolo, come si può non amare Bruce Willis che ti dice “abbiamo vinto noi”? Viene da piangere ogni volta.
Il guilty pleasure è ancora più difficile: parlando di film pop, non trovo colpevole guardare nemmeno i titoli più frivoli. Forse, potrebbero essere i film d’animazione, perché spesso si viene considerati “troppo grandi” per guardargli ancora, eppure film come Aladdin o La Sirenetta sono film che, anche grazie alle colonne sonore fantastiche di Alan Menken, sono tuttora dei capolavori che permettono di tornare bambini. Per questo non posso dire di sentirmi in colpa a guardarli ancora. Nel libro, peraltro, c’è un intero capitolo dedicato all’animazione, a cui abbiamo scelto di dare il titolo coraggioso “Disney ha fatto anche cose buone”.
C: Grazie davvero per questa chiacchierata!
M: Grazie a voi, a presto!