In occasione della 69esima edizione del Taormina Film Fest, i protagonisti di Indiana Jones e il Quadrante del Destino hanno incontrato la stampa per farci conoscere meglio i loro personaggi e la loro esperienza sul set del film. La pellicola, che è stata in parte girata in Sicilia, verrà proiettata il 25 giugno 2023 al Teatro antico per la sua anteprima italiana.
Devo dire che è stato molto emozionante vedere Harrison Ford, che ha lo stesso atteggiamento attento e pacato che caratterizza Indy. Molto sorridente, l’attore ha risposto in modo entusiasta e disponibile, e lasciato molto spazio per le domande anche a Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen, presenti alla conferenza stampa. Ecco le domande e le risposte più interessanti rivolte agli attori.
Come avete lavorato per integrare i personaggi nuovi nella saga e farli funzionare insieme sul set?
Harrison Ford: La sceneggiatura mi è piaciuta molto, era scritta meravigliosamente. Il rapporto tra i personaggi è stato particolarmente elaborato, ma non abbiamo dovuto provare molto. Ci siamo consultati brevemente con il regista, James Mangold, e a un certo punto qualcuno ha detto: ‘Cominciamo a girare!’. I rapporti tra i personaggi erano scritti molto bene.
Mads Mikkelsen: Quando si ha una sceneggiatura ben scritta il lavoro è semplice. E anche il mio compito lo è stato: rendere la vita di Indiana la più miserabile possibile!
Phoebe Waller-Bridge: Il rapporto tra Indy e Helena è complesso, ma a volte, quando ci si confronta con gli altri attori, si arriva ad un punto in cui pensiamo: “Forse non dovremmo parlarci troppo”, perché l’alchimia è già presente in sceneggiatura e bisogna solo fidarsi del regista. Ricordo che sul set seguivamo la sceneggiatura, ma c’era un’energia fantastica e l’abbiamo tutti raccolta e assorbita.
In questo capitolo il ruolo di Indiana è più incentrato sulle emozioni rispetto a prima. Come è stato?
Harrison Ford: Il film risale a quarant’anni fa e il personaggio è molto meno d’azione. È una conseguenza del fatto che sia il nostro ultimo film. Inoltre c’è un rapporto emotivo tra Indy e Helena, la mia figlioccia, è delusa dal suo padrino e io cerco di risanare il loro rapporto.
Nella pellicola, la storia parte nel 1944 e vediamo il giovane Indiana. Attraverso un complicato processo che non saprei spiegare mi è stata ridotta l’età e la mia faccia, nei primi 20 minuti, è come se fosse di un film di 40 anni fa. Ho girato con dei markers sul viso e avendo lavorato per 42 anni con la LucasFilm, hanno potuto saccheggiare la libreria delle mie immagini e attraverso l’Intelligenza Artificiale le hanno elaborate per far combaciare la luce con le mie espressioni “dal vivo”. Un processo complesso e misterioso, ma di grande successo.
Cosa ci vuole per essere un villain in Indiana Jones?
Mads Mikkelsen: Innanzitutto, devi trovare il nazista che è in te e capire il quadro di riferimento del film in cui ti trovi. Cerco di fare in modo che il cattivo diventi eroe del proprio mondo.
Se poteste tenere un oggetto di Indiana Jones tra frusta, cappello e giacca, quale scegliereste?
Harrison Ford: Terrei il cappello.
Phoebe Waller-Bridge: La frusta.
Mads Mikkelsen: Cappello.
Potrebbe esserci uno spin-off con Helena protagonista?
Phoebe Waller-Bridge: Non ho il potere per rispondere a questa domanda, ma Indiana Jones vivrà per sempre nel modo in cui lo ha creato Harrison Ford. Sicuramente, non posso aggiungere nulla a questo.
Dopo aver rivisitato Han Solo, Rick Deckar e Indiana Jones, quale altro personaggio le piacerebbe reinterpretare?
Harrison Ford: Anche un altro qualsiasi! Rivisito i personaggi solo se penso che stiano facendo un film parimenti buono o forse migliore del precedente. Con i film di Indiana Jones, con Steven e George abbiamo sempre avuto l’ambizione di portare qualche aspetto nuovo del personaggio. In questo film introduciamo la mia pensione e questa storia porta tutti e cinque i capitoli a una bella conclusione. Un quasi finale. Non un cliffhanger, che ti lascia appeso come si faceva negli anni ’50. Per quelli che, come noi, hanno lavorato per quarant’anni era il modo giusto di fare. Al pubblico chiediamo l’investimento emotivo di vedere per l’ultima volta Indiana Jones, il nostro lavoro l’abbiamo fatto.
Molti personaggi che ha interpretato sono eroi, ma al di fuori del personaggio, chi è un vero eroe per lei?
Harrison Ford: Io interpreto un archeologo, non un eroe. Non si può interpretare un eroe, se non si indossa un mantello o una tuta. Ammiriamo le persone per quello che fanno. Se parliamo di persone normali che diventano “eroi”, sono quelle che si comportano in modo straordinario in circostanze insolite e agiscono altruisticamente. Non si può interpretare questa cosa. Io ho sempre voluto che il pubblico sentisse il trionfo e le paure del protagonista, vederlo trovare una soluzione. Riguarda tutto il personaggio. Questo è sempre quello che ho voluto.
In questo film c’è un nuovo modo di raccontare il personaggio femminile. Quanto c’è di te nel personaggio?
Phoebe Waller-Bridge: Mi piacerebbe avere più Helena in me, ed è per questo che diventiamo attori. Helena è emozionante perché è coraggiosa, non ha paura e non ha idea di quali possano essere le conseguenze delle sue azioni. Io sono stata affascinata da questo personaggio e forse imparerò un po’ di questo.
Se poteste incontrare un persona del passato chi vorreste incontrare?
Mads Mikkelsen: Ci sono vari periodi storici. Mi piacerebbe sapere come hanno costruito le piramidi, incontrare Gengis Khan e conoscere il suo ufficio stampa.
Phoebe Waller-Bridge: Mi piacerebbe incontrare Cleopatra ed essere una mosca per conoscere la sua vita.
Harrison Ford: Abramo Lincoln, è stato un presidente americano che è riuscito a porre fine alla guerra civile e ci potrebbe dare qualche consiglio perché, al momento, abbiamo anche noi una guerra civile in corso negli Stati Uniti.