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NerDisney #44 – Koda fratello orso

I miei ricordi

Koda fratello orso mi è casualmente capitato per le mani in formato DVD. Non so più se era un allegato separato da una qualche rivista di costume, o se invece fosse un regalo intenzionale ricevuto da qualcuno di cui ho poi rimosso nome e volto. So solo che da un certo punto in poi, la me delle elementari aveva pochi DVD, e che uno di quei pochi era proprio questo qui. Non l’ho guardato molte volte, ma ricordo bene le canzoni, (soprattutto On my way cantata, anche in italiano, da quel poliglotta di Phil Collins). Quello stesso DVD l’ho poi riguardato al secondo anno della prima triennale, in compagnia di un amico speciale che ha saputo incorniciare il film con una vena comico-parodistica tutta nuova, chiave di lettura che prima e dopo quel tempo passato insieme, non gli ho più saputo rimettere. Tuttavia, quella visione condivisa mi ha emotivamente legata a quello che da allora è diventato uno dei miei film Disney preferiti.

Trama

Sitka, Denahi e Kenai, sono tre fratelli di una tribù Inuit. Nel dove e nel quando è ambientata la storia, il passaggio all’età adulta implica un rituale condiviso con i membri della comunità. Il punto centrale del rito è la consegna all’iniziato, da parte della sciamana, del totem che ne accompagnerà la vita. Sitka, il più grande del trio, da sempre accompagna i fratelli come l’aquila che guida che lo rappresenta; Denahi, fratello di mezzo, sta ancora trovando la sua dimensione come lupo della saggezza; quando a Kenai viene consegnato l’orso dell’amore, ha inizio la storia vera e propria. Un viaggio di trasformazione che metaforicamente (e letteralmente) porta il giovane a cambiare punto di vista. Kenai deve affrontare scelte impattanti, confrontarsi con personaggi che verso di lui tengono uno sguardo scettico, scegliere come posizionarsi rispetto a situazioni sfidanti e, soprattutto, trovare il giusto linguaggio per relazionarsi con il piccolo Koda.

Curiosità

Lilo & Stitch è stato fra i primi classici a mostrare una relazione familiare in cui gli equilibri delle responsabilità sono distribuiti tra fratelli e sorelle, senza genitori cui appellarsi. Dopo Lilo e Nani, qui vediamo Sitka verso Denahi e Kenai: originariamente, l’aquila che guida avrebbe dovuto essere un padre; durante la realizzazione del film, è diventato il fratello maggiore.

Stando a quanto riportato su IMDb, la maggior parte dei nomi dei personaggi si riferiscono a posti realmente esistenti in Alaska, stato in cui è ambientato Koda fratello orso. Per esempio, pare che Kenai derivi il suo nome proprio dalla Kenai Peninsula Borough (un distretto amministrativo degli Stati Uniti).

Inoltre, nel film troviamo alcune battute non previste sullo script originale. Infatti Joaquin Phoenix e Jeremy Suarez (doppiatori rispettivamente di Kenai e Koda) si sono ritrovati a improvvisare un botta e risposta, per via di un errore di Phoenix. La correzione improvvisata di Suarez risultò efficace e divertente nella sua spontaneità, convincendo il team a decretare un buona la prima che ha di fatto creato una modifica alla versione prevista.

Colonna sonora

Come vi anticipavo in apertura, anche in Koda fratello orso troviamo la voce di Phil Collins. Che scegliate la versione originale o quella italiana, sarà comunque il suo timbro ad accompagnarvi per buona parte delle canzoni: sono sette in tutto, ma rispetto ad altre pellicole evitano di appesantire eccessivamente la narrazione. Nella versione italiana, in Il mio cammino sentiamo anche la voce di alex Polidori, doppiatore di Koda e necessariamente cantante di un pezzo di brano. Grazie alla colonna sonora, fra il 2003 e il 2004 il film ha vinto diverse nomination a diversi premi, portandosi però a casa solo il BMI Film & TV Award.

Sequel

In Italia nel 2006 usciva Koda fratello orso 2, che io non ho ancora visto ma che ovviamente troviamo su Disney +. Ammetto di aver fatto un grave errore: per scegliere di raccontarvelo, ho deciso di leggerne l’intera trama dettagliata sulla nota Enciclopedia Libera online. Ecco, voi non fatelo e guardatevi il film senza spoiler, che probabilmente è più avvincente e sorprendente del primo. Koda fratello orso getta le basi per un degno seguito che, stando alla trama, si preannuncia una buona stratificazione di quanto iniziato a raccontare. Un seguito che promette di essere non un semplice nuovo capitolo, con gli stessi personaggi, ma proprio la continuazione di una storia che potrebbe dirsi narrata a metà. Peccato (?) non sia mai uscito al cinema, ma direttamente in direct-to-video.

Com’è invecchiato

Al netto del fatto che non ho idea di quanto la cultura Inuit venga stereotipata e quanto invece narrata con un minimo di aderenza al vero, credo che Koda fratello orso sia un film estremamente semplice, anche troppo, forse. La trama è lineare e prevedibile e per quanto mostri delle relazioni e degli snodi interessanti fra Kenai e Denahi, rimane povero di colpi di scena. Vien da chiedersi, quindi, se sia necessario che un film sappia sorprendere per poterlo reputare ben invecchiato. Verosimilmente credo ci sia una corresponsabilità fra chi guarda e ciò che viene guardato: senza un’attitudine incline all’ascolto e alla voglia di lasciarsi prendere per la zampa da un piccolo ma testardissimo Koda, il film rischia di apparire scialbo e privo di specificità. Tuttavia, se ci si concedesse di trascorrere un’ottantina di minuti nella tranquilla prevedibilità di una storia che esplicita apertamente le chiare metafore del passaggio all’età adulta, allora si potrebbe scoprire che dopo tutto, forse, Koda fratello orso non è invecchiato così male.

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