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La Sirenetta – Un meraviglioso sorriso vi aspetta in fondo al mar

La Sirenetta
Dal 24 maggio si torna in fondo al mar con La Sirenetta, uno dei classici Disney più amati di sempre. Grazie a The Walt Disney Company Italia, che distribuisce la rivisitazione in live action nelle sale italiane, mi sono immersa nelle profondità marine dei Caraibi per raccontarvi il mio incontro con Ariel, Flounder, Sebastian e arriccia-spiccia: fate un bel respiro e seguitemi!

Recensione

Sono passati 34 anni dall’uscita del lungometraggio animato e la sirenetta Disney rimane una delle principesse più amate. Nel 1989 andai con mio padre a vedere – devo dire senza grandi aspettative – il nuovo cartone Disney al cinema e rimasi incantata dalle animazioni, dalle scenografie e le musiche de La Sirenetta. Avevo 15 anni e una certa passione passione per il disegno e, anche se le principesse non erano il mio genere, lo trovai un capolavoro.

Che sia per la sua grazia o per le difficoltà che deve affrontare e che supera con la sua determinazione e pochi ma fidati amici, Ariel è e rimane (anche in questo remake) per le spettatrici e gli spettatori un’eroina inossidabile: caparbia, curiosa e convinta che l’istinto la guiderà verso quello che è meglio per lei. Valori importantissimi oggi più che mai per ogni persona, di qualunque cultura o estrazione.

Halle Bailey ha un sorriso e una grazia perfetti per il personaggio ed è per me una scelta azzeccata.

Melissa McCarthy è la Ursula ideale, ammaliatrice e carogna come si conviene, calza a pennello nel suo abito tentacolare per una fantastica versione della Strega del Mare, e finalmente Sebastian ha le inconfondibili sembianze di un granchio, ben doppiato da Mahmood con un esotico accento.

Il premio Oscar Javier Bardem a mio giudizio è un po’ sprecato per un ruolo tutto sommato non di primo piano. Il principe Eric, come nella versione animata, è trascinato nella corrente degli eventi suo malgrado ed è interpretato dal britannico Jonah Hauer-King.

Questa nuova versione in live action è una fedele riproduzione del cartone originale, dalle inquadrature più iconiche ai movimenti dei personaggi: riconoscerete ogni scena anche se non avete visto di recente il cartone originale.

Personalmente, ritengo che in un’epoca in cui l’accettazione del diverso, l’inclusività e l’importanza del nostro rispetto per la natura sono tematiche attualissime, Disney avrebbe potuto dare un taglio più moderno senza doversi troppo distaccare dalla versione originale. E dovendo dirla tutta, per onorare la memoria di animazioni da Oscar (parliamo del 1989), mi sarei aspettata scene in fondo al mar degne di Avatar.

Trama

In questa versione cinematografica siamo nei Caraibi del 1830 (che in realtà sono i mari della nostra Sardegna) e Ariel ha 18 anni circa, pronta a diventare una giovane donna alla scoperta del mondo degli adulti.

Cast e Regia

Nel film diretto da Rob Marshall (regista di Chicago) Ariel è doppiata (per il pubblico italiano) nel parlato da Sara Labidi (la voce di Aria Stark ne Il Trono di Spade) mentre per le canzoni la sua incantevole voce è stata affidata a Yana_C, un’accoppiata che funziona. Simona Patitucci (che nel classico del 1989 era la voce di Ariel) doppia in questo caso Ursula.

Sempre rimanendo in ambito sonoro, ritroviamo le più conosciute canzoni composte dall’Academy Award Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin) per il 28° classico Disney, arricchite da nuovi testi aggiuntivi scritti dal tre volte vincitore del Tony Award Lin-Manuel Miranda (Hamilton, Oceania, Encanto).

Curiosità

Tutti sappiamo che Andersen, nella versione originale della fiaba scritta nel 1837 che ha dato vita alla Sirenetta, scelse per la sua protagonista un destino molto più crudele di quello della protagonista disneyana: dolori atroci nel camminare, un amore non corrisposto e un lieto fine che non arriverà mai, vanificando i suoi sacrifici d’amore che la porteranno a diventare schiuma marina con una punizione infinita per poter avere un’anima e finire in Paradiso.

Quello che forse non tutti sanno è che la Sirenetta contiene in realtà parecchi riferimenti autobiografici dell’autore, condannato a non poter vivere liberamente la propria storia d’amore con l’amico Edvard Collin, che si sposò (con una donna) nel 1836. La perdita della voce della protagonista pare, infatti, rappresenti la sofferenza di uno dei più importanti scrittori danesi, che non si sentì mai libero di manifestare i propri sentimenti, gridandoli al mondo senza sentirsi giudicato.

Evento speciale

In occasione dell’anteprima del film, Disney Italia ha organizzato un incontro con gli addetti stampa per permetterci di conoscere meglio tre delle voci principali della Sirenetta: ecco cosa ne è emerso.

Mahmood, star ormai internazionale ha la mamma sarda d ha passato molta parte della sua infanzia immergendosi nelle acque cristalline in cui la produzione ha poi messo in scena il live action. Ha sempre adorato la Sirenetta e ha trovato una fonte di ispirazione per la sua interpretazione di Sebastian in Alex Baroni per la sua partecipazione in Hercules. Adora naturalmente il saggio granchio che ha doppiato con passione e non ha preso (ancora) in considerazione l’ipotesi di sperimentare la recitazione.

Yana_C era in Angola con la mamma e quando ha saputo di poter far parte del cast è scoppiata in lacrime. È abituata a cantare in lingua inglese piuttosto che in italiano e si è detta a dir poco onorata del progetto.

Inutile dire che per Simona Patitucci è stata una grandissima emozione essere prima la voce di Ariel (anche se già all’epoca aveva superato con successo il casting per entrambe le voci) e poi quella della cattiva più iconica di tutti i mari. Come doppiatrice e insegnante di doppiaggio ha avuto il piacere di chiudere in qualche modo un cerchio, levandosi la soddisfazione di interpretare entrambe.

L’incontro ha sottolineato una volta di più l’entusiasmo che le voci italiane hanno provato lavorando insieme a una produzione così grandiosa.

Trailer

Nerdando in breve

Preparatevi a un’immersione in fondo al mar con il remake in live action del 28° classico Disney.

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