Film & Serie TV

NerDisney #37 – Tarzan

I miei ricordi

Era il 1999, la sottoscritta aveva tre anni compiuti e nelle sale italiane usciva Tarzan, il film di animazione Disney diretto da Kevin Lima e Chris Buck. Sono sicura che l’opera sia uscita sul grande schermo perché la visione di Tarzan coincide con la mia prima volta al cinema!

La ricordo incredibilmente bene: coppia di cugini adulti mi accompagna, senza mamma e papà, in questa sala buia con le poltrone grandi e morbide. Un secchiello di pop corn, una bibita e la prima fila: per i primi dieci minuti sono stata entusiasta per l’ambientazione ma anche spaventata dalla musica (il volume era troppo alto per la piccolissima Penny).

L’emozione durò relativamente poco. Quel giorno infatti detti inizio a una tradizione (o maledizione) che mi avrebbe accompagnata per tutti gli anni a venire: mi addormentai al cinema, perdendo la maggior parte del film. Tarzan l’ho poi recuperato anni dopo, ma più a spizzichi e bocconi che integralmente, limitandomi a memorizzare l’intera colonna sonora dalle piattaforme di streaming musicale che si sono susseguite negli anni.

L’ho quindi riguardato integralmente per parlarvene e devo ammettere che mi sono ritrovata a commuovermi più di quanto credevo avrei fatto. E quindi: com’è invecchiato?

Un paio di osservazioni

Riguardandolo oggi, ho notato un paio di dettagli che avevo completamente rimosso (o direttamente mai visto):

La famiglia poligamica dei gorilla

Guardando Tarzan, ho avuto l’impressione che Kerchak (il primate capobranco) sia il compagno di Kala, la mamma adottiva di Tarzan, ma anche di tutte le altre gorilla del branco, rispettando così le dinamiche sociali previste in natura. Tuttavia, leggendo online, ho scoperto che Tarzan viene considerato come un film in cui proprio questa dinamica sociale non venga rispettata, in quanto Kala è l’unica scimmia con cui parla della prole. Il che però, a parer mio, dipende dalla trama (il figlio che hanno viene ucciso a inizio film) e non dal fatto che lei sia l’unica compagna che ha. Semplicemente, non è necessario enfatizzare questo aspetto e quindi non viene fatto. Se sono in torto e avete le prove, non esitate a farmelo notare.

Tantor, l’altro Tarzan del branco

Tutto il film ruota intorno a Tarzan, cucciolo di uomo a cui un leopardo uccide i genitori e che per questo rimane orfano. Tuttavia, nella prima metà del film, per una serie di ragioni concatenate, l’elefantino ipocondriaco Tantor si ritrova abbandonato dal branco il quale fugge terrorizzato per la presenza di uno strano piranha. Nessuno lo adotta formalmente come invece Kala fa con Tarzan, ma l’elefantino viene comunque inserito a tavolino nel branco dei gorilla, complice l’amicizia con Terk.

Il che, se ci pensate, è abbastanza surreale: Kerchak passa la maggior parte del film a non accettare la presenza di Tarzan all’interno del gruppo, che sembra tollerare solo per gentilezza nei confronti di Kala. Verso Tantor, invece, non viene spesa mezza parola: l’elefante segue le scimmie e questo non è mai motivo di discussione.

Tarzan piange la perdita dei genitori, affronta le fatiche di inclusione e diversità; Tantor, nulla, mai nemmeno un commento nostalgico. Dipenderà dal fatto che a nessuno viene mai in mente di considerare Tantor esplicitamente come un pari, pur trattandolo come se lo fosse? Forse che il problema sia la rivalità del capobranco, che Kerchak non avverte verso un elefante pauroso? Chissà.

Curiosità

Sapevate che Tarzan è tratto da Tarzan delle scimmie, romanzo di Edgar Rice Burroughs pubblicato nel 1914? A sua volta Burroughs pare si ispirò al Libro della giungla di Kipling, che Disney portò in sala nel ’67.

Fra l’altro, il Tarzan di Burroughs non si limita al romanzo ma è il capostipite di un intero ciclo narrativo che conta 24 volumi scritti unicamente da lui, più una serie di altre storie a più mani. Il film di Disney si distacca dal romanzo per numerosi tratti, fra cui il fatto che nella storia di Burroughs, Kerchak muoia per mano di Tarzan stesso. Inoltre, per una serie di peripezie e personaggi che nel film d’animazione non compaiono, Tarzan si ritrova negli Stati Uniti dove chiede la mano di Jane. La donna però, pur amandolo, essendo spaventata dalla spiccata animalità dell’uomo, rifiuta di sposarlo.

Perché proprio negli Stati Uniti? Perché nel romanzo, Jane e suo padre sono statunitensi e non, come nel film, inglesi.

Infine, ma questo forse già lo sapete, verso la metà del film alcuni gorilla (capitanati da Terk) invadono l’accampamento di Jane e padre e iniziano a suonare i materiali antropici in cui si imbattono. Fra questi vi è anche un servizio da tè che riprende fedelmente Mrs. Bric e Chicco, rispettivamente la teiera e la tazzina sbeccata che vediamo ne La bella e la bestia.

Tarzan ft La bella e la Bestia

Colonna sonora

Come vi anticipavo in apertura, pur non ricordando Tarzan, conosco a memoria la maggior parte delle canzoni. Come potrebbe non essere così, visto che dietro c’è la mano di Phil Collins?

La canzone You’ll Be in My Heart vinse anche sia l’Academy Award che il Golden Globe per la miglior canzone originale, oltre che una nomina ai Grammy per la miglior canzone scritta per un media. L’album, invece, vinse il Grammy alla miglior colonna sonora.

Va poi specificata quella che a parer mio è fra le caratteristiche più incredibili: quella di Tarzan fu la prima colonna sonora Disney che venne registrata in più lingue, ma è Collins in persona a cantare le versioni francese, tedesca, italiana e spagnola, denotando la capacità canora e poliglotta del cantautore.

Sequel

Dopo Tarzan, nel 2005 Disney ha prodotto anche Tarzan 2 (altrimenti noto come Tarzan II – La leggenda ha inizio), che fa da prequel al classico del ’99. Prima di questo però, nel 2001, è uscita una serie animata dal titolo La leggenda di Tarzan, la quale dà un seguito alla storia del film. Il finale della serie è un lungometraggio composto da tre episodi in fila, uscito nel 2002 sotto il nome di Tarzan & Jane, esclusivamente in home video.

Com’è invecchiato

Vi dirò, a riguardarlo oggi mi è piaciuto molto. È una bella storia sull’inclusione, che non edulcora ma anzi si mostra a tratti spietata verso la dimensione dell’emarginazione del diverso. La relazione fra Tarzan e Kerchak è complessa e pur mostrandosi in maniera semplice, riesce a mantenere quella tensione necessaria  a non banalizzare la storia. Purtroppo riguardandolo mi sono un po’ annoiata, soprattutto sulla seconda parte, complice il fatto che già conoscevo la storia e che non avevo molta voglia di guardarla. Questo, però, è un problema mio: il film in sé è molto valido e credo sia ancora molto attuale.

Live Action

Nel 2016 è uscito The legend of Tarzan, film diretto da David Yates nel cui cast troviamo Samuel Jackson, Margot Robbie, Djimon Hounsou e Christoph Waltz. Va detto però che la pellicola in questione non è propriamente un live action, in quanto si rifà al romanzo e non al film d’animazione e, come detto, i due prodotti differiscono di un bel po’.

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