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Forspoken – Un open world a metà

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Forspoken, conosciuto all’inizio del suo annuncio come “Project Athia“, è uno di quei titoli che ha contribuito non poco all’hype degli utenti PlayStation 5 (e PC), pronti a godersi un grande gioco targato Square Enix, figlio dello stesso studio (Luminous) che ha creato l’innovativo (sebbene un po’ controverso) Final Fantasy XV, il primo FF open world della saga. Eppure, una volta fatto partire il gioco nella mia PS5, il mio hype è venuto meno. Perché? Scopriamolo assieme.

Recensione

Frey (no, il biondo ex portiere della Fiorentina non c’entra niente, ndr) è una ragazza dal talento grezzo, abbandonata in fasce davanti all’Holland Tunnel di New York, che cerca di sbarcare il lunario per mettere da parte la cifra necessaria per abbandonare la città e iniziare una nuova vita. Tuttavia si ritrova sempre nei guai (in maniera più o meno dipendente dalla sua volontà) e, nelle prime fasi del gioco, la troviamo veramente in seria difficoltà. Quando tutto sembra essere perduto, ecco che l’incontro con uno strano bracciale la catapulta in un mondo fantastico – Athia, appunto – degno del miglior Isekai degli anni ’10.

Capirete bene come la nostra Frey, una volta giunta in questo mondo popolato da strane creature e permeato di una magia a lei sconosciuta, dovrà darsi da fare e riuscire a vivere appieno la sua storia, supportata da Cuff (manetta, ndr), nome che dà al bracciale di cui vi parlavo prima… che è senziente! Frey e Cuff vivranno le loro avventure in Athia, diventando sempre più potenti e… mi fermo qui perché non voglio rovinarvi la storia!

Gameplay

Forspoken è un action GDR, e si sente tantissimo che, nonostante l’ambientazione molto “occidentale”, è un gioco giapponese, sia per l’approccio che per quello che vedrete a schermo. Controlleremo Frey in terza persona, e il nucleo del gioco è dato dai combattimenti che potrete affrontare nella mappa open world di Athia. Nulla di particolarmente nuovo, e oggi come oggi gli open world sono sempre apprezzati. Il problema è legato alle dimensioni relativamente contenute dell’open world e al fatto che la gestione dei poteri di Frey ha una curva un po’ irregolare che lascia le cose più interessanti relegate alle ultime fasi di gioco.

Andiamo infatti a vedere come funziona il combattimento, la parte probabilmente più interessante di Forspoken. Frey non usa armi ma usa solo la magia – e questo è un elemento effettivamente innovativo – e ne ha due tipi: uno rapido, ascrivibile proprio a un’arma che spara a ripetizione, e una più lenta, di supporto, che genera effetti ad area che possono influenzare più nemici con risultati diversi, quali il rallentamento, colpi derivanti da elementi extra, e così via. C’è anche una discreta variabilità data dal fatto che Frey ha a disposizione tutti e quattro gli elementi, ed è grazie a questi che il combattimento può essere ben differenziato. Possiamo selezionare le nostre magie in due modi: tenendo premuto uno dei dorsali faremo rallentare il tempo e potremo scegliere un nuovo potere, oppure coi tasti direzionali attiveremo scorciatoie che ci faranno cambiare anche elemento, dando vita a combo decisamente importanti.

La magia di Frey non è solo offensiva: abbiamo infatti anche il “Parkour magico“, che ci permetterà di usare la nostra magia per scalare edifici, montagne, superare ostacoli e soprattutto schivare gli attacchi dei nemici. Molto ben realizzato a livello grafico (veramente belle le scie dorate che lasceremo alle nostre spalle), il parkour funziona anche abbastanza bene dal lato del gameplay, forse un po’ confusionario durante il combattimento, complice anche un lock system un po’ incostante e la sensazione di non riuscire ad essere sempre ben focalizzati sui nemici; considerate anche che il sistema di puntamento non è quello di un vero TPS ma è un ibrido. Questo significherà sparare le magie un po’ a caso in alcuni momenti, cosa che per fortuna viene bilanciata dalla potenza e dall’area delle magie, che spesso vi tireranno fuori d’impaccio… quasi per caso.

Infine, sulla mappa troveremo le classiche mille quest secondarie che ci chiederanno di base di affrontare degli altri combattimenti per risolvere alcune situazioni, prendere potenziamenti e così via. Anche qui, nulla di tremendamente innovativo; la quest principale è in realtà molto breve e vi ritroverete quasi a finire il gioco senza aver esplorato tutto, e dovrete quindi affidarvi all’endgame per completare l’esplorazione. Spero vivamente in qualche DLC che possa dare un po’ di motivazione extra a riprendere l’esplorazione!

Audio e Video

Forse, per me, è sul comparto tecnico che Forspoken ha deluso maggiormente. Sì, perché mi aspettavo un qualcosa che mi lasciasse a bocca aperta sin dai primi istanti di gioco, e invece l’inizio a New York mi ha ricordato più uno Yakuza spoglio che non una produzione PS5. Va bene, direte voi, ma quando arriviamo su Athia? Sì, ok, bello, però mi è sembrato veramente poco vivo, poco vibrante, un po’ spoglio: ripeto, non ciò che mi aspetterei da una delle “esclusive” next-gen del 2023. Se penso che giochi come Horizon Forbidden West e God of War: Ragnarok hanno anche la versione “old-gen” e sono veramente una spanna sopra questo titolo… capirete perché sono deluso. Anche i modelli dei personaggi non mi hanno fatto impazzire, mi sembra veramente un passo indietro rispetto a ciò che abbiamo visto recentemente. Perché?

Versante audio, nulla da dichiarare; per una maggiore immersività vi consiglio il doppiaggio inglese, più adatto rispetto a quello giapponese. Una piccola pecca tecnica è data dalla possibilità di saltare i dialoghi che però fa interrompere per un istante tutto l’audio: perché?

Concludendo

Forspoken non è un completo flop, non fraintendetemi, le parti di esplorazione e combattimento sono ben fatte e divertenti, e un gioco dove la protagonista usa solo magia è veramente interessante e innovativo. E allora cos’è che non funziona? Non funziona il fatto che il gioco manca di mordente, e ha carenze sia dal punto di vista della storia, piena di buchi e dallo svolgimento troppo “rapido”, sia dal lato del gameplay che alla fine è ripetitivo e non riesce a dare una vera variabilità alle azioni di Frey.

Inoltre, e questo sarà un discorso forse personale, sono veramente deluso dal comparto tecnico che non mi riesce a soddisfare per quelle che sono le premesse.

Detto ciò, Forspoken è un gioco che comunque suggerirei di provare; forse non un must-have, forse non a prezzo pieno, ma è comunque interessante e può divertire nonostante i limiti.

Nerdando in Breve

In Forspoken impersoneremo Frey, ragazza di New York che si trova catapultata nel magico mondo di Athia: sarà lei a risollevare le sorti del mondo in difficoltà?

Trailer

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