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NerDisney #25 – Taron e la pentola magica

La svolta dark di casa Disney

Ci sono film che nascono sotto una cattiva stella e, non importa quanto impegno possano metterci, resteranno sempre in ombra. È il caso di Taron e la pentola magica, 25° classico Disney, uscito nel 1985 e sprofondato subito nella parte oscura della storia, quella dei film rapidamente dimenticati e mai del tutto apprezzati.

Taron e la pentola magica (The Black Cauldron in lingua originale) era tratto dalla serie di libri fantasy di Lloyd Alexander, Le cronache di Prydain, ed è tristemente noto come il classico Disney dal minor successo e di critica e di pubblico in assoluto.

I miei ricordi

Essendo nata nel 1987, appena due anni dopo l’uscita nei cinema di Taron e la pentola magica, il film ha fatto parte integrante della mia infanzia disneyana e sono sicura di averlo guardato più di una volta (avevo anche il libro). Ciononostante ammetto che ne conservavo ricordi veramente vaghi, ricordavo solo a grandi linee la trama generale e l’aspetto di alcuni dei protagonisti.

Taron e la pentola magica era un fantasy classico, che aveva all’epoca incontrato il mio gusto di appassionata del genere in erba ma che, col passare del tempo, ha lasciato spazio ad altro e non è riuscito ad imporsi tra i film dell’infanzia che mi avrebbero accompagnata con visioni e rivisioni per tutta la vita.
Tuttavia, alla fine è stato un bene: riguardarlo oggi con occhi praticamente nuovi mi ha permesso di apprezzarne i punti di forza e riconoscerne i limiti, senza pregiudizi dovuti alla nostalgia.

Curiosità

Taron e la pentola magica rappresenta la -sfortunata- svolta dark tentata da Disney per i suoi classici. Anche guardato oggi, infatti, il film punta sul realismo e sui toni cupi e sembra lontano anni luce dai lustrini in stile musical e dai buoni sentimenti che caratterizzano l’immaginario disneyano ai nostri occhi.

Questa scelta stilistica è sicuramente alla base della cattiva accoglienza riservata da pubblico e critica a Taron e la pentola magica ma sicuramente non è l’unica. La contemporanea ascesa della casa di produzione di Don Bluth (ex animatore Disney, ne avevamo parlato qui) ha sicuramente contribuito al flop del film ma anche una storia confusa e una produzione travagliata hanno giocato contro le possibilità del 25° classico Disney.

La produzione di Taron e la pentola magica, infatti, era iniziata ben 12 anni prima, nel 1973 ed era stata notevolmente proiettata al futuro: è qui che troviamo, infatti, la prima applicazione della CGI in un film di animazione, utilizzata per alcune animazioni. I primi test per il pubblico, tuttavia, evidenziavano come il film risultasse troppo “horror” per il pubblico cui era destinato. Guardando il film con occhi di oggi, la definizione di horror appare decisamente esagerata ma è innegabile come Taron e la pentola magica presenti contenuti macabri e atmosfere cupe e tetre, che sicuramente non assoceremmo ad una pellicola animata di casa Disney. Se lo stile generale del film vi ricorda un po’ quello del celebre regista Tim Burton, non siete lontani dalla verità: un giovane Burton, infatti, aveva lavorato come art director proprio a questo classico (ma anche a Red e Toby – Nemiciamici).

Le prime reazioni ai test di proiezione, comunque, avevano evidenziato una grande problematica: Taron e la pentola magica rischiava seriamente di uscire con il divieto ai minori di 10 anni (all’epoca il rating pg-13 non esisteva ancora).
Se i bambini non fossero potuti andare al cinema a vedere il film, per Disney sarebbe stato un danno incalcolabile, perciò si procedette al taglio sistematico della pellicola, eliminando le scene più cruente per un totale di ben 12 minuti. Nonostante questo tentativo, come sappiamo, Taron e la pentola magica è stato giudicato negativamente, trascinando con sé la Disney ai minimi storici per quanto riguarda gli incassi.

Com’è invecchiato

Ho riguardato Taron e la pentola magica con mente priva di pregiudizi, conservandone solamente un ricordo molto vago e, devo ammetterlo, mi ha coinvolto più di quanto mi sarei aspettata. Sicuramente ci troviamo di fronte ad un Disney atipico, privo di canzoni, dai colori scuri e con immagini a tratti decisamente macabre ma questo non è necessariamente un lato negativo.
Gli appassionati di fantasy vecchio stampo non resteranno certo delusi, così come tutti coloro che odiano quando i personaggi iniziano a ballare e cantare senza un motivo preciso.

Per uno spettatore di oggi, comunque, Taron e la pentola magica può risultare una visione interessante, diversa dal solito e avvincente. Sicuramente non merita l’oblio cui la storia l’ha relegato. Anche perché, diciamocelo, la Disney ha fatto decisamente di peggio…

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