Ovvero: “benvenuti a Las Vegas”. Una Vegas più caciarona che mai, a dirla tutta.
Recensione
Saints Row è il reboot dell’omonima serie targato Deep Silver e Volition, un titolo open world votato al fare quanti più danni ambientali possibili, senza mai prendersi troppo sul serio né tantomeno strizzando l’occhio al realismo.
Sì, perché in Saints Row andremo a ridefinire i concetti di “buttarla in caciara” e “tamarro”, con esplosioni, sparatorie, inseguimenti in auto e moto e qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente.
Proiettato direttamente nel nuovo millennio, Saints Row ci mette a disposizione un’infinità di attività diverse, dalla scorta armata, alla rapina, all’hater di professione: possiamo scrivere pessime recensioni per gli avversari del nostro committente e poi falciarne a mitragliate gli scagnozzi che non hanno grande capacità di accettazione delle critiche.
Non mancano citazioni eccellenti, come quando riceveremo l’incarico di trovare e rimuovere da un campeggio nel deserto una roulotte adibita a fabbrica di metanfetamine. Non so se vi ricorda qualcosa.
Il nostro viaggio inizia durante il primo giorno di lavoro presso le Marshall Defense Industries, un’associazione paramilitare con incarichi ad alto rischio. Non voglio spoilerarvi nulla, ma vi assicuro che non passerà molto prima di essere già al centro dell’azione più fracassona che mai.
Da lì ci porteremo entro i confini della città di Santo Ileso, una città enorme dalle mille facce diverse: il centro ricco di casino, luci e colori; la periferia povera a ridosso del polveroso deserto. Ogni quartiere si mostrerà sulla mappa con icone che evidenziano le possibili attività da svolgere, a contorno della quest principale che può essere affrontata anche in coop con un amico.
Scopo finale del viaggio? Beh, in sintesi diventare dei maghi del crimine con l’aiuto della nostra squadra di disperati, criminali, squattrinati coinquilini.
Comparto tecnico
Saints Row è un gioco a due facce: sicuramente non pretendo troppo dal punto di vista tecnico, perché si concentra sul gameplay, rendendolo agile, rapido da imparare, propenso all’azione frenetica senza troppo pensiero.
Proprio questo è il suo pregio: decine di attività a portata di telefono, il nostro hub di gioco con cui gestiremo la progressione del personaggio e delle missioni, e totale libertà di svolgerle nell’ordine preferito.
Personalmente ho fatto alcune missioni della quest principale e poi ho iniziato a girovagare per la città, svolgendo piccoli compiti che assicurassero un po’ di esperienza e di denaro: grazie a quello infatti possiamo non solo personalizzare il personaggio (comprando centinaia di capi di abbigliamento), ma sbloccare slot per i perk che invece si acquisiscono superando le diverse sfide. Ce n’è per tutti i gusti: dal guidare contromano al rubare camion portavalori, al fare capriole all’indietro saltando con la moto.
Santo Ileso offre davvero molte possibilità, sia nella tipologia di attività che nell’approccio alle missioni: ho trovato molto divertenti le “finisher” in corpo a corpo, attivabili con la semplice pressione di un tasto e che danno vita ad animazioni cinematografiche tutte votate alla terminazione del nostro avversario.
L’elemento più ispirato è tuttavia la quest principale, con missioni esagerate che sembrano uscite dai film action dei tempi andati (ho assaltato un convoglio saltando di auto in auto sui rispettivi tettucci), dialoghi talmente volgari da essere esilaranti, e situazioni che sfidano le leggi della fisica.
Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che non sempre la qualità tecnica si mostra all’altezza delle console currgen: effetto popup nei paesaggi marcato, texture poco ispirate anche nei punti più panoramici, compenetrazioni dei poligoni che sembrano uscite da giochi di 20 anni fa. Insomma, Saints Row si lascia certamente giocare e se avete voglia di staccare il cervello per un po’ può fare al caso vostro. Non aspettatevi però un capolavoro della tecnica.
La pecca più grande, a mio avviso, è una totale assenza di novità. Per questa ragione forse Saints Row è più adatti a neofiti del franchise (o del genere) più che a veterani, che potrebbero avere una sgradevole sensazione di minestra riscaldata per tutta la durata del gioco.
Conclusioni
Saints Row mi ha divertito, nonostante presti il fianco ad alcune pecche tecniche. Sicuramente strizza l’occhio ad altri titoli illustri, e sebbene non arrivi allo stesso livello di profondità e cura tecnica, non per questo non merita di essere giocato.
Ideale per passare alcune ore sopra le righe.
Nerdando in breve
Saints Row è l’open world fracassone ed esagerato che ci fa diventare veri criminali.
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