I miei ricordi
Tappa numero 23 per il nostro viaggio tra i classici Disney: il 1977 ci regala Le avventure di Bianca e Bernie. Probabilmente non tra i titoli più famosi e amati nel panorama dei lungometraggi disneyani, ma fondamentale per preparare quella che viene ricordata come l’epoca del “Rinascimento Disney”, costellato dalle pellicole tuttora più amate di sempre e considerato il punto più alto dell’animazione della casa del topo.
Ispirato ai libri di Margery Sharp, in particolare a Miss Bianca al Castello Nero e a Le avventure di Bianca e Bernie, sarà il primo classico Disney ad avere un sequel ufficiale: Bianca e Bernie nella terra dei canguri uscirà nel 1990 e sarà considerato da molti addirittura superiore all’originale. Ma ne riparleremo tra qualche puntata.
Nonostante sia arrivato al cinema ben 10 anni prima della mia nascita, Le avventure di Bianca e Bernie ha fatto parte integrante della collezione di VHS Disney che hanno accompagnato la mia infanzia. Da bambina sono sicura di averlo guardato diverse volte ma, nonostante questo, devo confessare di averne ricordi piuttosto vaghi: sicuramente non era tra i miei preferiti e per questo mi era rimasto meno impresso di altri titoli. Questo però mi ha permesso di riguardarlo oggi con occhi stupiti e rapiti, il che non è affatto male.
Trama
A New York si riunisce la Società Internazionale di Salvataggio, un’organizzazione di volenterosi topini provenienti da tutto il mondo che si prodiga per aiutare chiunque sia in difficoltà e abbia bisogno d’aiuto. Quando la società intercetta un messaggio in bottiglia inviato dall’orfanella rapita Penny, è la giovane topina ungherese Miss Bianca a proporsi per correre in suo aiuto. Nonostante siano molti a proporsi per aiutarla, Bianca sceglie il goffo e insicuro usciere Bernie come partner per la missione e i due partono alla ricerca di indizi per salvare Penny.
Scopriranno così che la bambina è stata rapita dalla perfida Madame Medusa e viene tenuta prigioniera in una palude, con il compito di scovare per la sua carceriera il preziosissimo Occhio del Diavolo, un diamante perduto dall’inestimabile valore. L’impresa sembra colossale per due topini, eppure Bianca e Bernie non si perderanno d’animo e faranno di tutto per salvare la piccola e dolce Penny dal suo crudele destino.
Curiosità
Un’idea per un lungometraggio animato Disney tratto da Le avventure di Bianca e Bernie esisteva in realtà fin dal 1962: all’epoca i due topini avrebbero dovuto salvare un orso bianco prigioniero di uno zoo. Il progetto fu rapidamente scartato ma ripreso poi negli anni Settanta per essere sviluppato su larga scala, entrando così di diritto tra i Classici.
Curiosamente, l’antagonista principale avrebbe dovuto essere nientemeno che Crudelia DeMon, già villain del classico La carica dei 101. Questo però avrebbe reso di fatto Le avventure di Bianca e Bernie un sequel e all’epoca non veniva considerata conveniente l’idea di produrne. La cattiva del film divenne così Madame Medusa, modellata sulle fattezze dell’ex moglie dell’animatore Milt Kahl. Non sappiamo quanto l’ispiratrice possa esserne stata felice ma, da spettatrice, apprezzo molto la scelta: non ce l’avrei vista Crudelia ad abbandonare di punto in bianco la sua passione per le pellicce maculate per lanciarsi nella caccia ai diamanti.
E, a proposito di animatori, Le avventure di Bianca e Bernie è il primo classico animato Disney in cui a ricoprire il ruolo di direttore dell’animazione è Don Bluth, colui che negli anni a venire, dopo aver abbandonato gli Studios, si dimostrerà il più efficace e temibile concorrente delle pellicole Disney. Per la pellicola il team di animatori abbandona i contorni neri fino ad allora utilizzati per i più eleganti tratti grigi.
Le avventure di Bianca e Bernie al botteghino si dimostrò il maggior incasso Disney fino ad allora ma con la seconda uscita in home video, nel 1999, non mancarono le polemiche e le VHS inizialmente distribuite vennero ritirate. Il motivo: in due fotogrammi del volo di Bianca e Bernie sul dorso dell’albatros Orville appariva una donna in topless. Al cinema era stato impossibile notarla, a causa della velocità a cui scorrono le immagini, ma con la funzione “pausa” delle VHS risultava ben visibile. Un portavoce della Disney, in quell’occasione, dichiarò che le immagini erano state aggiunte in post-produzione, pur non menzionando cosa rappresentassero né il nome di chi le avesse inserite.
Com’è invecchiato
Lo dicevo all’inizio: ricordavo davvero molto poco di Le avventure di Bianca e Bernie. Per questo ho voluto concedermi un rewatch prima di scrivere queste righe e devo ammettere di esserne rimasta davvero contenta. È un film atipico per gli standard Disney dell’epoca, con pochissime canzoni, atmosfere cupe e un’antagonista davvero sgradevole e spaventosa ma la storia scorre piacevole, i protagonisti sono irresistibili e il lieto fine rassicura. Una visione che, forse, convince più oggi che all’epoca e che quindi vi consiglio di recuperare.
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