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NerDisney #16 – La bella addormentata nel bosco

La bella addormentata nel bosco

I miei ricordi

Ci eravamo lasciati con una storia di cagnolini e ci ritroviamo con una fiaba classica: il 16° classico Disney, infatti, è La bella addormentata nel bosco, uscito negli Stati Uniti il 29 gennaio 1959 e basato sulla fiaba popolare, intesa in particolare nella versione di Charles Perrault.

Quello di cui parliamo oggi è uno dei miei classici Disney preferiti in assoluto: ci tenevo molto a parlarne, perché La bella addormentata nel bosco ha accompagnato la mia infanzia, ho praticamente consumato il VHS a furia di guardarlo a ripetizione (tranne per la scena dell’arcolaio, della quale ero letteralmente terrorizzata e che quindi saltavo ogni volta – e lo facevo anche con Alice nel Paese delle Meraviglie, dove saltavo la scena in cui lei perde la strada -).

De La bella addormentata nel bosco, a parte la scena spaventosa, adoravo tutto: la malvagia Malefica è sempre stata la mia preferita ma mi piacevano molto anche le fatine buone, il menestrello avvinazzato, le atmosfere, i colori e le musiche. Insomma: per la me bambina era il film perfetto. Cosa che non fu, invece, per Walt Disney.

Il film che ha quasi distrutto la Disney

La bella addormentata nel bosco si presenta nel 1959 come un film fortemente sperimentale: pur mettendo nuovamente al centro una principessa e una fiaba classica, si discosta completamente dallo stile grafico dei precedenti, scegliendone invece uno personale e ricercato.
L’idea, infatti, era quella di ispirarsi all’arte medievale e prediligere un tratto spigoloso, acuminato, fortemente geometrico. Il “look grafico” del film fu affidato al pittore Eyvind Earle, che si basò sul codice miniato medievale Très Riches Heures du duc de Berry e godette di una notevole libertà creativa.

La bella addormentata nel bosco è il primo film d’animazione realizzato con processo widescreen Super Technirama 70: una tecnica che verrà usata solo altre due volte (Taron e la pentola magica, Atlantis). È anche l’unica fiaba Disney ad essere girata in ultra widescreen prima di Frozen – Il regno di ghiaccio, che verrà ben 54 anni dopo.

La lavorazione si protrasse per quasi tutti gli anni Cinquanta e si rivelò particolarmente dispendiosa: ben 6 milioni di dollari furono impiegati per La bella addormentata nel bosco, il film Disney più costoso fino a quel momento. Purtroppo, anche a causa dei suoi aspetti sperimentali, il film non si rivelò un successo, arrivando a guadagnare “solo” 7,7 milioni di dollari e portando la Disney sull’orlo della bancarotta.

Tra i motivi di critica al 16° classico, oltre che le scelte stilistiche, un ritmo definito lento e personaggi poco sviluppati. Walt Disney ne rimase scottato, tanto da allontanarsi sempre di più dalle produzioni cinematografiche per dedicarsi invece allo sviluppo dei parchi a tema e far trascorrere ben trent’anni prima di ritentare con una una favola classica (La Sirenetta uscirà infatti nel 1989).

Come spesso accade, comunque, La bella addormentata nel bosco è stato rivalutato con il trascorrere del tempo e oggi viene considerato come uno dei migliori film d’animazione mai realizzati.

La colonna sonora

Uno degli elementi che apprezzo di più, da sempre, è la colonna sonora de La bella addormentata nel bosco. Ho sempre trovato una scelta vincente quella di basarsi sul famoso balletto di Tchaikovsky, tenuto estremamente presente dall’autore della colonna sonora George Bruns e adattato per il grande schermo.
Molte parti strumentali presenti nella pellicola, infatti, sono estratte direttamente dal balletto e le canzoni originali sono tutte ispirate all’opera di Tchaikovsky.
La mia preferita? Senza dubbio Lo so, probabilmente anche la più rappresentativa, adatta direttamente sulla musica del balletto.

Curiosità

La bella addormentata nel bosco è il film Disney in cui il personaggio protagonista appare per meno tempo sullo schermo: Aurora, infatti, ha un minutaggio di appena 18 minuti. Probabilmente anche per questo il film attirò la critica di presentare dei personaggi scialbi e poco approfonditi. Eppure, allo stesso tempo, si tratta del primo film a dare un nome al principe: Filippo è infatti il primo ad apparire in un film Disney e a rivelarsi più di una semplice comparsa.
Non solo: è di fatto, pur non avendo battute, il vero e proprio protagonista attivo della seconda parte della pellicola.

I personaggi che, pur nascendo come aiutanti, diventano veri e propri protagonisti sono in realtà le tre fatine buone: fortemente caratterizzate, non solo a livello di immagine ma anche di personalità individuale, si rivelano il vero motore della storia. Sono loro, infatti, a scatenare tutti gli eventi del film, a cominciare dall’inizio fino alla battaglia finale con l’antagonista.

Proprio il personaggio negativo, tra l’altro, è stato definito come quello più riuscito de La bella addormentata nel bosco oltre che uno dei cattivi Disney più definiti di sempre: Malefica presenta un fascino incredibile e un’eleganza fuori dal comune. Per darle vita, si decise di mettere da parte la rappresentazione classica della strega, optando invece per un’immagine regale, dai lineamenti fini e da un abbigliamento che richiama da vicino l’arte medievale che ha fatto da modello per tutta la resa grafica del film.

La lavorazione de La bella addormentata nel bosco coincise con la creazione dei parchi a tema Disney: proprio per promuovere il film, il castello di Disneyland venne rinominato Sleeping Beauty Castle. Anche i castelli presenti nel parco di Hong Kong e in quello di Parigi si ispirano al classico Disney: proprio quello presente in Europa ricorda da vicino la direzione artistica del film, con un drago animatronico. In alcuni parchi Disney, tuttavia, come quello della Florida e quello di Tokyo, il castello presente è invece quello di Cenerentola.

Live action

La bella addormentata nel bosco è tra i film Disney che nell’ultimo periodo sono stati protagonisti di un remake live acition. Nel 2014 è uscito Maleficent, con Angelina Jolie nel ruolo della strega e Elle Fanning in quello di Aurora, un film che ha scelto una strada diversa da quella intrapresa dalla maggior parte dei live action Disney. Si tratta infatti di una rilettura incentrata sull’antagonista, esplorando le sue origini e le ragioni che l’hanno resa crudele, dura e spietata.

Nonostante il film sia stato molto apprezzato, tanto da avere un suo sequel originale nel 2019, e nonostante l’idea alla base sia interessante, devo ammettere di non esserne una fan: sono troppo affezionata al classico originale e alla figura della Malefica animata, per me funziona molto meglio come cattiva a tutto tondo. Non ha bisogno di motivazioni per maledire una neonata solo per non essere stata invitata a una festa, insomma.

Com’è invecchiato

Nonostante conosca il film praticamente a memoria, ho voluto riguardarlo prima di tuffarmi nella scrittura di questo pezzo e devo ammettere che, secondo me, La bella addormentata nel bosco è invecchiato molto bene.
Incompreso nel 1959, il film si prende la sua rivincita grazie al trascorrere del tempo: una fiaba classica, splendidamente illustrata, che ci permette di sognare ancora oggi.

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