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NerDisney #13 – Alice nel paese delle meraviglie

I miei ricordi

Come tutti i classici Disney anche Alice nel paese delle meraviglie era in heavy rotation a casa mia, ma un ricordo particolare ce l’ho: il film era su una videocassetta registrata dalla televisione che iniziava saltando i titoli di testa – ispirati alle illustrazioni presenti nel libro di John Tenniel – e nei primi minuti si vedeva la classica “nebbiolina” da segnale TV. Per cui, ho sempre pensato che l’inizio nel mondo reale fosse più scuro di quanto fosse in realtà. Le (non) meraviglie dell’era analogica.

La quasi prima principessa

Alice nel paese delle meraviglie uscì negli Stati Uniti nel 1951, diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wilfred Jackson, ma in realtà poteva essere uscito molti anni prima. Walt Disney dichiarò più volte di amare il libro originale di Lewis Carroll e grazie ad una serie di corti a tecnica mista ispirati al libro, le Alice Comedies, ebbe il suo primo successo commerciale.

Fin dagli anni ’30 gli studios iniziarono a lavorare ad un possibile adattamento. L’idea era di farne il primo lungometraggio Disney, scelta poi accantonata a favore di Biancaneve e sette nani. Per anni si parlò di fare un film a tecnica mista, con Alice interpretata da un’attrice in un mondo totalmente animato. Vari adattamenti hanno via via tagliato sempre di più episodi e personaggi dai due libri usati come ispirazione, Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.

Il progetto riprese vita nel 1945, con Disney che assunse il famoso scrittore di fantascienza Aldous Huxley per scrivere una sceneggiatura, poi totalmente abbandonata. Alla fine si decise per un “normale” film d’animazione, anche se la doppiatrice di Alice, Kathryn Beaumont, girò alcune scene dal vero per aiutare gli animatori. Il film fu un clamoroso fiasco all’uscita, accolto con una selva di pernacchie nel Regno Unito per via del tradimento della fonte – se pensate che i fandom rumorosi siano un problema recente, ricredetevi – ma il tempo ha cambiato le cose.

Negli anni ’70, Alice nel paese delle meraviglie è diventato un film di culto, sopratutto per la sua natura psichedelica e surreale. In effetti, il film è uno dei più strani tra i classici Disney. La storia è leggerissima ed è quasi solo un insieme di episodi, in cui Alice incontra personaggi sempre più bizzarri. Grazie soprattutto al talento visivo degli studios e all’immenso lavoro in pre-produzione di Mary Blair, i vari personaggi restano tutti impressi, dallo Stregatto al Brucaliffo, passando per i palmipedoni e altre bizzarie. A farne le spese è Alice, troppo normale e passiva.

La colonna sonora

Un film dalla produzione così caotica non poteva non avere anche una colonna sonora caotica. Furono composte ben 30 canzoni per il film e ne vennero usate 19, il numero più alto mai usato in un film Disney. La melodia di una delle canzoni scartate verrà riciclata per la canzone iniziale di Le avventure di Peter Pan.

Alcune canzoni in realtà si sentono solo per pochi secondi e questo ha contribuito a farle un po’ dimenticare dalla memoria collettiva, ma ricreano l’atmosfera dei libri, pieni di filastrocche e poesie. Nonostante la relativa oscurità delle canzoni del film, il tema principale è diventato uno standard jazz.

Come è invecchiato

Data la natura surreale e l’umorismo senza senso del film, direi che è invecchiato poco. Ha due, forse tre sequenze più invecchiate di altre, principalmente perché lente e cantate in uno stile ormai passato di moda. In particolare l’inizio può risultare indigesto a molti. Il resto del film resta ancora oggi assolutamente godibile, grazie alle trovate visive e alle numerose gag. D’altronde anche il libro originale resta un classico ancora oggi amato e apprezzato. Sia la versione inglese che quella italiana del film sono piene di giochi di parole, creature bizzarre e battute fulminanti. Non penso ci si possa annoiare.

Live action

Alice nel paese delle meraviglie è uno dei libri più spesso adattati al cinema, con una prima versione addirittura del 1903. È abbastanza normale quindi che la stessa Disney abbia realizzato un’altra versione. Anzi, è forse la prima versione live action della corrente ondata di adattamenti.

Alice in Wonderland, diretto da Tim Burton è uscito infatti nel 2010. Il film è sia un seguito che un remake dell’originale animato, in cui Alice, interpretata da Mia Wasikowska e ormai adulta, ritorna nel paese delle meraviglie. Nel film Johnny Depp è il Cappellaio Matto e ci sono anche tra gli altri Helena Bonham Carter, Anne Hathaway e Alan Rickman. Onestamente il film me lo ricordo come orribile, spento e poco ispirato, sia nella storia che nelle atmosfere. Il film fu comunque un successo ed ebbe un ulteriore seguito, Alice attraverso lo specchio, nel 2016 che però fu un sonoro flop.

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