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This War of Mine: Final Cut – La guerra degli ultimi

Recensione

Abbiamo già avuto modo di parlare in passato di This War of Mine, autentico pugno nello stomaco che vorremmo mantenere vivo solo ed esclusivamente su schermo. Purtroppo, però, mai come in questo periodo abbiamo capito che la guerra non cambia, non passa, non smette mai. E come sempre si gioca sulla pelle degli ultimi, non quelli che combattono, ma quelli che fanno il possibile per sopravvivere un giorno di più, sperano che tutto, prima o poi, finisca.

In questo periodo così incerto e cupo, arriva sulle nuove console la versione rimasterizzata e completa di tre storie aggiuntive, uscite in DLC, e i vari aggiornamenti post-lancio, seguiti all’ormai lontano 2014.

Per chi non lo sapesse, anche se invitiamo a leggere la nostra vecchia recensione, This War of Mine ci mette nei panni di un gruppetto di sopravvissuti che durante il giorno devono combattere contro la fame, le malattie e gli infortuni, cercando di migliorare le condizioni del loro rifugio e permettersi un letto comodo in cui dormire o, anche più semplicemente, una sedia per non mangiare seduti a terra o cucinare le scorte di cibo.
La notte, invece, si va in perlustrazione del vicinato, cercando nuovi materiali di costruzioni o scorte di medicinali, facendo però ben attenzione ad un doppio dilemma: da una parte le case che visiteremo saranno sorvegliate e dall’altra, anche nel migliore dei casi, dobbiamo scendere a patti con la consapevolezza che stiamo privando altri sopravvissuti dei beni necessari alla sopravvivenza.

Non solo: ma durante la notte anche il nostro rifugio rischia di essere visitato da malintenzionati e non è detto che chi rimane a casa abbia la forza (o gli strumenti) per difendersi. Tutto questo incide pesantemente sul morale e le nostre scelte, in base anche al background e ai pregressi dei superstiti, possono portare a gesti estremi, come la fuga, l’abbandono, il suicidio.

Comparto tecnico

Sicuramente l’opera di pulizia, associata alla remaster, ha fatto il suo dovere.
Ho avuto modo di testare la mia copia su Playstation 5 e l’immersività regalata (anche grazie alle cuffie Pulse 3D) è stata fin troppo coinvolgente.
A livello generale, quindi, ho riscontrato un netto miglioramento sia nell’aspetto visivo che nel comparto sonoro, pulito ed essenziale.

Unica pecca, un po’ di imprecisione nei controlli, quando ci si avvicina ai cue point per attivare le diverse opzioni (cucinare, fabbricare, ecc), che a volte mi hanno costretto ad andare avanti ed indietro prima di riuscire ad attivarle correttamente.
Questo succede in genere quando ci sono più soggetti ravvicinati, in altri casi invece l’attivazione è più pulita.

Conclusioni

This War of Mine era un capolavoro anni fa, lo è ancora adesso. La contemporaneità lo ha reso ancor più attuale che mai, purtroppo. 11 Bit Studios, dal canto suo, ha deciso, allo scoppio della guerra, di devolvere gli incassi dei primi sette giorni alla Croce Rossa ucraina.

Per quanto mi riguarda: tornare a giocarlo è stata una nuova discesa negli abissi dell’orrore. Questa volta un orrore concreto, reale e tangibile. Alla fine, i mostri peggiori sono gli umani, e nessuno di noi imbraccerà un fucile e diventerà un eroe come in Call of Duty, ma ognuno di noi potrebbe invece diventare una vittima della follia altrui, e trovarsi da un giorno all’altro sbalzato dalla comodità della propria poltrona, alla lotta quotidiana per la sopravvivenza, combattendo non contro vampiri, zombi o soldati, ma contro la fame e la sete, la malattia e le sofferenze.

Nerdando in breve

This War of Mine: Final Cut è la versione remaster del celebre survival di 11 Bit Studios.

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