Di Le avventure di Peter Pan (più comunemente noto solo come Peter Pan), sono usciti due lungometraggi animati, un cospicuo numero di spin off in live action [di cui il principale è attualmente in produzione], serie animate a profusione che vedono Trilly come protagonista -le quali, a loro volta, hanno generato altri film d’animazione- e persino un musical ufficiale. Chissà se James Matthew Barrie si aspettava un successo simile quando ha scritto Peter Pan e Wendy, altrimenti detto Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere, il componimento teatrale da cui sono nati prima il romanzo, poi tutto il resto. Certo è, che non potremo analizzare nel dettaglio ogni prodotto contenente gli abitanti dell’Isola che non c’è: ve ne racconto qualcuno, ma voi sappiate che ciò di cui vado a parlarvi ora, è solo una piccola parte di un mondo ben più vasto.
I miei ricordi
A essere onesta, di ricordi legati al classico Disney Le avventure di Peter Pan non ne ho. Non sono nemmeno così sicura di aver mai visto la videocassetta, in realtà. So per certo che al liceo ci hanno fatto leggere il libro in inglese (un saluto alle vacanze estive passate a stendere componimenti su un’ombra andata smarrita), e indubbiamente prima o poi le immagini canoniche del film sono entrate nella mia testolina, anche se temo sia stato soprattutto il marketing a introdurcele, piuttosto che un qualche tipo di attaccamento emotivo sviluppato di fronte alla pellicola. Per fortuna c’è Disney Plus, che mi ha permesso di colmare questa apparente lacuna una volta per tutte.
La Colonna sonora
Come tutti i film Disney, anche Le avventure di Peter Pan ha la sua colonna sonora, ma in Italia a diventare celebre non è stata la compilation musicale del film, quanto più quella composta da Edoardo Bennato. Il rock del Capitano Uncino, Ogni favola è un gioco o la famosa Viva la mamma (che fra poche settimane sentiremo con più frequenza del solito, visto l’imminente festa) sono solo alcune delle canzoni che il cantautore italiano ha dedicato alla storia di Barrie. Fra l’altro, l’album Sono solo canzonette è stato adattato e trasformato nella colonna sonora di Peter Pan, il musical, la cui sceneggiatura è presa dal Peter e Wendy iniziale, ma le cui musiche sono state riarrangiate da Bennato in persona.
E come faccio a sapere queste cose, non essendo affatto un’esperta in ambito teatrale o musicale? Non solo perché ho ricontrollato su Google (ovviamente), ma anche perché la sottoscritta, prima di diventare una redattrice entusiasta, ha partecipato alla messa in scena del suddetto musical in oratorio. Pur essendo una produzione amatoriale, però, avevamo fatto le cose in grande: eravamo andati a teatro a vedere lo spettacolo e incontrato Manuel Frattini, l’attore che interpretava Peter Pan; in collaborazione con la scuola di danza locale abbiamo imparato coreografie non banali, chi doveva cantare (non io, ci mancherebbe) ha preso lezioni di canto e tutto il gruppo si era prodigato per mettere in scena uno spettacolo davvero ben riuscito.
A riguardare il cartone animato oggi, che studio per diventare educatrice, mi fa specie vedere che nel film il ruolo della tata bambinaia è affidato a un cane. Se poi penso che Nana, il cane in questione, è proprio il ruolo che avevo nello spettacolo, noto un filo conduttore che fa ridere ma anche riflettere. Che si tratti di contrappasso?
[A onor del vero, ero anche una figurante bambina, un’indiana e una piratessa, ma sempre come parte del corpo di ballo. Il ruolo di Nana era l’unico in cui pronunciavo qualche battuta, benché fossero tutti “Bau bau!”, “Woof!” e anche un “Arrr” molto intenso, nel mentre che fuggivo con una pantofola in bocca. Momenti altissimi.]
Come è invecchiato
Così come Dumbo, anche Peter Pan inizia con un disclaimer che specifica quanto la rappresentazione culturale all’interno del film, non corrisponda a verità. Il popolo cui appartiene Giglio Tigrato è infatti molto stereotipato, composto da quegli indiani che fanno parte dell’immaginario collettivo ma che poco hanno da spartire con quanto riportato sui testi di antropologia. Scambi di battute quali “Personalmente preferirei vedere i selvaggi / i pellirosse!” sono sulla bocca di tutti, protagonisti “buoni” inclusi, ma come ben sappiamo nel 1953 non c’era il tipo di sensibilità verso la diversità, che invece si cerca di favorire oggi.
Va detto però che la fama del libro, aumentata dal film d’animazione, ha permesso di creare nel tempo molti prodotti d’intrattenimento che in un modo o nell’altro richiamassero alla storia del bambino che non voleva crescere. Uno fra tutti è Lavennder, di Giacomo Bevilacqua, fumettista che ambienta su un’isola deserta la storia di due naufraghi alle prese con una banda di indigeni dalle fattezze molto simili a quelle dei bimbi sperduti. Lavennder, fra l’altro, è l’anagramma di Neverland (l’Isola che non c’è) e i riferimenti alla storia di Peter e i suoi amici sono molti e sparsi per tutta la graphic novel: leggetela per scoprire gli altri.
Il Live Action
In questo 2022 vedrà la luce Peter Pan e Wendy, il live action ufficiale del film d’animazione, in cui Jude Law vestirà i panni di Uncino. Il titolo è un chiaro riferimento al componimento teatrale di cui vi parlavo in apertura, quello del 1904 da cui tutto ha avuto inizio, e benché prometta di essere l’esatta trasposizione cinematografica del cartone animato, almeno per i primi tempi dovrà fronteggiare film ben più noti. Uno fra tutti è sicuramente Peter Pan, il film del 2003 in cui l’allora quattordicenne Jeremy Sumpter interpretava il protagonista e di cui Francesco Pannofino doppiò Capitan Uncino. Non una diretta trasposizione ma un’altrettanto celebre pellicola è Neverland – Un sogno per la vita, il film sulla storia di James Matthew Barrie con Johnny Depp, Kate Winslet e Dustin Hoffman.
Riuscirà il Peter Pan del 2022 a soppiantare i predecessori? Forse sì, ma considerando che uscirà solo sulla piattaforma di streaming e non al cinema, è probabile che faticherà un po’.
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