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#NerdandoConsiglia: Lavennder, di Giacomo Bevilacqua

Lavennder bevilacqua

Lavennder è il fumetto di Giacomo Bevilacqua uscito per Sergio Bonelli Editore nel 2017. La storia, apparsa per la prima volta su Speciale le Storie 4, vede due giovani spensierati in vacanza su un’isola deserta. Sono incappata nel fumetto per caso (grazie, Babbo Natale) e ignorando i teschi in copertina ho pensato di sceglierlo come lettura prima di dormire.

Ora vi racconto perché non è stata una delle idee migliori che abbia avuto.

Trama

Aaron e Gwen, una coppietta felice e innamorata, decide di concedersi undici giorni di vacanza su un’isola deserta. Sole, mare, spiaggia, un bosco verdeggiante, una cascata con un laghetto e tanta voglia di darsi all’avventura. Tutto procede liscio finché una mattina non si accorgono che la cassa delle provviste è stata passata al setaccio, ma così anche la sacca con gli indumenti della ragazza. Quale animale potrebbe essere interessato tanto al cibo quanto e specificatamente alla biancheria intima femminile? Quali misteri nasconde quella troppo perfetta Isola che non c’è? In una rete di indizi disseminati fin dalle prime pagine, la riposante vacanza si trasformerà in un thriller dai risvolti macabri.

“Morire sarà una splendida avventura”

Lavennder bevilacqua copertina sotto

Come vi dicevo, la copertina di Lavennder ha due teschi belli evidenti, solo che stando nascosti nella parte bassa della facciata, in un quadro realistico dei due protagonisti sull’isola, pensavo che fosse un semplice decoro ambientale e non un’esplicita dichiarazione del contenuto. È forse questo un fumetto horror? Non oserei definirlo tale, ma sono sicura che se la stessa storia fosse spalmata in un film di 90 minuti con le giuste musiche pronte a caricare i jump scare, probabilmente la definizione non sarebbe così lontana dal vero.

Nel Lavennder di Bevilacqua trovano posto sia le note dei thriller, sia il paranormale degli horror, sia gli indizi di un giallo in cui l’unico investigatore presente è chi sta leggendo il fumetto. Alla fine del volume c’è un’esplicita dichiarazione dell’autore che segnala tutti e diciassette gli indizi che ha disseminato, per fare intuire a chi incappi nella storia l’opera da cui essa è ispirata. Fra l’altro, secondo me ne ha dimenticato uno piuttosto evidente, il che li renderebbe diciotto indicatori di una vicenda che con quella originale ha in comune diversi aspetti, fuorché quello macabro.

Non vi dico nulla sul finale, però vorrei tanto farlo, solo che se lo faccio è spoiler e poi vi passa la voglia di leggerlo, e quindi sto zitta, però se vi piacciono le storie classiche di formazione, i lungometraggi animati Disney (soprattutto uno uscito nel 1953) e i film splatter un po’ macabri come Midsommar, allora Lavennder potrebbe piacervi.

Stile

Ad accompagnare una storia che fin dall’inizio fa presagire una dissonanza dalle aspettative, c’è un disegno realistico molto curato nei dettagli. Mi è piaciuta moltissimo la resa grafica di luci e ombre, soprattutto nelle scene all’interno della foresta. Guardando i personaggi si intuisce chiaramente quale sia la posizione della folta vegetazione, che per ragioni di spazio non può rientrare nelle vignette. Soprattutto, l’acqua è resa alla perfezione. Increspata e lucida ma anche sempre, ovviamente, trasparente: la bravura di Bevilacqua si vede anche nella verosimiglianza dei disegni e nel fatto che, a colpo d’occhio, si distingue senza alcuna fatica quali siano le superfici bagnate e quali no.

L’unica pecca sta nei dialoghi: non mi ha convinta moltissimo la parte iniziale, in cui, per presentare i personaggi a chi legge, viene creato un dialogo improbabile in cui Aaron e Gwen dichiarano esplicitamente tutto ciò che c’è da sapere su di loro. Necessario, come si capirà proseguendo con la lettura, ma un po’ troppo forzato. Di fatto ad avermi coinvolta molto è stata proprio la parte senza parole, che invece ho trovato altamente comunicativa. Molte ombre fuori campo o inquadrature studiate ad hoc mi hanno caricata di inquietudine proprio in virtù del silenzio teso che accompagnavano, rendendomi ancora più coinvolta nell’osservazione meticolosa dei disegni.

Fra l’altro, la bellezza delle illustrazioni è esattamente ciò che mi ha spinta a scrivere Lavennder sulla letterina per Babbo Natale, essendone rimasta affascinata durante la mostra di Palazzo Ducale che si è tenuta in occasione dello scorso Lucca Comics & Games. In quell’occasione, l’autore aveva detto raccontato di essere solito nel seminare tracce per tutta la storia così che, arrivati alla fine e scoperto il risvolto di trama, venga voglia di rileggere il fumetto per scovare gli indizi seminati.

Prezzo

Lavennder è disponibile al prezzo consigliato di 23,00€

Conclusione

Lavennder , il graphic novel di Giacomo Bevilacqua, mi è piaciuto molto, soprattutto visivamente, e nonostante io sia davvero facilmente impressionabile non ho avuto incubi la notte. Questo vi fa capire che sì, è un po’ spaventoso, ma no, non è nulla di terrificante (e ve lo dice una a cui bastano i trailer dei film horror per fare brutti sogni.) Se vi piacciono i thriller e le storie ambientate su un’isola deserta, ve lo consiglio caldamente.

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