Giochi da tavolo

Zombicide: Invader – Alieni in agguato

Recensione

Dopo aver sviscerato (ed eviscerato, in molti casi) le dinamiche e le peculiarità di Zombicide: Dark Side, eccoci pronti grazie ad Asmodee Italia a tornare nel mondo del celebre boardgame dedicato alle orde di zombi, ma in salsa Sci-Fi.
Come da precedente articolo, questo Zombicide: Invader si integra perfettamente con l’altro titolo fantascientifico (che si pone come sui prequel) e ci dà la possibilità di mescolare i sopravvissuti tratti dalle due scatole per un’esperienza di gioco davvero completa.

Per il regolamento base e il funzionamento della linea Zombicide, vi invito a spulciare uno dei precedenti articoli in cui l’abbiamo trattato. Qui andiamo a vedere invece le peculiarità di questa scatola. Partiamo, naturalmente, dai sopravvissuti: i nostri eroi di dividono in due categorie, Soldati e Civili. La differenza non è banale: una delle azioni più importanti, infatti, è vincolata alla natura del personaggio. I nostri, infatti, potranno cercare ovunque solo se sono civili, i soldati potranno farlo unicamente nelle stanze di sicurezza. Poi c’è l’armatura, che corrisponde ai punti ferita ovvero a quanti colpi possiamo subire prima di passare a miglior vita: naturalmente sono i soldati ad essere più corazzati.

Infine ci sono le abilità, che è il vero elemento fondamentale che distingue i personaggi tra loro. Come al solito si parte da una quantità di abilità extra limitate, che andranno ad aumentare e migliorare avanzando di livello (e scatenando orde di alieni Xeno più micidiali): le abilità, combinate con l’equipaggiamento, daranno vita ad una personalizzazione che ci farà vivere esperienze di gioco sempre diverse.

Anche gli Xeno sono divisi in categorie, via via più “orrende” e letali: gli operai sono lenti e deboli; i cacciatori invece sono più veloci e possono usare gli operai come carne da cannone per proteggersi; infine i tank sono macchine letali e terribilmente resistenti. Tutto qui? Ovviamente no: tra gli alieni trova posto anche il terribile abominio: resistente, forte, infestante. L’abominio lascia dietro di sé macchie di melma infetta che genera nuovi xeno pronti a darci la caccia.

Come detto in precedenza, soprassediamo dalle regole di gioco base: muoversi, organizzare l’inventario, attaccare e cercare seguono l’ossatura del franchise di Zombicide. A fronte delle attività umane, c’è poi la fase degli Xeno, con generazione di nuovi alieni (la loro comparsa nelle zone d’ingresso) e successiva attivazione: movimento e attacco. Come sempre la sorte è guidata dall’estrazione casuale delle carte, che possono trasformare una missione relativamente tranquilla e prossima al successo, in una debacle totale.

A tal proposito la guida riporta una sezione dedicata alla personalizzazione del mazzo Xeno con cui regolare la difficoltà: molto banalmente, usando le carte Xeno indicate con numeri bassi (fino a 25) si hanno attivazioni tranquille; le carte fino a 50 aumentano il numero di attivazioni già ai livelli più bassi; mentre quelle fino a 54 contengono attivazioni aggiuntive: croce e delizia dei giocatori di Zombicide da sempre. Rimescolando, eliminando o aggiungendo queste carte è possibile creare un mazzo adatto a qualsiasi livello di esperienza dei giocatori attorno al tavolo.

Uno degli elementi peculiari di questa edizione Sci-Fi (già presente anche in Dark Side) è la stretta connessione tra i sopravvissuti: bisogna ragionare e giocare di concerto, perché la missione sarà fallita anche con un solo morto nel gruppo degli umani. Una scelta interessante: da un lato spinge alla collaborazione, esponendo però il fianco al pericolo di alpha player; dall’altro impedisce quell’antipatica situazione in cui uno dei giocatori venga eliminato e sia costretto a guardare gli altri per tutto il resto della partita.

Un’altra novità molto interessante è quella dell’Attacco Concentrato: se conoscete il gioco base vi sarà capitato di avere davanti uno zombi che non potete abbattere con le vostre armi, magari per colpa di alcune ricerche sfortunate. Concentrando l’attacco è possibile scegliere un solo bersaglio tra un gruppo e infliggere tutti i danni sullo stesso, così da potenziare il danno e aver la possibilità di abbatterlo. Ovviamente questa scelta lascia illesi tutti gli altri, per cui è un’opzione da valutare con molta attenzione.

Veniamo ora alla Melma: questo elemento, simili alla zona buia di Dark Side, può trovarsi già sulla mappa o venir generata dai movimenti dell’abominio. Costituisce una barriera alla linea di tiro e può dare origine a nuovi Xeno. Questa meccanica è molto interessante perché spinge verso un approccio più tattico: lasciare indisturbato l’abominio, per paura di affrontarlo, e lasciargli infestare la mappa di melma, vuol dire aprire un’autostrada verso l’inferno Xeno. Dopotutto, se non abbiamo avuto la fortuna di trovare un’arma potente, non siamo costretti a cercare in ogni dove, possiamo sempre usare l’attacco concentrato e dar battaglia al pezzo grosso.

Ultima novità è quella degli ambienti: i sopravvissuti potranno muovi all’interno e all’esterno. Nel primo caso valgono le regole classiche, nel secondo dovremo avere con noi una bombola di ossigeno e tenere a mente che alcune armi, semplicemente, non funzioneranno. A mio avviso davvero un’ottima occasione di spingere ancora di più l’acceleratore sulla componente strategica, cosa che rende le partite a Zombicide più avvincenti ed intriganti.

Materiali

Come sempre, le scatole dei giochi Zombicide sono ricchissime di materiali, e Zombicide: Invader non fa eccezione. Oltre al manuale, con 10 missioni già pronte, abbiamo nove tessere di gioco double face per costruire le aree di gioco (sempre molto ingombranti) e sei plance sopravvissuti, comodissime per organizzare l’avanzamento dell’esperienza e l’equipaggiamento.

Le carte sono leggibilissime, con informazioni chiare e ben organizzate, facilmente maneggiabili anche dai neofiti. Naturalmente consiglio l’uso di bustine protettive, per aumentarne la durata, dato l’alto numero di interazioni con i mazzi di carte.

Naturalmente la parte del leone la fanno le miniature, bellissime e tutte da dipingere: dai sopravvissuti agli Xeno, e in particolar modo l’abominio, ogni miniatura è un piacere da guardare e da spostare sul tavolo.

Per ulteriori dettagli vi rimando alla galleria fotografica sulla nostra pagina Facebook per spulciare l’unboxing.

Conclusioni

Non fatico a dire che questa linea di Zombicide: Invader e Dark Side, sia la mia preferita. Non solo per l’ambientazione spaziale, il senso di claustrofobia con l’incessante incalzare delle creature che attentano alla nostra vita, ma soprattutto per l’altissimo livello di cooperazione richiesta e per la strategia che deve necessariamente avere la parte del leone nella pianificazione delle azioni.
Certo, la componente aleatoria è imponente e un lancio sbagliato di dado, o una pesca sfortunata, può vanificare ore di tattica ben impostata. Ma questo, dopotutto, è Zombicide.

Nerdando in breve

Zombicide: Invader è il boardgame di esplorazione spaziale in salsa zombi.

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