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Arcane – Recensione omnicomprensiva in breve

Nelle ultime settimane, l’ottimo Fedrizzi e io abbiamo cercato di raccontarvi Arcane, la serie Netflix ispirata alla lore di League of Legends, sia dal punto di vista di chi LoL lo conoscesse bene, sia da quello di chi non sapesse assolutamente nulla in merito. Ora che la prima stagione si è conclusa, vediamo di fare un punto incrociato che riassuma quanto già scritto: per ulteriori approfondimenti, i rimandi sono agli articoli precedenti. Il primo pezzo è del caro Fedrizzi, il secondo, mio: leggeteli pure entrambi, stavolta l’articolo è per chiunque (e ovviamente privo di spoiler).

FEDRIZZI

Ero molto scettico riguardo a questa serie, all’inizio, avevo paura fosse un’operazione di fanservice brutale, per riuscire a ricavare qualche soldo in più dal gioco. Ma alla fine mi sono fidato di mamma Riot, che non fa mai le cose a casaccio, mai scelta fu più azzeccata.

Partiamo dal fatto che la storia è sostanzialmente per tutti, non importa che tu abbia giocato o meno a LoL, la trama è costruita in modo da essere chiara e seguibile anche senza essere esperti della lore del Moba più famoso del mondo.

Inoltre, la serie sviluppa una piccola parte della storia del grande mondo di Runeterra, cosa che è di aiuto all’approccio dell’utente novizio, non serve che vada a cercarsi le peggio spiegazioni su che cosa sta succedendo in tutte le nazioni nel mentre.

Seconda cosa che ho apprezzato decisamente più del dovuto è stato il modo di evolvere i personaggi che Riot ha messo in atto. Il fatto di aver incentrato i primi tre episodi solo sui personaggi da ragazzini per dare contesto alle loro origini e ai loro traumi è stata una mossa incredibilmente intelligente, supportata dal fatto che la caratterizzazione dei personaggi è fatta spaventosamente bene, ogni evento ha un impatto sulla mentalità e le emozioni dei protagonisti, le reazioni sono ben curate e realistiche.

Terzo punto, che mi ha stupito di meno, ma semplicemente perché Riot ha esperienza, è che questa serie è animata con i controcavoli, con uno stile molto interessante e gradevole all’occhio.

Ultimo, ma assolutamente importante, un po’ di fanservice per chi gioca c’è, i personaggi hanno gli stessi poteri che hanno nel gioco e chi la guarda può accorgersi facilmente di tanti piccoli dettagli legati alla storia di LoL che sono veramente delle chicche interessantissime.

In generale considero Arcane una serie veramente da vedere, perché potrebbe sorprendere anche chi pensa che non gli possa piacere.

La consiglio vivamente a chiunque voglia chiudersi su una serie non troppo leggera, perché comunque le tematiche di guerra e pace, amore e odio, pazzia e sanità, cos’è buono e cosa è cattivo, sono abbastanza impegnate. Rimane sempre però una serie animata basata su LoL, e quindi da prendere per come è, con le sue specificità!

PENNY

L’unica cosa che sapevo di League of Legends era che con quel gioco stavano in fissa alcuni compagni di corso nella vecchia università: li vedevo in pausa pranzo a farsi prendere da quel gioco colorato, oppure ad accordarsi su quando sarebbero stati online contemporaneamente la sera per giocare insieme. Col fatto che il gioco è a turni e che a me quel tipo di videogame non intrattiene, non ho mai approfondito.

A riprova del fatto che ciò che amo follemente sono le storie (anche nei e dei giochi), Arcane l’ho trovata stupenda. Tutto ha inizio con due sorelle povere, una maggiore dell’altra, che cercano di starsi vicine nei momenti peggiori e farsi forza in quelli quotidiani. Sfortunatamente la loro vita è tutto fuorché facile, il destino le separa presto e per un po’ di tempo si devono arrangiare a sopravvivere. Ciascuna cresce facendo le proprie scelte e sviluppando un carattere molto forte e duro: Powder diventa paranoica, sente le voci, si ossessiona per le esplosioni; non si fida di nessun essere umano, incrementa il più possibile la propria forza fisica e concentra la sua intera esistenza sul ritrovare la sorellina.

Una storia familiare che di per sé avrebbe le carte in regola per diventare una serie animata con un certo spessore, si svolge in un contesto dicotomico in cui a chi guarda vengono proposti, alternativamente, squarci dalla ricca Piltover e dai bassi fondi di Zaun. I personaggi secondari che compaiono (circa una decina) hanno il loro background sfaccettato, così che nessuna scelta o decisione sembri presa per necessità di trama, ma coerente con chi l’assume.

È una narrazione onnisciente: man mano che gli episodi scorrono, chi guarda conosce sempre meglio coloro che vede muoversi sullo schermo, potendo solo intuire vagamente cosa potrebbe succedere, ma ritrovandosi sempre a sorprendersi per quanto davvero accade.

Con alcuni personaggi ho empatizzato, altri mi sono stati tremendamente antipatici fin dall’inizio, verso alcuni ho cambiato opinione conoscendoli meglio: ma se in soli nove episodi sono arrivata a dispiacermi, arrabbiarmi e gioire (non necessariamente in quest’ordine) per loro, significa che la caratterizzazione è davvero ben studiata.

Paesaggi e musica non sono da meno: è da tre settimane che riproduco “Arcane official playlist” quasi in loop? È possibile, sì. Per i paesaggi invece c’è poco da dire: sono meravigliosi e ricchi di dettagli, così come è curato al minimo particolare ogni fotogramma animato che vediamo. Al di là di storia e trama, Arcane è proprio bella da vedere, e ora non ci resta che aspettare la seconda stagione, già in produzione.

 

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