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Arcane – Se non conosci LoL

Introduzione

Ciao! Questo articolo è pensato per raccontare Arcane, la serie tratta dall’universo videoludico di League of Legends (spesso abbreviato in “LoL”) a chi non conosce il gioco. Se lo conosci, allora ti consiglio la lettura del suo gemello, scritto dall’ottimo Fedrizzi, che trovi qui. Se invece non conosci LoL ma comunque ti interessa un punto di vista diverso dal tuo, beh, buona lettura!”

Prima di proseguire, tieni presente che la serie si compone di nove episodi ma Netflix ha deciso di caricarne a multipli di tre. Quanto stai per leggere si riferisce solo ai primi tre episodi; 4, 5 e 6 usciranno il 13 novembre; 7, 8 e 9, il 20 novembre. L’articolo verrà quindi aggiornato man mano e sarà uniformato una volta conclusa la prima stagione.

Un consiglio: ci si prova a non fare spoiler, ma gli aggiornamenti richiedono delle conoscenze pregresse (commentare Le due torri a chi non avesse mai visto La compagnia dell’anello senza dare qualche elemento come acquisito risulterebbe inutilmente difficile). Quindi, fossi in te, eviterei di leggere gli update senza aver almeno visto le puntate della terna precedente. Poi, libera scelta: io te l’ho detto, tu fai come preferisci.

Trama

Le prime tre puntate di Arcane raccontano la storia due sorelle, e Powder, che insieme alla loro banda di compari, commettono una rapina per trafugare qualche tesoro. Sfortuna vuole che parte della refurtiva siano preziose pietre esplosive, le quali, cadendo, distruggono parte del palazzo in cui è stato commesso il furto. Da qui i tre episodi affrontano le conseguenze del reato da tre punti di vista differenti: quello delle due sorelle e della difficile integrazione della minore nel gruppo dei grandi; quello della persona rapinata; quello di un rapimento al retrogusto di vendetta, dal finale drastico.

Aggiornamento (puntate 4-5-6)

C’è il Giorno del Ringraziamento, la Festa del Grazie e da ora anche il Giorno del progresso, la fiera di Piltover in cui viene celebrata l’avanguardia tecnologica. Qual è il limite? Fin dove si può osare, senza rischiare che la modernità trascenda in pericolo? Partendo da questi interrogativi, Jayce, geniale inventore a cui Jinx aveva trafugato le misteriose pietre blu, si ritrova a dover scegliere fra la carriera accademica, quella politica, la salvezza dei suoi concittadini e quella del suo mentore. E non so nemmeno se è quello messo peggio. Powder, ora ufficialmente Jinx, si ritrova a dover convivere con i fantasmi del suo passato che ticchettano nella testa come voci dissonanti. Vì si ritrova a condividere un viaggio nel profondo (metaforicamente e concretamente parlando) con un’alleata inaspettata. Fra stravolgimenti e nuove scoperte, i tre punti di vista aperti nella prima triade di episodi si intrecciano perfettamente e trovano il loro posto come le tessere di un Cubo di Rubik che si riordina autonomamente.

Aggiornamento (puntate 7-8-9)

Negli ultimi tre episodi, si chiude il cerchio. In quelli che sono per lo più scontri (ideologici, verbali, fisici) vediamo tutti gli archi narrativi giungere all’apice dell’esasperazione, simultaneamente. La follia di Jinx tocca una vetta imprevedibile anche al più folle dei joker di Arkham, Vì, esasperata per motivi che di certo non sto a dirti, cerca di salvare il salvabile mentre Caitlyn si ritrova coinvolta in una disputa familiare le cui dinamiche sono tanto invischiate quanto tossiche. Heimerdinger trova un nuovo amico, Silco ha ben chiari chi siano quelli di cui fidarsi e quelli con cui non avere più a che fare e Jayce riesce là dove non sembrava possibile arrivare. Peccato che il tempismo non sia quello giusto.

Cose da sapere prima di guardarla

Nulla, altrimenti non staresti leggendo questo articolo, ma il suo gemello dotto di cui parlavo prima. Davvero, ho guardato le prime tre puntate senza sapere assolutamente nulla di quest’universo eppure mi ha coinvolta e appassionata moltissimo. Pure la colonna sonora mi ha conquistata: sono andata in fissa con Enemy degli Imagine Dragons & JID ancor prima di iniziare la serie, te la lascio, qualora la volessi tenere in sottofondo mentre leggi il resto.

Un punto di vista naif

Non ho mai giocato a LoL ma forse inizierò, perché in sole tre puntate mi sono affezionata talmente tanto ai personaggi che mi dispiace sapere di rivederli solo per altri sei episodi. Tanto per cominciare, l’ambientazione ha dei riflessi steampunk che personalmente adoro. I paesaggi sono esteticamente meravigliosi, durante Lucca Comics avevo avuto l’occasione di vedere la mostra in merito e ammetto che certi quadri, se avessi posto, li vorrei appendere in casa. Dal punto di vista dell’animazione è incredibile, mi è proprio piaciuto tanto tanto. Hai presente la sensazione di “non voler distogliere lo sguardo” perché stai guardando qualcosa la cui bellezza è entusiasmante e lascia senza parole? Ecco, questo è più o meno quanto ho provato guardando le tre puntate.

Tuttavia, se la storia non fosse stata altrettanto coinvolgente, un’animazione così bella non mi avrebbe tenuta incollata allo schermo come invece Arcane ha fatto. Se è successo è perché la serie è davvero appassionante (e perché ero impegnata in un lunghissimo viaggio in treno, va detto). Tanto per cominciare, ho amato il rapporto fra le due sorelle, che mi ha ricordato molto quello fra Hiro e Tadashi in Big Hero 6: Vì difende Powder in ogni situazione, anche quando si mette nei guai o quando si dimostra inesperta (e quindi quando il branco la vorrebbe lasciare indietro perché inaffidabile). Un affetto gratuito che le accompagna da sempre e in tutto ciò che è capitato loro fin dalla prima infanzia: vivono nelle strade sotterranee di Zaun, che è più o meno l’equivalente di quei sobborghi cinematografici in cui povertà e malavita comandano quasi indisturbati.

Il legame delle due sorelle è minato solo dagli accadimenti e il modo in cui si intrecciano perfettamente le tre storie, coinvolgendo chi guarda la serie, è forse ciò che ho apprezzato maggiormente. Intendiamoci, il mio film preferito è Cloud Atlas, che di certo non è famoso per essere lineare. Arcane è lineare, ma a modo suo: ogni arco narrativo aperto viene ripreso man mano, c’è quello del cattivo, c’è quello dello studente geniale a cui nessuno vuole dare ascolto, c’è quello di un padre premuroso che protegge tanto le sue figlie quanto chiunque possa considerarlo amico. Ci sono magie, esplosioni, inseguimenti e azione ma c’è anche tanta disperazione, affetto e riflessione. In sole tre puntate ho trovato una miriade di elementi che mi hanno conquistata e che, soprattutto, mi hanno ricordato una campagna di Dungeons & Dragons ambientata a Waterdeep a cui ho preso parte tempo fa.

Tanto è vero che, se esistesse il gioco di ruolo di Arcane, farei di tutto per giocarci in prima persona. Ed ecco perché vi dicevo che forse inizierò a giocare a LoL: io di queste ambientazioni e personaggi ne voglio ancora, e non so se basteranno i sei episodi rimasti a placare tutta questa sete di avventura steampunk. Seguiranno aggiornamenti.

Aggiornamento (puntate 4-5-6)

Se facessi tutti gli aggiornamenti che voglio fare questo articolo diventerebbe troppo lungo e nel 2021 chi ha voglia di leggere testi corposi opta per qualcosa di più di un’analisi su una serie animata, quindi cercherò di farla breve. Le tre puntate nuove aggiungono moltissimo, approfondendo i tre archi narrativi principali, le storie dei personaggi, il vissuto, le motivazioni, i valori ma introducono anche nuovi archi narrativi, ciascuno dei quali comprensivo degli elementi citati.

La parte meravigliosa, specie per me che non conosco assolutamente nulla, è che ogni risvolto di trama è una sorpresa o un colpo di scena. A un certo punto compare una gilda di furfanti che non stanno né con il popolo della capitale ricca, né (credo) con quello dell’Underdark. Sicuramente nella prossima e ultima tornata si parlerà molto di loro, magari introducendo ulteriori archi narrativi e a questo punto mi fido ciecamente del fatto che sapranno portarli avanti senza creare confusione.

L’unico elemento, se ne si vuole trovare uno, che può confondere, è il fatto che non ci siano spiegoni: essendo tutto narrato dal punto di vista dei personaggi, già coinvolti nelle loro storie, nessuno spiega a chi guarda cosa stia succedendo o perché. È il tempo della narrazione ciò che si prende la briga di sciogliere i legittimi dubbi che sorgono man mano, e a fine puntata quelli che rimangono sono ciò che vorrebbe farti proseguire subito con un altro episodio. Invece no, tocca aspettare: come quella specie di super pozione-droga viola viene centellinata da Silco e i suoi a chi ne abusa, così Netflix fa con la serie a chi la guarda. Ci si aggiorna.

[E comunque compare un animaletto puccioso bellissimo di cui però non ci sono immagini ufficiali: si chiama poro, è quella specie di mini ariete che segue Heimerdinger ovunque vada. Se ti piacciono i conigli o i corgi o entrambi, Googlalo.]

Aggiornamento (puntate 7-8-9)

La fine della serie mi ha lasciata sconvolta.

I tre gruppi di episodi altro non sono che un climax sempre più drammatico verso la sofferenza che nasce dove non c’è alcun rispetto per un’alterità differente. Non importa che le altre persone siano diverse (perché provenienti da un altro quartiere, perché peculiari nel modo di manifestare loro stesse): finché con prepotenza regnerà la legge del più forte, anche il più nobile degli animi si ritroverà con le mani legate.

È un finale forte quanto uno di quei pugni potenziati che vediamo tirare a Vì, che porta con sé un po’ di rammarico ma anche una sorta di piacevole dispiacere. Un lieto fine propriamente detto avrebbe stonato con tutte le altre note toccate dagli episodi, ma l’ultima scena porta con sé tutto quello che deve dare, e qualunque ulteriore riflessione o commento finirebbe per togliere la piacevolezza della visione della serie.

Non dico altro, ma che bella che è.

Conclusione

Ciclicamente, da qualche anno, mi ritrovo a esperire contenuti che abbiano a che fare con avventure magiche in mondi steampunk, ma credo che sia dai tempi di Nine che una storia non mi convincesse tanto. Ho la soglia dell’attenzione bassissima, mi annoio subito e sono una di quelle brutte persone che talvolta guarda film e serie a velocità aumentata. Questa l’ho gustata con i suoi tempi e alla fine mi sono chiesta come potessero essere già passati 40 minuti. Una serie animata di pochi episodi lunghi, non bingiabili fin da subito, è sicuramente una scommessa ambiziosa: personalmente, vintissima. Ora sono curiosa di vedere come si evolve, ma l’aspettativa è davvero molto alta.

Aggiornamento (puntate 4-5-6)

La serie mantiene una qualità elevatissima, sia dal punto di vista grafico e dell’animazione, sia da quello contenutistico. La follia di Jinx è mostrata e trasmessa in un modo che quasi ricorda quello del Joker nel Batman di Nolan, ma con più riscontri circa il trauma che l’ha innescato. Il fatto che Vì, presentata come un personaggio forte e vincente, abbia una sua versione reinterpretata dello stesso trauma, che non la salva del tutto dalla maledizione di cui è affetta Jinx e che non le risparmia fenomeni allucinatori,  è un elemento che rende il tutto ancor più verosimile (pur rimanendo immerso in un contesto fanasy-fantascientifico). Non mi trovavo così stimolata su più livelli da un prodotto di intrattenimento, dall’inverno del 2013, quando al cinema è uscito Cloud Atlas.

Aggiornamento (puntate 7-8-9)

L’unica cosa con cui ha senso concludere ora, è questa:

Nerdando in Breve

Arcane è una serie lunga ma breve, scorrevole, avvincente e bellissima. Non serve conoscere l’universo da cui è tratta per apprezzarla, anzi. Probabilmente la serie riavvicinerà al gioco chi nel tempo dovesse averlo abbandonato e attrarrà allo stesso persone completamente nuove. Può non piacervi, ma se lo steampunk, l’azione, la magia, il dramma e i misteri sono nelle vostre corde, allora con Arcane andrete in risonanza.

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