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Road 96 – In viaggio verso la libertà

Recensione

La ricerca del proprio posto nel mondo attraverso il viaggio è un tema ricorrente in molte forme d’arte.

Pensate ad esempio agli scrittori della Beat Generation (Jack Kerouac l’esempio più eclatante), che elevarono il partire e il fuggire dalla vita quotidiana a mezzo supremo per la ricerca della propria felicità, identità e del proprio stile di vita, tralasciando droghe e mezzucci simili.

Aggiungete a questo un motivo fondamentale come la fuga da un regime oppressivo e otterrete l’anima di Road 96, nuovo lavoro di Yoan Fanise e del suo team Digixart, che già nel titolo non nasconde il tributo a quella mitica Road 66 americana eponimo di viaggio, avventura e libertà.

Il buon Yoan, per chi non lo sapesse, è l’autore di un titolo che anni fa ci stregò, quel Valiant Hearts che ci metteva nei panni di un soldato della Grande Guerra con uno stile narrativo molto originale, e che vi consiglio di recuperare, se non lo conoscete; anche suo è 11-11 Memories Retold, altro esperimento ludico-narrativo fuori dagli schemi.

Date le premesse, è chiaro che al team di Digixart interessi narrare storie che abbiano tematiche ben profonde e con saldi legami nella realtà, e Road 96 non fa eccezione.

Se vi ho incuriositi, andiamo a vedere insieme se vale la pena mettersi in cammino sulle strade di Road 96!

Gameplay

In Road 96 l’enfasi è, chiaramente, sulla narrazione, e per questo motivo che il nostro vagabondare lungo le autostrade di Petria sarà strutturato prevalentemente come un’avventura narrativa, a mò di quelle che nell’ultimo decennio hanno portato lustro alla defunta Telltale.

Quindi, focus su dialoghi, scelte che impattano sul prosieguo della vicenda, semplici enigmi e parti “d’azione” relegate a minigiochi.

La prima cosa che salta all’occhio, una volta iniziato il gioco, è l’anonimato del protagonista che impersoneremo, anzi, dovrei piuttosto dire dei protagonisti. E già, perché Road 96 è strutturato come una serie TV, quindi come una sequela di episodi che andranno a formare la nostra storia.

Ciascuno di questi episodi ci vedrà nei panni di un differente personaggio, tutti con un minimo comun denominatore: si tratta di ragazzi, adolescenti, che tentano di fuggire dal paese per costruirsi un futuro migliore. Senza nome, senza volto, una silhouette da riempire con la nostra storia da fuggitivi che costruiremo nel giro di episodi della durata di circa un’ora, composti da varie scene determinate dalle scelte compiute.

Come mai scappano, questi giovani? È presto detto.

Siamo nel 1996 e Petria, formalmente una repubblica molto simile agli Stati Uniti, ha avuto la sfortuna di avere un Presidente che ha virato man mano la sua politica sull’autoritarismo, pur mantenendo una finta facciata di democrazia.

In quell’anno ci sono le elezioni, e solo una senatrice osa sfidare l’attuale Presidente, ma boicottaggi, censura e brogli sono ciò che più spaventa gli oppositori del presidente, e ciò che nei giovani mina la fiducia in un futuro diverso. Ad aggiungere del pepe alla situazione, un gruppo di ribelli che manovra contro il governo del presidente con metodi piuttosto violenti.

Ciascuno dei ragazzi che andremo ad interpretare, perciò, fugge di casa e si dirige verso la frontiera. A piedi, in taxi, in bus, o facendo l’autostop: ogni storia sarà differente, ogni viaggio lo costruiremo noi compiendo delle scelte sia sul percorso da prendere, sia riguardo all’interazione con i personaggi che incroceremo sulla strada o anche, banalmente, circa il nostro schierarci da una parte o dall’altra. I momenti che vivremo saranno generati da un motore procedurale che terrà conto di queste scelte.

Ho potuto constatare con gioia come, a differenza di molti altri esponenti del genere, in Road 96 si avverta la vivida sensazione che le scelte contino davvero, per cambiare il corso degli eventi. Da vecchio appassionato delle storie a bivi su Topolino e di librogame, questo non può che rendermi felice.

Un’altra peculiarità del titolo risiede nel fatto che sia evidente come i personaggi incontrati per strada siano i veri protagonisti della vicenda: si tratta di persone, con un volto ed una storia, che avremo o meno l’opportunità di incontrare e con cui potremo condividere pezzi del nostro percorso, che ci mostreranno i molti volti di una nazione sull’orlo di una guerra civile. Veri protagonisti, perché caratterizzati, oltre che da un volto, da storie e da vissuti più o meno interessanti che dovremo esser bravi a scoprire run dopo run.

Zoe è uno dei personaggi che incontreremo viaggiando. Ed ha una storia interessante…

Per quanto riguarda il nostro personaggio e, andando a guardare più prosaicamente al funzionamento del gameplay, avremo tre parametri da tenere d’occhio durante il nostro viaggio, e che dovremo gestire al meglio per arrivare sani e salvi all’obiettivo: i soldi, che non saranno mai abbastanza, l’energia, che ci permetterà di compiere più o meno azioni, e le abilità, che potremo imparare strada facendo, che ci daranno la possibilità di scegliere di quando in quando vie alternative per proseguire.

Anche se si tratta di un titolo che fa della sua forza la capacità di narrare, non è detto che ogni storia andrà per forza a finire nel migliore dei modi: Road 96 è un rogue-lite, quindi anche se qualcuno dei viaggi non andrà a finire nel migliore dei modi, ciò non inficerà il grande affresco della narrazione.

Road 96 colpisce non perché si tratti di una enorme storia epica di un paese problematico (con tante reminiscenze a situazioni odierne estremizzate, e il gioco non fa mistero che si parli anche di questo), ma proprio per il suo parlare per piccole storie, come un mosaico che ci mostra tutti i suoi piccoli tasselli, ognuno importante a suo modo.

E le tematiche affrontate non sono di certo né banali, né leggere, seppur i toni possano risultare anche scanzonati.

È veramente gustoso mettersi sulla strada, e godersi gli incontri, le difficoltà, la tensione di certi istanti e anche i piccoli momenti intimi, come il chiacchierare con una sconosciuta accanto ad un falò, sotto un cielo stellato, senza sapere dove il viaggio ti porterà il giorno successivo: sono momenti da pura letteratura da viaggio.

Road 96 regala momenti bellissimi, anche se lì fuori il pericolo è dietro l’angolo.

Poco importa se a volte la scrittura poteva essere migliore, perché il bias su quale sia la parte giusta è chiaro, e il raccordo tra i vari pezzi di storia a volte non sempre perfetto: ciò che conta è la sensazione che rimane alla fine del viaggio, e la voglia di riaffrontarlo di nuovo per godere non tanto dell’essere arrivati alla fine, ma di ciò che si è vissuto nel mentre, che è sempre diverso ed unico in base a chi lo affronta, proprio in virtù della sua natura procedurale.

Un vero racconto di formazione, quindi (o di coming-of-age, per dirla come gli anglosassoni), come tanti memorabili film di quegli anni con i quali siamo cresciuti, o un librogame sotto forma di videogioco, che completa quel modo di creare le storie con una precisa direzione artistica assolutamente da non sottovalutare.

Estetica, grafica e sonoro

E in effetti Road 96 è un vero e proprio tuffo negli anni ’90, e tutto sembra ricordarcelo, a partire dalla colonna sonora, scelta ottimamente e composta da pezzi di vari generi di artisti anni ’90 che, splendida chicca, potremo collezionare durante il nostro viaggio sotto forma di musicassette.

E le sorprese non finiscono qui: una delle canzoni italiane più celebri nel mondo, che in questi anni sta godendo di nuova fama, è presente nel gioco sotto una forma particolare, a voi scoprire quale e quando!

Se la colonna sonora è eccezionale e di certo il pezzo forte dal punto di vista artistico di questo titolo, per la grafica è stato scelto uno stile cartoonesco in cel-shading e colorato che ho trovato adeguato al racconto e al tipo di avventura che andremo a vivere, a dispetto delle tematiche, tutt’altro che leggere. I colori accesi e il design ispirato contribuiscono a mitigare la quantità di poligoni non eccessiva.

La grafica non conta sul numero di poligoni, ma si affida ad una direzione artistica molto valida, in grado di regalare scorci niente male.

L’ulteriore pregio di questo tipo di motore grafico è che il titolo risulta abbastanza leggero e non peserà eccessivamente sulla nostra configurazione, permettendo di goderci la nostra avventura on the road anche su configurazioni non di primo pelo.

In conclusione

Road 96 è il tipico gioco che ha tutti i motivi per piacermi, e devo dire che le aspettative non sono state deluse.

Adoro questo genere, e senza dubbio Road 96 ne è un ottimo esponente; nelle circa otto ore che servono per completare un’intera run, è in grado di restituire emozioni e di parlarci di argomenti di grande importanza ed attualità.

Complici una colonna sonora eccezionale ed una grafica piacevole, il viaggio verso la libertà proposto dai ragazzi di Digixart risulta senza dubbio un’esperienza da vivere, soprattutto per gli appassionati del genere in questione, che danno maggior peso alla narrazione rispetto al puro gameplay o alla grafica avida di risorse.

Viaggiando sulle strade di Petria, vivremo un’avventura on the road che saprà stupirci ed intrattenerci; non è forse un gioco per tutti i gusti, ma per tutti coloro che apprezzano le avventure narrative Road 96 rappresenta assolutamente un titolo da provare e godersi, chilometro dopo chilometro.

Road 96 è disponibile per PC e Switch, anche tradotto in italiano. C’è da dire che la traduzione nella nostra lingua presenta qualche piccola sbavatura, che non inficia in alcun modo, però, la comprensione o il godimento del gioco.

Ah, e costa poco, una ventina di euro. Secondo me non avete molte scuse, per non mettervi in viaggio!

Nerdando in breve

Road 96 è un interessante esperimento narrativo, un romanzo di formazione on-the-road alla ricerca della libertà e un’avvincente avventura da vivere chilometro dopo chilometro.

 

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