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Mi stai ascoltando? – In fuga da se stessi

Recensione

Dopo lo splendido Su un raggio di Sole, Tillie Walden torna con una nuova graphic novel densa di pathos ed emozione, e Bao Publishing lo porta in Italia per noi.

Trama

Lou e Bea sono due improbabili compagne di viaggio: entrambe in fuga da casa, entrambe senza una reale meta davanti a loro. Si incontrano per puro caso e tra le due scoppia un’intesa che si gioca su equilibri fragili fatti di sguardi, silenzi e molte parole non dette, ma il cui significato arriva forte e chiaro tanto a loro come personaggi, quando a noi come lettori.
Lou, abile meccanico quasi trentenne, guida l’auto che fu di sua madre con una piccola roulotte al seguito. Quando incontra Bea e vede in lei una fragilità che da sola non sarebbe in grado di gestire, decide di accoglierla sotto la propria ala, aiutandola, guidandola, instradandola verso un intricato e tortuoso percorso di fiducia che a fatica prenderà piede nel corso del lungo volume.

Bea, da parte sua, ha perso fiducia negli esseri umani, nel mondo, nel futuro. Distrutta nell’animo da un trauma che non riesce a raccontare nemmeno a se stessa, faticherà non poco ad accettare l’aiuto offertole, e ancor più a concedere nuovamente fiducia ad un altra persona.

Lou e Bea attraversano così un Texas flagellato da continue tempeste di neve, in un viaggio molto più metaforico che fisico, che le porterà ad incrociare personaggi bizzarri, resi ancor più grotteschi dalla fatica del viaggio, dalla paura e dall’opprimente disperazione di non avere più un obiettivo.
Sulla loro strada farà capolino un gatto, Diamond, che le due accoglieranno allo scopo di riportarlo a casa, iniziando così a costruire un nuovo percorso di vita, fatto di piccoli passi, di piccoli obiettivi la cui meta sembra facilmente raggiungibile.

Non sarà, in realtà, così. Ennesima metafora nella metafora, Diamond rappresenta quell’elemento che ha fatto parte della vita di tutti noi: un compagno di viaggio temporaneo. Apparentemente silenzioso e discreto, ma in realtà ingombrante e foriero di destabilizzazione, di smantellatore di routine, catalizzatore di imprevisti e di guai. Eppure fondamentale per il proprio percorso di redenzione e crescita, di sviluppo interno ed evoluzione emotiva.
Alzi la mano chi non ha mai avuto un compagno di viaggio così: entrano nelle nostre vite come meteore, lasciano profonde scie luminose nei cieli della nostra esistenza, rischiarandoli a giorno ma solo per un tempo limitato. Poi escono dalla nostra vita così come ne sono entrati, per non farvi mai più ritorno, eppure lasciando un marchio indelebile nella nostra storia personale.

Qui il racconto raggiunge vette poetiche, discostandosi temporaneamente dalla narrazione reale e aprendo le porte alla catarsi, grazie alla quale le due protagoniste sono finalmente pronte a guardare negli occhi il proprio dolore, così da poterlo dimensionare, affrontare, e infine superare, prendendo così la via della guarigione. Una via lunga e altrettanto tortuosa, ma finalmente sicura e con una vera meta all’orizzonte.
Una meta che può portare verso la via di casa, o verso una nuova destinazione ancora tutta da scoprire, ma non per questo diversamente salutare.

Stile

Tillie Walden dimostra ancora una volta quale straordinaria artista sia, non solo dal punto di vista narrativo (e meta narrativo) ma anche grafico. Le sue tavole altamente oniriche sono colme di immagini evocative, di silenzi assordanti più di mille parole, di sguardi ed emozioni che bucano la quarta parete per arrivare dritta al cuore del lettore.

Raramente ho avuto modo di avere tra le mani composizioni così articolate eppure incredibilmente fluide, dinamiche e travolgenti nei passaggi veloci ma anche profondamente statuarie nelle pose dei personaggi, che con il linguaggio del corpo riescono a trasmettere un carico di emozioni e sensazioni davvero impegnativo da gestire.
Tutto, nel tratto grafico, comunica al lettore il proprio messaggio: che sia la paura del futuro, il dolore del passato o l’incertezza del presente: le tinte calde a volte, freddissime altre, sono sempre efficaci a raccontare la storia che l’autrice ha voluto comporre per noi.

Conclusioni

Se ho adorato Su un raggio di sole, per questo Mi stai ascoltando? non ho sentimenti meno intensi. Il viaggio che ho compiuto con le protagoniste (e con l’autrice), ha risvegliato in me sensazioni, ricordi, pensieri assopiti da tanto, tanto tempo. Emozioni che hanno attraversato gli anni dell’adolescenza e i primi anni dell’età adulta, quando la mia struttura psichica non era matura abbastanza per gestire a dovere le quotidiane sfide della vita.
Anche io ho avuto compagni di viaggio, alcuni mi accompagnano ancora adesso, altri (la maggior parte) hanno preso strade lontane dalla mia. Ma non per questo sono stati meno importanti.

Mi stai ascoltando? è forse la domanda che più di tutte ci poniamo, nelle complesse relazioni con gli altri comprimari della nostra esistenza. Spesso non la esponiamo ad alta voce, soprattutto per paura della risposta. Eppure è sempre lì: perché il bisogno di non essere soli, in questo lungo viaggio della vita, è forse l’unico che ci accompagna dall’inizio alla fine, anche e soprattutto quando pensiamo il contrario.

Nerdando in breve

Mi stai ascoltando? è la graphic novel on the road di Tillie Walden.

Nerdandometro: [usr 4.5]

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