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King of Seas – Pirati italiani

Recensione

Corpo di mille balene! Un pappagallo è atterrato sulla mia spalla e mi ha detto che un gruppo di pirati italiani ha dato vita ad una nuova avventura! Vogliamo farcela scappare? Certo che no, per mille pipe! E allora: all’arrembraggio!

Ed è proprio così: 3D Clouds è la ciurma di sviluppatori italiani che ha dato vita a King of Seas, un titolo tutto single player con forti componenti narrative e ruolistiche.
Ma andiamo in ordine: l’antica lotta tra marinai e filibustieri è andata avanti per secoli e ha dato vita al Regno dei Sette Mari di cui, udite udite, proprio noi siamo eredi al trono!
Sfortunatamente qualche maligno voodoo ci mette lo zampino e consegna anticipatamente il Re nostro padre a miglior vita anzitempo. Non solo, ma fa cadere su di noi le colpe ed ecco che la marina, alleata fino ad un attimo fa, gira i suoi cannoni contro il nostro vascello mandandoci a dormire coi pesci.

Fortunatamente c’è un vecchio bucaniere che passa di lì e il codice (ah, il codice!) impone di salvare ogni vita in pericolo in mare. Ed ecco che in men che non si dica, diventiamo a nostra volta dei pirati. Il nostro scopo? Ovviamente far luce sul mistero che circonda la morte del Re, e per farlo dovremo incontrare un sacco di gente, consegnare merce nei porti più disparati, evitare qualche kraken, e naturalmente affondare un po’ di navi a suon di cannonate.

Gameplay

Una grafica deliziosa e fumettosa, di cui parleremo a breve, ci introduce a questo mondo fatto di isole, taverne e vascelli che solcano i mari.
I comandi si acquisiscono davvero in un batter d’occhio, per un gameplay che, tutto sommato, non guasterebbe su mobile. Fulcro del gioco è ovviamente la navigazione e il combattimento per mare, ma una buona fetta del titolo ci chiede anche di pianificare la nostra strategia di crescita in modo oculato.

Le attività principali, oltre ad affondare le navi nemiche, saranno quelle di andare a recuperare (o comprare) materiali e rivenderli in qualche altro porto. Salvare naufraghi, commerciare coi contrabbandieri, cannoneggiare avamposti, raccogliere tesori grazie alle immancabili mappe. Poi di porto in porto avremo modo di comprare nuovi equipaggiamenti, riparare la nave, migliorare il nostro outfit e collezionare nuove missioni.
La storia viene portata avanti a suon di illustrazioni e dialoghi, presentandoci i molti pittoreschi personaggi che affollano il mondo di gioco.

A conti fatti King of Seas è un bel titolo, piacevole ma molto ripetitivo: le missioni alla lunga sono tutte uguali e si ripetono senza variazioni. Questo è un gioco che funziona molto bene come momento di relax: i comandi sono facili, navigare semplice ed immediato, si può prendere e riprendere a distanza di tempo senza grossi problemi.
La parte meglio riuscita è sicuramente quella del combattimento tra navi: abbiamo a disposizione diversi tipi di proiettili, in base alla scelta di colpire lo scafo, le vele o i marinai a bordo. Bisogna manovrare nello stretto, giocando con le vele cazzandole o serrandole al momento giusto per trovare l’avversario a favor di cannoni (di destra e sinistra), magari evitando i tentatoli del kraken che appaiono sul più bello dandoci una sferzata.

Comparto tecnico

Come detto in precedenza, la grafica fumettosa lo rende un piacere da vedere: ma non si tratta solo di un titolo cartoon a tinte pastello, che regala sicuramente momenti di relax, ma è anche capace di emozionare durante i tramonti in cui la luce del sole rende il mondo di fuoco, o quando la tempesta ci coglie improvvisamente, la notte, scuotendo lo scafo come se Poseidone in persona stesse reclamando la nostra anima.
Insomma: per essere un titolo indipendente, gli sviluppatori non hanno voluto strafare: non ci sono milioni di dettagli, ma tutto quello che c’è è fatto a regola d’arte.

L’inquadratura, come potete vedere dai miei screenshot, è presa dall’alto: è possibile scegliere tre livelli di zoom, ma ho scoperto che alla fine si opta sempre per il campo più aperto, così da seguire meglio la rotta e non perdersi magari qualcosa a distanza. Anche perché la mappa viene generata casualmente ad ogni nuova partita, e va scoperta punto per punto, destinazione dopo destinazione, perché all’inizio avremo a disposizione un grande foglio vuoto.

Anche l’accompagnamento sonoro è di buon livello: gli effetti sono al posto giusto rivelando un sound design accurato che accompagna senza infastidire, anzi: le musiche di battaglia sono proprio quelle giuste per dare la carica. Insomma: l’immersione, e scusatemi il gioco di parole, è completa ed è quello che ci si aspetta da titolo piratesco.
Il tutto è recitato in ottimo inglese, ma localizzato in italiano sia nei sottotitoli che nei menù.

Conclusioni

Insomma: nel complesso King of Seas è titolo che si lascia giocare con piacere: va preso a piccoli sorsi, come il rum, per non stancare data la sua ripetitività, ma sono certo che vi sorprenderete, di tanto in tanto, a tornare a solcare i Sette Mari, per conquistare qualche altro tesoro e cannoneggiare a dovere la marina, magari mettendo a frutto il galeone appena comprato dopo tanto lavoro.

King of Seas è disponibile per Xbox, Playstation, Pc e Nintendo Switch, al prezzo di 24,99 Euro.

Nerdando in breve

King of Seas ci trasforma in pirati e contrabbandieri senza scrupoli.

Nerdandometro: [usr 3.5]

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