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#NerdandoConsiglia: West Wing – Tutti gli uomini del presidente

Dopo mesi di estenuante campagna elettorale, il 3 novembre gli Stati Uniti d’America votano per il presidente. Non importa chi vi sta più simpatico, di sicuro questa campagna elettorale assurda vissuta con una pandemia e con tensioni sociali a tutti i livelli non è stata uno spettacolo edificante. E allora come in tante altre occasioni, meglio cercare rifugio nella finzione.

Su Amazon Prime è da poco diventata disponibile West Wing, serie ambientata alla Casa Bianca uscita tra il 1999 e il 2006. Antidoto perfetto per esorcizzare i bassi standard politici odierni. Finora ho recuperato le prime quattro stagioni e credo di aver visto una delle serie più belle e interessanti da tanto tempo a questa parte.

La vita alla Casa Bianca

West Wing fu creata da Aaron Sorkin uno tra i più grandi sceneggiatori americani per cinema e TV. Sua la sceneggiatura di Uomini d’Onore, The Social Network, Moneyball e del recente Il processo di Chicago 7. Una delle sue sceneggiature meno note fu per il film del 1995 Il Presidente – Una storia d’amore, con Michael Douglas presidente innamorato. In quel film ci sono praticamente tutti i prodromi della serie.

I protagonisti della serie sono lo staff del presidente, che lavora con lui nell’ala ovest della Casa Bianca. Già dopo i primi episodi il presidente, Jed Bartlet (Martin Sheen), diventa sempre più importante e centrale. Nel corso delle stagioni la serie tocca tutti gli aspetti più importanti della politica americana ed è un ottimo modo per imparare come funziona la macchina esecutiva statunitense. Sorkin e il suo staff furono aiutati da tanti ex-dipendenti alla Casa Bianca e in generale la serie fu molto apprezzata per il realismo della messa in scena.

Sorkin, che rimase a bordo come scrittore e produttore esecutivo per le prime quattro stagioni, non fa mistero delle sue posizioni politiche, saldamente liberal e Democratiche. I Repubblicani non sono visti come mostri, ma sono chiaramente avversari politici. C’è però un certo grado di rispetto reciproco e di necessario confronto tra le due parti. Sconvolgente, se si pensa alla polarizzazione attuale. La serie tra l’altro andò in onda in larga parte durante una presidenza repubblicana, quella di George W. Bush.

Idealismo politico

Durante la serie spesso e volentieri Bartlet e il proprio staff si trovano a dover fare scelte importantissime e a dover scegliere tra compromessi e pragmatismi, cercando di non venir meno mai alle proprie convinzioni. Chiaramente idealizza e molto la politica e il ruolo del presidente, ma senza troppi moralismi. Vengono toccati tutti i problemi del paese, che sono spesso gli stessi di oggi.

La serie si concentra sempre sul dietro le quinte, sul prima e il dopo i grandi momenti, non vediamo mai discorsi o comizi elettorali, ma vediamo quello che viene fatto prima. In una serie basata sul non mostrare, ho trovato bellissimo che nell’episodio girato immediatamente dopo l’undici settembre, un momento difficilissimo per tutti gli Stati Uniti, gli autori decisero di fare un episodio solo parlato e solo teorico, per capire e spiegare ma senza retorica o revancismo. Dovendo scegliere, personalmente apprezzo di più l’idealismo di West Wing al cinismo di House of Cards. Sarà che la prima la trovo più vicina al mio sentire personale.

Dietro le quinte

Per dare fisicamente la luce ai protagonisti e per lasciarsi trasportare tra i vari uffici mentre si parla di politiche retributive ci vuole un cast azzeccato e West Wing lo ha. Come accennato sopra, il presidente è interpretato da Martin Sheen, perfetto nel ruolo di professore da Nobel che diventa presidente.

Tra i suoi aiutanti uno dei volti più noti è quello di Rob Lowe, che lascia però intorno alla quarta stagione. Gli altri personaggi principali sono interpretati da Richard Schiff, John Spencer, Dulé Hill, Bradley Whitford e Allison Janney, che in tempi recenti ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista per Tonya. In un paio di episodi compare addirittura Clark Gregg, l’agente Coulson del MCU, come agente FBI. Vuoi vedere che West Wing è ambientato nel MCU?

All’apparenza una serie che parte da premesse noiose, ma che grazie a una scrittura brillante e a grandi attori riesce ad elevarsi e appassionare. Sarebbe da vedere in inglese coi sottotitoli. In italiano fu adattata maluccio, ma comprendo che potrebbe rendere i temi affrontati ancora più ostici di quanto non siano. Ad ogni modo, non lasciatevi scappare l’occasione di vedere una serie storica ingiustamente bistrattata in Italia.

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