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Mostri Universal – Il primo universo condiviso

Ottobre, in particolare fine ottobre, significa una cosa sola: Halloween o Alluin se sei il presidente della Campania De Luca. Critica all’esterofilia a parte, è quel momento dell’anno in cui l’orrore e l’horror come genere la fanno da padroni. Da sempre è uno dei momenti più nerd dell’anno, anche solo per la quantità immane di film ambientati in questo periodo.

Siccome io sono boomer dentro e adoro i film “vecchi”, come ho già ampiamente dimostrato in passato, ne approfitto per unire Halloween con il vintage per parlarvi dei film horror Universal. Film leggendari che hanno fissato nell’immaginario collettivo i protagonisti delle pellicole. Da anni vengono raccolti in cofanetti comprensivi di seguiti e altre chicche.

Di cosa parliamo?

Per motivi diciamo quasi obbligati, negli anni ’30 l’Universal Pictures si specializza nella produzione di film dell’orrore, ispirati o spesso direttamente tratti da classici della letteratura gotica e dell’orrore. Nonostante la povertà della casa di produzione e la scarsa rispettabilità del genere, molti di quei film furono enormi successi di pubblico.

Sfatando un mito sul cinema di una volta, durante tutti gli anni ’30 e per parte degli anni ’40 vennero prodotti numerosi sequel e addirittura un paio di team-up fra tutti i mostri Universal. Di fatto è il primo universo condiviso al cinema. Ironico pensare che il Dark Universe proposto recentemente dalla stessa Universal sia fallito laddove erano riusciti 70 anni fa.

L’epoca d’oro di questi film horror fu la prima metà degli anni ’30, con una piccola ripresa intorno a metà anni ’40 prima del ritorno alla mediocrità e il declino definitivo con gli anni ’50, decennio con altre preoccupazioni e orrori. Di solito quando vengono raccolti in cofanetti per l’home video viene incluso Il Mostro della Laguna Nera e i suoi seguiti, tutti di metà anni ’50, ma ho sempre pensato che fosse un’aggiunta forzata.

I protagonisti

Evito di fare un listone, ma sostanzialmente questi film sono tutti basati sui capolavori letterari che immaginate e su leggende simili. E quindi il Fantasma dell’Opera, Dracula e Frankenstein in primis e poi altri pesi massimi come l’uomo invisibile, la mummia e l’uomo lupo.

Praticamente tutti questi mostri sono rimasti fino ai giorni nostri nella versione Universal. Se pensate al mostro di Frankenstein state sicuramente pensando alla versione di Boris Karloff nel Frankenstein di James Whale. Oppure Dracula, personaggio rielaborato centinaia di volte, ma se chiedi alla persona delle strada è facile che te lo descriva come Bela Lugosi.

I film e cosa aspettarsi

Queste sono coordinate molto generiche per film leggendari anche se molto vecchi. Parliamo di film che hanno tra gli 80 e i 60 anni massimo, ci vuole un minimo di consapevolezza. Non aspettatevi spaventi o effetti speciali, d’altronde erano film quasi di Serie B per l’epoca.

Quello che però questi film hanno è un mood narrativo e visivo a metà tra gotico ed espressionismo che resta sempre incredibilmente affascinante. È vecchio ma senza tempo. Nei momenti migliori sono film pieni d’invenzioni visive e con qualche effetto speciale ancora oggi validissimo, oltre che con make-up leggendari.

I capostipi sono tutti godibili e una visione, anche solo per motivi storici, se la meritano tutta. Tutti i seguiti sono di qualità via via sempre più calante, con l’unica luminosa eccezione di La Moglie di Frankenstein. Tra budget sempre più scadenti e continui cambi di cast, guardateli con il beneficio del dubbio.

Fra tutti, i miei preferiti sono i primi due film di Frankenstein, entrambi diretti da James Whale e con Boris Karloff come mostro. Sono film che hanno atmosfere pazzesche e talmente iconiche da rimanere indelebili. Il castello del barone, l’esperimento iniziale, il mostro con la bambina, la moglie del mostro tutti elementi che sono stati riproposti fino alla nausea in svariate forme hanno qui una forma espressiva pazzesca. E non solo perché sono state copiate omaggiate da Mel Brooks in Frankenstein Junior.

Più deludente il Dracula di Tod Browning (1931), che si regge tutto su Bela Lugosi e la sua magistrale interpretazione ma per il resto mostra troppo gli anni che ha. Addirittura la versiona spagnola girata in contemporanea da George Melfrod – assurda pratica dell’epoca fatta per vendere i film sonori nei mercati stranieri – è superiore, non fosse per il Dracula di Lugosi.

Degli altri, una delle sorprese più piacevoli è stata L’Uomo Invisibile (1933), anch’esso diretto da James Whale con effetti speciali meno datati di quel che si pensa. L’inizio nella locanda resta un momento di cinema grandissimo e Claude Rains recita solo con la voce in maniera incredibile.

Ho bei ricordi anche de La Mummia (1932) di Karl Freund, con Boris Karloff nei panni di Imhotep. Come molti ho un debole per la versione del 1999 con Brendan Fraser, ma quel film la butta più sull’avventura stile Indiana Jones, mentre il capostipite è un film più dell’orrore che altro.

L’Uomo Lupo (1941) di George Waggner fu una specie di rinascita del genere dopo un lustro di pochi e scadenti seguiti. Anche qui, siamo al grado zero di una storia sulla licantropia. Wolfman del 2010 con Benicio del Toro è il remake diretto di questo film, ma non vale granché al confronto. L’atmosfera non c’è, il licantropo in CGI è una merda e i colori tolgono tutta l’ambiguità al personaggio. Molto meglio l’originale, una storia gotica fatta e finita con Lon Chaney Jr. perfetto come uomo tormentato. Chiaramente la trasformazione è invecchiatissima, ma il make-up è indimendicabile.

In alcuni cofanetti viene inserito Il Fantasma dell’Opera di Arthur Lubin del 1943 con il già citato Claude Rains nel ruolo protagonista. Di tutti questi film, è di gran lunga il film più debole, datato, pesante e poco interessante.

L’universo condiviso

Dopo il successo dell’Uomo Lupo e il passo falso del Fantasma dell’Opera, l’Universal punta la via del crossover. Nel 1943 esce Frankenstein contro l’Uomo Lupo, Chaney Jr. è di nuovo un licantropo mentre Lugosi è per la prima volta il mostro di Frankenstein. Il film non è un granché ma servì a far attecchire l’idea dell’incontro-scontro tra le due icone. È l’equivalente filmico della creazione della Justice Society of America.

Dopo quel primo esperimento, Universal alza il tiro tra 1944 e 1945 con Al di là del mistero (poi rinominato in Italia La casa di Frankenstein) e La casa degli orrori. In entrambi i film il trio di mostri protagonisti è composto da Dracula, mostro di Frankenstein e l’uomo lupo. Nonostante gli intenti seriosi, entrambi i film virano rapidamente sul parodico.

Da lì al film comico in tutto e per tutto il passo è breve e infatti si arriva al 1948 con Il cervello di Frankenstein in cui i mostri incontrano Gianni e Pinotto, due comico al picco della popolarità nel periodo. Quest’ultimo film è esclusivamente un film comico, ma per la sua natura apertamente comica è più riuscito di altri film. Si segnala anche per essere il secondo e ultimo film in cui Bela Lugosi interpreta Dracula. Quasi come un passaggio di testimone tra i vecchi maestri dell’orrore e i nuovi, compare in un breve cameo Vincent Price, il re dell’orrore tra anni ’50 e ’60. Ma questa è un’altra storia.

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