Recensione
A Robert Kirkman si vuole sempre molto bene, perché è un nerd duro e puro come noi. Per cui quando con il suo nuovo progetto Fire Power decide di occuparsi di arti marziali, noi non possiamo che prendere il primo volume italiano uscito il 23 ottobre per SaldaPress, ammirare le matite di Chris Samnee e cominciare a leggere.
Trama
Owen Johnson cerca una mistica città per le montagne del Tibet, la trova e resta lì per imparare le arti marziali e scoprire qualcosa in più sulla sua famiglia. Si ritroverà ad allenarsi per imparare l’arte del Fire Power, praticamente l’onda energetica o l’hadouken di Street Fighter.
La scarna trama tradisce già le influenze di Kirkman. La città mistica sperduta nelle montagne del Tibet è un topos in giro da un secolo nella cultura pop, da Orizzonti Perduti a Zio Paperone, passando per Pugno d’Acciaio. Proprio quest’ultimo mi è sembrata la più grande ispirazione della serie.
Pugni energetici
Non solo la città mistica, ma anche le arti marziali e le tecniche di combattimento più sovrannaturali, Fire Power mescola questi elementi a metà tra supereroi e manga shonen. Ci sono tutti gli elementi della classica storia di formazione a base di kung fu e filosofia orientale spiccia. I personaggi e i loro conflitti sono quelli che abbiamo visto tantissime volte. Niente di nuovo e niente di sconvolgente nè reinventato in maniera brillante.
Kirkman d’altronde è uno che si è fatto un nome grazie a progetti ancorati il più possibile nella tradizione fumettistica e anche qua non si smentisce. Vengono poste le basi per una storia più lunga, ma questo primo volume è come dice il nome un preludio vero e proprio. Per vedere come prosegue la storia di Owen Johnson dobbiamo aspettare il prossimo volume.
Il volume è un preludio, ma non è il classico volume introduttivo dove non succede niente fino alle ultime dieci pagine che dovrebbero lasciarci in attesa del proseguio della storia. Qui c’è comunque una storia già corposa che viene portata avanti e ci sono personaggi già ben delineati con svariati momenti in cui brillano. Dove pecca in originalità, Kirkman se la cava di mestiere. A fine lettura ero appagato e curioso di leggere il seguito, perché nonostante non sia originale l’ambientazione ha sempre una certa presa su di me e perché Kirkman sa come tenere alta l’attenzione.
Mestiere e classe
Se Kirman se la cava di mestiere, Samnee invece decide di non accontentarsi della normale amministrazione. In altri lidi avevo già parlato bene del disegnatore e mi tocca confermare. Samnee sembra nato per disegnare fumetti, sopratutto quelli più d’azione. Novello Alex Toth, fa dell’essenzialità della linea e della perfetta regia delle tavole i suoi tratti distintivi.
Le prime pagine senza dialogo sono un grande esempio di come Samnee riesce a raccontare tutto con poco. E poi ci sono le scene di mazzate, dinamiche e classiche con giusto qualche piccola influenza giapponese, ma al contempo sono prettamente americane. Penso che lui si sia divertito un mondo a disegnare questa serie. Di sicuro io mi sono divertito un mondo a leggere le sue tavole. Samnee è la dimostrazione plastica che less is more, dice tutto con poco e sa raccontare un fumetto come pochi altri.
Concludendo
Pastiche di temi e influenze, Fire Power si appoggia alla sua storia già vista come inizio di qualcosa di grande (si spera). Questo primo volume sembra un film classico di arti marziali e la cosa ovviamente fa sempre piacere. Se la storia però non si scosta da binari già visti, i disegni di Samnee sono come suo solito grandiosi e sono il vero e grande motivo per cui siamo di fronte a un ottimo volume.
Edizione
Fire Power Vol. 1: Preludio è un volume cartonato a cura SaldaPress di 168 pagine uscito al prezzo di €19.90.
Nerdando in breve
Le arti marziali spaccano sempre, se poi le disegna Samnee l’interesse è massimo.
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