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COme VIte Distanti – Alla ricerca della porta rossa

Durante il lockdown si è pensato che ne saremmo usciti migliori, che stare rintanati in casa ci avrebbe portati a essere più sensibili e vicini una volta fuori, perché avremmo capito quanto è importante l’interazione con le comunità e le abitudini di tutti i giorni. Molte persone hanno invece sempre sostenuto una tesi opposta, dicendo che forse tutta questa solitudine ci avrebbe resi peggiori, perché a furia di sentire solo i nostri pensieri si sarebbe consolidato un egocentrismo discutibile. Che abbiate avuto un approccio fiducioso o sfiduciato da questa umanità in cui ci troviamo, comunque il (primo?) lockdown è finito, e abbiamo ricominciato a uscire di casa. Mentre la maggior parte di noi (perché ricordiamocelo, c’è chi non ha mai smesso di lavorare) è rimasta in casa, tantissime persone hanno prodotto qualcosa che ci facesse sentire meno distanti.

Recensione

Si è parlato -e si parla ancora- molto di distanziamento sociale, quando in realtà sarebbe sempre stato più corretto definirlo distanziamento “fisico”: umanamente, è bene restare più vicini possibile. Fra i tanti progetti di riavvicinamento che ci sono stati, vi parlo oggi di quello che ho preferito in assoluto. Si chiama COme VIte Distanti ed è un fumetto corale ideato e realizzato da Arf in collaborazione con PressUp.

Clack, impeccabile come sempre, ci aveva parlato del progetto quando è stato lanciato a fine aprile. Trovate tutto quello che c’è da sapere proprio qui. Di seguito, invece, troverete la mia personalissima opinione su ciò che ne è venuto fuori.

Trama

La storia narrata in COme VIte Distanti non ha una trama particolarmente articolata, non aspettatevi colpi di scena esplosivi e pirotecnici, ma si difende egregiamente. È la storia di un tizio che non esce di casa da ben tre anni e che un giorno, volendo dare da mangiare al gatto, si trova davanti a una porta rossa.

Avete presente quando siete nello stesso posto da talmente tanto tempo che ormai non ci fate più caso, a  quello che vedete, e d’improvviso vi rendete conto di un dettaglio enorme, che c’è sempre stato, ma che non avete mai notato? Ecco, è andata tipo così. Tipo, però, che di fatto in quell’insolita porta rossa una differenza c’è: attraversandola, anziché raggiungere lo sgabuzzino, tizio si è ritrovato in un’altra casa.

Ha inizio così un viaggio che lo vede spostarsi di casa in casa come un fantasma, senza interagire con nessuno fuorché qualche animale particolarmente sensibile. Un saltaporte che viaggia per il mondo e anche più in là, finendo in case con persone sole, con bambini felici, con professori rabbuiati e con un sacco di altri personaggi curiosi o realtà difficili.

Insieme a chi ne ha approfittato per un po’ di binge watching sfrenato, c’è anche chi si chiude in camera per non essere nuovamente vittima di violenze; c’è chi medita sull’intimismo, chi si accorge troppo tardi di aver passato la vita a pensare a come agire senza di fatto agire mai; c’è chi fa lezione da casa, chi piange perché vorrebbe tornare a scuola; c’è anche un sacco di altra gente, ma la smetto di elencarvela, altrimenti poi che lo leggete a fare?

Sappiate solo che poi torna in casa sua, poi esce di nuovo e incontra una tizia, e insieme tizio e tizia vagano insieme fra una porta rossa e l’altra, fino alla fine della quarantena.

Stile

 

Lo stile è quanto di più vario abbiate mai potuto incontrare. COme VIte Distanti è un fumetto corale perché l’hanno disegnato e colorato oltre 90 mani sapienti, ciascuna delle quali ha saputo dare il suo contributo in modo armonico e dissonante al tempo stesso. Ci sono stili morbidi e variopinti come quelli di Sio, Lorenzo De Felici o Simple & Madama, quelli più ispidi come fa Zerocalcare, quelli verosimili di Mirka Andolfo e Samuel Spano e davvero, davvero tanti altri. Cambia il font, cambia il tratto, le tecniche di colore e di disposizione dei personaggi nella pagina, però resta la stessa storia, scritta e sceneggiata da Francesco Artibani, Katja Centomo, Giovanni Masi e Mauro Uzzeo.

Un’altra simpatica caratteristica che contraddistingue COme VIte Distanti è la numerazione delle pagine. Anziché seguire quella tradizionale, ogni pagina riporta la data in cui è stata realizzata la tavola, che via via è stata pubblicata sui social dell’artista del giorno, rendendo di fatto l’opera intera una specie di diario. Il diario di qualcun altro, ovvio, mica il nostro, ma poiché vengono toccate qui e là delle scene di attualità realmente accadute durante il lockdown, credo che in un certo senso possa essere davvero anche il nostro. Non di quello che abbiamo fatto, ma della situazione che abbiamo vissuto, non come singoli ma come società.

Beneficenza

COme VIte Distanti è un’ottima idea per almeno due buone ragioni. La prima è che lavorare a un fumetto corale può aiutare qualunque fumettista a raggiungere un pubblico nuovo: chi legge la storia perché conosce già qualche artista presente, ha infatti l’occasione di trovarne di ulteriori, e nulla vieta, in caso di apprezzamento, di iniziare a informarcisi e appassionarsi anche a loro!

La seconda è altrettanto importante: l’incasso delle prevendite di COme VIte Distanti è stato donato all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, permettendo a chi ha organizzato di effettuare una donazione di 62.385 euro. Adesso il fumetto, che potete leggere direttamente sul sito di Arf!, è diventato una mostra: dal 20 al 22 novembre al Mattatoio di Roma saranno esposte più di 80 tavole, oltre a inediti ed extra, per raccontare ciò che ha portato alla realizzazione dell’opera.

(Nota: sul sito di Arf dicono che al bookshop della mostra sarà possibile acquistare una copia di COme VIte Distanti; non so se tornerà disponibile online, nel dubbio tenete d’occhio il sito e le pagine social).

Conclusione

Al di là di tutto posso affermare che COme VIte Distanti è una grande staffetta, in cui corre una sola squadra, per la vittoria di tutte le persone che hanno partecipato. Se anche non avesse il significato emotivo, di cui è intrinseco un prodotto realizzato all’interno di un contesto simile, comunque sarebbe una lettura che consiglierei. La romantica storia è pregevole e a lieto fine, i colori sono splendidi e ogni pagina è intrisa di cura e amore per quella che è la nona arte.

Nerdando in Breve

COme VIte Distanti è un fumetto corale grazie al quale è stata fatta un’importante donazione allo Spallanzani di Roma. Figlia di un lockdown, l’opera dimostra quanto di bello si possa realizzare valorizzando le differenze e collaborando per raggiungere un obiettivo comune.

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