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Galveston – Caduta e redenzione on the road

Galveston

Recensione

La pandemia di Covid-19 ha drammaticamente rallentato ma non bloccato del tutto l’industria cinematografica internazionale.
E così, mentre si discute dell’opportunità delle scelte di casa Disney (è di questi giorni la notizia che Mulan, titolo di punta della stagione 2020, verrà distribuito on demand su Disney+), nelle sale cinematografiche italiane (le poche aperte, a dirla tutta) arriva Galveston.

Galveston è nei cinema del nostro paese dal 6 agosto 2020 e io ho potuto guardarlo grazie ad un’anteprima stampa online. Si tratta di un viaggio esistenziale e fisico nel profondo Texas diretto da Mélanie Laurent a partire da un romanzo di Nic Pizzolatto.

Ora: io nutro una profonda stima per Nic Pizzolatto fin dai tempi della prima meravigliosa stagione di True Detective e adoro Mélanie Laurent da quando si è fatta notare in Bastardi senza gloria interpretando  Shoshanna, tra i migliori ruoli mai scritti da Quentin Tarantino. Non vedevo l’ora, quindi, di guardare Galveston, che mi incuriosiva parecchio e da cui mi aspettavo molto.

Trama

Nella New Orleans della malavita si incrociano le vite di Roy, criminale con un cancro terminale e Rocky, giovane prostituta senza prospettive.
Quando il suo boss organizza un’imboscata per sbarazzarsi di Roy, infatti, questi riesce miracolosamente a salvarsi e nella fuga coinvolge Rocky, che si trovava casualmente sul posto.
La ragazza convince poi Roy a passare da Orange, suo paese d’origine, per recuperare sua sorella minore e portarla con loro verso Galveston, dove si rifugiano.
Qui entrambi fanno i conti con il proprio passato e i propri errori e si appoggiano l’un l’altro per cercare un futuro migliore. Ma i sicari sono sulle loro tracce.

Stile

Galveston è tratto da un romanzo di Nic Pizzolatto uscito nel 2010 e, in effetti, la mano dell’autore si nota dietro le atmosfere e l’andamento della vicenda.
L’autore, d’altra parte, è stato coinvolto attivamente nella realizzazione del film, occupandosi della sceneggiatura insieme alla regista Mélanie Laurent. Tuttavia, nel corso della lavorazione, sono emerse pesanti divergenze di visione tra i due, tanto da portare Pizzolatto a disconoscere la stesura finale della sceneggiatura e firmarla con lo pseudonimo di Jim Hammett.

Non ho letto il romanzo Galveston, quindi non so dire quanto il film che ne è stato tratto se ne discosti. In ogni caso ho colto alcuni elementi tipici dello stile di Nic Pizzolatto, come le atmosfere, l’introspezione, i personaggi perduti. L’impronta registica che Mélanie Laurent ha scelto di dare al suo film è discreta e precisa, che lascia spazio ai suoi attori e predilige una fotografia scura e cupa. Il risultato, però, trasmette freddezza e coinvolge poco, nonostante le tematiche forti e la bravura degli interpreti.

Su tutti spicca Elle Fanning, non al suo top ma comunque in grado di delineare un personaggio fragile, in lotta con se stesso e con i propri demoni. Ad accompagnarla, uno Ben Foster perfetto nel ruolo di Roy. Il film si basa su di loro, unici protagonisti per la gran parte della pellicola.

Quella che vediamo sullo schermo è una storia di caduta e redenzione, di introspezione e ricerca personale: un’idea interessante, anche se già sfruttata, che però non riesce ad arrivare appieno al cuore dello spettatore. Un compito ben fatto, in fin dei conti, ma con poca anima.
Galveston è comunque una pellicola che vale la pena vedere per le ottime interpretazioni, la fotografia e la messa in scena accurata.

Nerdando in breve

Galveston è una storia di caduta e redenzione, leggermente fredda ma girata con cura. La mano di Nic Pizzolatto c’è e si vede.

Nerdandometro: [usr 3.0]

Trailer

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