Recensione
Sid Meier’s Civilization VI, ultima iterazione della maestosa saga di strategia, sembra non voler esaurire il proprio ciclo vitale. Giusto una decina di giorni fa è stato infatti annunciato il nuovo season pass chiamato New Frontier, che arricchirà il titolo di nuovi contenuti a cadenza bimestrale, a partire dal 21 maggio.
Ebbene, il 21 maggio è arrivato, il primo pacchetto contenuto nel pack, Maya & Gran Colombia pack, è uscito e io, dopo una bella maratona, sono molto felice di dirvi brevemente cosa ne penso.
Ne approfitto per ringraziare Cidiverte per il materiale per la recensione.
Contenuti
Come vi spiegavo nell’anteprima, il New Frontier Pass è composto da tanti pacchetti, ciascuno dei quali verrà rilasciato ogni due mesi.
Il primo di essi, che potete anche acquistare singolarmente, è dedicato a due civiltà americane, i Maya e la Gran Colombia, al suo esordio assoluto nella serie.
Oltre a queste due civiltà, che tra poco sviscereremo in dettaglio, nel pack è compresa una nuova modalità di gioco, chiamata “Apocalisse“, e alcune aggiunte tipo:
- 6 nuove città-stato, tra le quali Città del Vaticano;
- 3 meraviglie naturali: questa volta una piccola escursione nella mitologia, con il Trinagolo delle Bermuda, la fonte della giovinezza ed Eldorado;
- risorse: miele e mais;
- gli incendi boschivi.
Il Maya & Gran Colombia Pack singolarmente costa quanto i classici pack di civiltà già rilasciati in passato, ma se avete intenzione di comprare tutti i DLC previsti, beh, il pass permette di risparmiare e ottenere altri contenuti bonus in esclusiva.
Le nuove civiltà
Le due nuove civiltà contenute nel DLC, Maya e Gran Colombia, vanno ad allargare il roster delle civiltà americane, sono entrambe molto interessanti ed espressione, in un certo qual modo, di due modi opposti di impostare e giocare una partita in Civ VI. Andiamo a capire perché.
I Maya, comandati da Lady Wac-Chanil-Ahau, sono un’ottima scelta per chi voglia giocare “alto“: ciò significa scegliere di espandersi poco, ma tendere a sviluppare molto le proprie città e di conseguenza il proprio impero.
Infatti, grazie al bonus del leader, il Ix Mutal Ajaw, i Maya ottengono i maggiori benefici nel costruire poche città tutte in prossimità della capitale: ciò frutta un grosso bonus alle rese; al contrario, costruirle troppo lontano le renderà meno produttive. Inoltre, si ha un bonus nel combattere nei dintorni della capitale, ottimo se si imposta una partita sulla difensiva o per difendersi dalle orde barbariche ad inizio partita.
L’abilità della civiltà, chiamata “Mayab” è molto peculiare: niente preferenza per la costruzione delle città vicino all’acqua dolce, che non forniscono benefici come di consueto, ma tali bonus sono conferiti da fattorie e risorse di lusso.
La vicinanza di piantagioni e fattorie è altresì importante per l’Osservatorio, il distretto unico dei Maya che rimpiazza il campus.
Capite bene che giocare con i Maya si rivela molto intrigante perché consiste nel trovare il modo ottimale di piazzare le proprie città in un territorio ristretto, incastrando fattorie e Osservatori nel mezzo. Se fatto nel modo giusto, i bonus possono essere devastanti perché tutti interconnessi.
L’unità esclusiva, l’Hul’Ce, che rimpiazza l’arciere, è un vero e proprio rullo compressore dell’epoca antica, con il suo bonus di attacco contro le unità già ferite. Ottimo per difendersi all’inizio e per accaparrarsi il ristretto territorio necessario ai Maya per prosperare.
Un’ottima civiltà quindi per chi è maniaco dell’ordine e dell’ottimizzazione, nonché per chi non ami espandersi troppo.
Di concezione completamente opposta è la Gran Colombia, comandata dall’eroe sudamericano per eccellenza, Simon Bolivar, famoso per aver liberato buona parte dei paesi dell’America Latina dalle potenze coloniali.
Con una leadership del genere, i bonus non potevano che essere focalizzati su guerra ed unità: i colombiani hanno l’abilità Ejército Patriota, che garantisce un devastante +1 di movimento a tutte le unità e la promozione senza passare il turno. Assolutamente fortissimo sin dall’inizio, quando è importante esplorare e colonizzare.
Infatti la Gran Colombia si rivela un’ottima civiltà per partite larghe, votate all’espansionismo e, soprattutto più avanti nella partita, alla conquista.
Infatti Simon Bolivar assicura ai suoi la presenza del Comandante General, un tipo di Grande Personaggio esclusivo ottenuto ad ogni passaggio di era, che combinato con lo Llanero, l’unità esclusiva, forma una combo niente male. I Llaneros, infatti, guadagnano bonus alla forza se sono adiacenti, quindi più sono, più divengono inarrestabili. Ah, e costano meno come mantenimento.
A completare il quadro, c’è da dire che la Gran Colombia dispone anche di un miglioramento bonus, la Hacienda, che piazzato accanto alle piantagioni, diventa un moltiplicatore assoluto di resa del terreno, in modo simile all’Outback degli Australiani.
Se non si fosse capito, li adoro. Provateli.
Apocalisse!
La nuova modalità Apocalisse è attivabile a piacimento nelle opzioni di configurazione della partita, ed è una aggiunta molto carina e a tema con la civiltà dei Maya, se ci pensate.
Sì che ve lo ricordate, quanto ci hanno rotto le scatole con la profezia, nel 2012.
Tale modalità cambia alcune regole riguardanti i disastri naturali: essi saranno impostati al massimo livello sin dall’inizio, e diverranno più frequenti e catastrofici. Già dall’inizio del gioco, il cambiamento climatico è avviato alla fase 1, con i mari più alti del normale. Proseguendo nel gioco, fronteggeremo due nuovi tipi di disastri esclusivi di questa modalità: le eruzioni solari, che influenzano l’intera mappa, e gli impatti di comete (si, tipo Deep Impact, che è un film brutto ma rende l’idea), capaci di radere al suolo una città in un colpo solo lasciando al suo posto un bellissimo laghetto.
Tutto questo fino alla fase finale del cambiamento climatico, che si trasformerà in un vero incubo: le comete inizieranno a cadere ad OGNI turno.
In un mondo tanto crudele, gli sviluppatori hanno pensato bene di introdurre un po’ di sano misticismo con l’unità Veggente, in grado di appellarsi al divino per dirigere i disastri verso gli avversari e di sacrificare unità accanto ai vulcani per guadagnare potenza militare. Che bello.
Io ve lo dico: è divertente. Molto. Ma cambia abbastanza la partita, perché dal primo momento è una sciagura continua. Provate a vincere facilmente con una cometa che può precipitare sulla vostra capitale, lasciando al posto di millenni di civiltà un lago…
In conclusione
Il Maya & Gran Colombia pack, per chi vi scrive, è una buona aggiunta all’esperienza di Civ6; i contenuti sono validi, in particolar modo le due civiltà, che offrono davvero una novità nel metodo di gioco, una agli antipodi dell’altra.
Se i contenuti rimarranno di questo buon livello, il New Frontier Pass sarà stata un’ottima idea, che si rivolge in particolar modo a coloro che di Civ non ne hanno mai abbastanza e che magari hanno già sviscerato le novità apportate dalle due espansioni precedenti.
Ci si sente a luglio, quando andremo ad analizzare il secondo pack, che ricordiamo conterrà una nuova civiltà, l’Etiopia (che era una delle mie preferite di Civ5) e una nuova modalità di gioco chiamata Secret Societies, della quale ancora non si sa nulla.
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