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L’insurrezione – Il bello e il brutto di Star Trek

Veniamo ora al film più sottotono dell’intera saga, quello Star Trek – L’insurrezione che proietta la nostra amata astronave e l’ancor più amato equipaggio direttamente dentro una cospirazione galattica. Niente di stratosferico, soprattutto rispetto al contesto mirabolante di Primo Contatto, ma c’è comunque tanta carne al fuoco.

Ma andiamo con ordine.

il bello

Il fatto è questo: aspetti anni per andare al cinema a vedere la tua crew preferita; aspetti anni dopo quel gran filmone di Primo Contatto e ti aspetti un ulteriore balzo in avanti; aspetti anni per gustarti una nuova mirabolante avventura dell’Enterprise… e alla fine quello che ti trovi tra le mani è un “puntatone” lungo e tedioso in cui succede molto meno di quanto non accada mediamente in un episodio regolare.
Ma per fortuna non tutto è da buttare.

La storia, se non la conoscete, è presto detta: l’equipaggio si trova intrappolata sul pianeta di turno ove fronteggerà una cospirazione che ha origine niente meno che tra le linee di comando della Federazione, collusa con un monumentale Murray Abraham, che dà vita ad un villain crudele e implacabile spinto dalla più antica delle aspirazioni umane: sconfiggere la morte in una inesorabile partita a scacchi contro il tempo.

Condita da un’ironia che sembrava ormai perduta, il clima si fa più leggero di quanto non sia stato in passato: tra scoppiettanti ritorni di fiamma ed esuberanze ormonali, restiamo un pelo perplessi nel vedere Data cantare con gioia, ma la scena di Picard e Worf col karaoke è uno dei momenti più surreali e divertenti dell’intera saga cinematografica.
Ovviamente non tutto è rose e fiori, come il volto sbarbato di Riker che scatena qualche alzata di sopracciglio stile Spock, ma il climax pirotecnico è comunque esaltante, e vedere l’Enterprise E sorvolare lo spazio in salvataggio del capitano è stata una grande emozione.
Così com’è toccante il primo piano di La Forge mentre guarda il suo primo tramonto.

La perla del film, però, è proprio Worf a regalarla, ed è una lezione di vita per tutti noi.
Non importa quanti anni siano passati, quel pianeta dai poteri strabilianti non ha cambiato la natura dei componenti dell’equipaggio: i sentimenti, le passioni, le emozioni sono le stesse di sempre. Il pianeta li ha solo fatti riaffiorare, ma erano e sono sempre stati lì.
Ed è questa la lezione per tutti noi, trekker di vecchia data, appesantiti dagli anni, con un giro di pancia di troppo e sicuramente troppo argento tra i capelli: siamo quelli di sempre. Magari ce ne siamo dimenticati, ma siamo ancora noi.

E se è sufficiente un pianetino che ringiovanisce a far tirare fuori i nostri sentimenti dimenticati e sepolti, chi siamo noi per non farlo da soli, con le nostre forze?

Zeno2k

Il brutto

Andiamo dritto al sodo: il problema principale di L’Insurrezione è che sembra troppo un puntatone della serie, non si merita di essere stato proiettato al cinema. La trama non è interessante e non è originale, e troppe cose non convincono. Come già visto tante volte in passato, l’equipaggio si trova nel classico pianeta idilliaco abitato da gente pacifica e contadina (e noiosa), dove ovviamente troviamo la donna sigle bella e intelligente che fa girare la testa al capitano. Quante volte è capitato a Kirk o a Archer? Troppe. Ovviamente il capitano di turno non si concede la felicità ma preferisce il dovere, abbandonando la bella sul suo pianetino. Che noia. Ci casca anche Picard, che sinceramente con le sue fantasie bucoliche mi ha un po’ stufato. Ce lo vedete davvero a vivere in una casetta in campagna, circondato dal nulla e dal silenzio, con la scarsa pazienza che si ritrova? Io dico di no, e il tempo mi darà ragione…

Il cattivone e i suoi compari alieni non fanno paura per niente, fanno cose senza senso e sono anche oggettivamente brutti dal punto di vista del trucco di scena. Data, un androide speciale, avanzatissimo, unico nell’universo, si fa hackerare con troppa semplicità. L’Ammiraglio Dougherty praticamente si fa corrompere e dà ordini irragionevoli senza che venga spiegato quale sia il suo tornaconto, a giustificazione delle sue azioni. Questa “insurrezione” del titolo, non è nemmeno così eclatante, tant’è che il film avrebbe dovuto chiamarsi in modo diverso.

Alla regia troviamo Johnatan Frakes, cioè il nostro Numero Uno Riker, che non vedeva l’ora di dirigere un film di Star Trek per poter avere una scena nella vasca da bagno con la Sirtis. L’evoluzione della storia tra Riker e la Troi In L’insurrezione è un’altra delle cose che mi ha lasciata un po’ basita: in 7 stagioni di ST:TNG non si capisce mai bene cosa ci sia tra loro, si prendono e si lasciano per dare la precedenza alla carriera, Deanna ha addirittura una sospetta liason con Worf (anche questa mai chiarita davvero a parte in alcuni romanzi che tralasceremo) e poi bastano un po’ di radiazioni ringiovanenti per farli rimettere insieme così come niente fosse, tanto da arrivare a sposarsi (in La Nemesi)? La cosa non mi quadra.
Con Primo Contatto la serie cinematografica sembrava aver decollato, e invece L’Insurrezione è stata una grande delusione. Stanchezza? Mancanza di idee? Voglia di smettere da parte di tutti?
Propendo per questa ultima ipotesi, dato che poi, a parte La Nemesi, non ci sono più state produzioni con il cast di ST:TNG (almeno fino al 2020…).

Morgana

E ora non ci resta che darci appuntamento all’ultimo film della saga: Nemesis. State già tremando, vero?

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