Spesso non è consigliabile bere birra durante una sessione di gioco da tavolo, per due motivi: 1) restare il più possibile lucidi, ma non è detto che in effetti questo sia un male, anzi, potreste dar luogo a combo e strategie impensabili da sobri, e 2) evitare il rischio di rovesciare il bicchiere su tutti i componenti di cartone e/o legno o di usare qualche tessera o carta come sottobicchiere improvvisato. Bene, grazie a Le Taverne di Valfonda, ultima fatica della Schmidt (di cui ricordiamo I Ciarlatani di Quedelinburgo) ed edita da Devir, potrete unire questi aspetti e giocare ad un gestionale di una birreria senza alcun rischio allagamento da birra!
Recensione
Ne Le Taverne di Valfonda i 2-4 giocatori impersoneranno i gestori di una locanda che hanno voglia di fare il salto di qualità e quindi si sfideranno a colpi di miglioramenti, assunzione di personale, allargamenti di magazzino e aggiunte di nuovi tavoli per ospitare ancor più avventori. Per mantenere alta la sfida, il gioco prevede di iniziare ad imparare le regole usando solo un modulo di gioco; in seguito ne avrà ben cinque da proporre, così da innalzare sempre più il livello di sfida e di impegno dei giocatori.
Meccaniche
Le Taverne di Valfonda si sviluppa tramite meccaniche di deckbuilding e piazzamento lavoratori miste al lancio di dadi e al draft: ogni giocatore ha la possibilità di ampliare il proprio mazzo per avere ogni turno (ne sono 8) nuove possibilità, e con i dadi potrete attivare le varie carte che piazzerete sul tabellone come nel miglior piazzamento lavoratori di turno. Ogni plancia del giocatore è un elemento modulare che ha una serie di tessere a due facce che vengono posizionate ad inizio partita in un determinato senso, e che saranno girate nel momento in cui riusciremo a migliorare quella specifica parte della nostra taverna. Già, il miglioramento del nostro locale sarà fondamentale per riuscire a fare più punti degli avversari e a vincere la partita, e per farlo avremo bisogno di vendere birra, birra, birra.
Ciò che dovremo fare quindi sarà un mix tra aumentare il nostro personale (cameriere, lavapiatti, commercianti di birra, magazzinieri) e le nostre attrezzature (tavolini, registratore di cassa e così via) di modo da poter far fruttare di più i nostri clienti, che poi dovremo reclutare nel corso dei turni affinché riempiano la nostra locanda. Ci saranno vari tipi di clienti, raffigurati su carte di dimensione mini, e su ognuno di loro saranno presenti varie abilità che dovremo sfruttare usando la seconda parte del gioco, ossia i dadi. Ad inizio partita ogni giocatore avrà quattro dadi bianchi da poggiare su di un sottobicchiere, e potrà avere inoltre altri dadi specifici in base alla presenza o meno di alcuni determinati bonus. Una volta lanciati i dadi, passeremo addirittura ad una meccanica di draft: ogni giocatore ne sceglierà uno e poi passerà il sottobicchiere coi dadi rimanenti agli altri, fino a quando non saranno terminati. A questo punto, ogni dado potrà essere piazzato su delle strutture o dei clienti – a seconda dei valori riportati su di essi – e ogni dado piazzato farà partire un effetto particolare, che spazierà dall’ottenere birre e monete fino al guadagnare punti vittoria. Molto interessante quindi come ne Le Taverne di Valfonda c’è l’unione di tre meccaniche di gioco al fine di farci vivere un’esperienza completa e divertente, e direi che le attese sono ben soddisfatte.
Materiali
Le fustelle la fanno da padrone ne Le Taverne di Valfonda, assieme ai dadi e alle numerosissime mini-card che userete per le fasi di deckbuilding e piazzamento lavoratori. Fate attenzione quando defustellerete il gioco, poiché le quattro plance principali hanno una forma particolare e potrebbero quasi sembrare dei pezzi avanzati da buttare; non fatelo, altrimenti ve ne pentirete alquanto!
Buona cura anche per l’ambientazione, finemente illustrata in uno stile semplice ma molto efficace, e per manuale di istruzioni e dei moduli aggiuntivi, che si avvarranno di un codice colore per farvi capire al meglio le varie fasi di gioco e come destreggiarsi nelle varie possibilità. Per più info vi rimando alla nostra pagina Facebook dove potrete vedere l’unboxing completo del gioco.
Concludendo
Le Taverne di Valfonda è un gioco che unisce diverse meccaniche e questo non può che far contenti sia gli amanti dei gestionali che quelli dei deckbuilders ma anche di chi ama lanciare un po’ di dadi per ribaltare con un lancio le carte in tavola. Le regole non sono complicate, almeno per quanto riguarda i primi moduli; in seguito il gioco si fa più complesso e quindi c’è bisogno di una discreta dose di memoria per non perdere nessun “pezzo”, come anche il retro del regolamento suggerisce. Ho trovato semplicemente geniale la sezione “regole che sbaglierai più spesso“, che va proprio ad aiutare tantissimo il giocatore poiché, fidatevi, leggere ciò che non si può fare vi rimarrà in mente più di quanto invece possiate fare. Ottima scelta per giocatori appassionati, potrebbe essere un’ottima idea per un bel regalo di Natale senza farsi annebbiare i sensi dall’alcol!
Nerdando in Breve
Avete sempre sognato di gestire una birreria? Bene, con Le Taverne di Valfonda questo sogno diventerà realtà, grazie ad un gestionale multimeccanica che saprà divertirvi ed impegnarvi.
Nerdandometro: [usr 3.8]
Unboxing
Ringraziamo Devir Italia per averci inviato il materiale per questa recensione.
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