Giochi da tavolo

Ciarlatani di Quedlimburgo – Far esplodere pozioni, divertendosi!

Recensione

Fresco vincitore dell’ultima edizione di un premio importante come il Kennerspiel des Jahres 2018 (che premia, lo ricordiamo, il miglior gioco per esperti dell’anno), Ciarlatani di Quedlimburgo, Die Quacksalber von Quedlinburg in lingua originale, arriva finalmente in Italia ed in italiano grazie al certosino lavoro di Devir.

Presente al Play appena trascorso come novità, devo confessare che, nonostante il premio prestigioso, non era tra quei titoli per i quali avrei fatto la fila per una prova: ma le prime impressioni, si sa, alle volte sbagliano di grosso, e con i Ciarlatani di Quedlimburgo per fortuna è stato proprio così.

Ringraziamo Devir per il materiale per questa recensione e per avermi fatto ricredere, come vado or ora a spiegarvi.

Background

L’ambientazione, in una certa categoria di giochi da tavolo europei, si sa che possa risultare posticcia o comunque non importante od influente: quella di Ciarlatani di Quedlimburgo non è preponderante ma molto simpatica e, grazie all’accurata scelta della componentistica, anche piuttosto ben realizzata.

Interpreteremo il ruolo di un ciarlatano medievale, un truffatore creatore e venditore di fantomatiche pozioni che millantano straordinari poteri, dai filtri d’amore alla cura per la puzza dei piedi.
Mescolando ingredienti fantasiosi che sembrano usciti dritti dritti dalla classe di Pozioni della Scuola di Hogwarts, dovremo distillare i nostri tonici miracolosi con l’obiettivo di non farli esplodere nel calderone e di guadagnarci il più possibile.

Quedlimburgo immaginatela come una qualunque cittadina tedesca medievale nella quale si svolga un mercato; basta guardare la copertina del gioco e sarete subito lì.

Come si gioca

Ciarlatani di Quedlimburgo, di Wolfgang Warsch, è un titolo da 2 a 4 giocatori, della durata di 45 minuti che, come direbbero persone più addette ai lavori rispetto al sottoscritto. si basa su meccaniche di bag-building e push-your-luck.

Se vi sembrano espressioni pretenziose, non vi preoccupate, che ve le spiego in parole molto più semplici, che pur io non le avevo capite prima di giocare.

Sostanzialmente ogni giocatore ha un sacchetto all’interno del quale sono contenuti vari tipi di ingredienti, che aumenteranno durante la partita e che sono rappresentati da colori differenti, con i quali andremo a comporre le nostre pozioni, durante l’arco di nove round di gioco.

Vince la partita, indovinate un po’, chi alla fine di questi nove round abbia totalizzato più punti e sia più avanti degli altri nel tracciato del punteggio.

Le pozioni si compongono estraendo ingredienti dal sacchetto e posizionandoli sulla nostra plancia calderone in base al numero stampato su di essi e partendo da uno spazio iniziale contrassegnato da un segnalino “goccia”, che all’inizio sarà sullo 0.

Più il numero segnato sull’ingrediente sarà alto, più avanti potremo posizionarlo sul tracciato del calderone; più avanti si avanza nel tracciato, più punti si fanno. Sembra semplice, ma c’è l’inghippo: infatti, posizionando un numero di ingredienti bianchi tale che la somma dei loro punteggi sia maggiore di 7, la pozione esploderà e, durante la successiva fase di calcolo del punteggio ne usciremo danneggiati. La composizione delle pozioni avviene in contemporanea finché non si sceglie di fermarsi o finché la pozione esplode.

La plancia del giocatore, con calderone, rubini, fiaschetta e coda di topo. La goccia indica la posizione dalla quale possiamo cominciare a piazzare gli ingredienti.

Quando tutti avranno terminato la loro pozione, si passerà alla fase di punteggio, assegnato in base al punto raggiunto nel tracciato del calderone e in base ad un dado bonus da lanciare in caso la pozione non sia esplosa.

Inoltre, chi avrà fatto esplodere la propria pozione, dovrà compiere l’ardua scelta tra prendere i punti vittoria ottenuti oppure spendere i crediti guadagnati dalla pozione appena creata per l’acquisto di nuovi ingredienti da infilare nel proprio sacchetto per potenziarlo; chi fosse stato bravo e diligente, invece, otterrà la possibilità di effettuare entrambe le azioni.

A questo meccanismo, piuttosto semplice ma molto intelligente, si aggiungono alcune piccole variabili che rendono il gioco più profondo ed interessante, come i libri degli ingredienti, che decidono quali poteri speciali abbia ciascun tipo di ingrediente presente nelle nostre pozioni; le combinazioni tra libri di ingredienti contribuiscono a dare variabilità al gioco e a determinare anche un cambio di livello di difficoltà in base alle combinazioni suggerite dal gioco stesso, o mescolandoli come meglio ci piace.

Tanti ingredienti e i libri che ne illustrano i poteri

Ci sono le carte indovino, che determinano particolari condizioni valide durante tutto il turno oppure soltanto alla fine; i rubini, guadagnabili mescendo le pozioni, che permettono di spostare il segnalino “goccia” più avanti nel tracciato e quindi cominciare la mescita delle pozioni con punteggi maggiori; o la fiaschetta, importantissimo salvavita, che ci permette di scartare i pericolosi ingredienti bianchi e infilarli di nuovo nel sacchetto.

Esempio di effetti che si applicano durante tutto il turno o alla fine di esso.

Come sempre, anche se mi sono dilungato troppo, non voglio star qui a descrivervi per filo e per segno tutto il regolamento, perché lo trovate su internet e perché non è questo il mio scopo, se non quello di farvi capire più o meno come funziona il tutto: mi limito ad elogiare, come ultimo aspetto del regolamento, il particolare meccanismo delle code di topo, che permette a chi è troppo indietro nel punteggio di tentare di recuperare il terreno perduto ottenendo un bonus nel punteggio prima di cominciare a creare la pozione. Una piccola raffinatezza che tiene tutti in gioco fino alla fine!

Il tabellone con il segnapunti e il segnaturno. Il blu è in vantaggio, ma grazie alle code di topo il giallo ha possibilità di recuperare!

Da segnalare una modalità variante per esperti che si gioca con il lato B della plancia calderone: un ulteriore modo per allungare la longevità di un titolo che di sicuro non ha il problema della monotonia.

Componenti

Come vi accennavo nel paragrafo dedicato al background, la componentistica di Ciarlatani di Quedlimburgo riesce immediatamente ad immergere chi gioca nell’atmosfera del gioco.

All’interno della scatola di Ciarlatani di Quedlimburgo, c’è tanto cartone colorato, bello spesso, resistente e soprattutto riccamente illustrato.

Pentoloni nei quali mescere le pozioni, libri degli ingredienti, fiaschette, plancia e ingredienti sono una gioia per gli occhi e riescono a restituire a chi gioca la sensazione di sentirsi davvero dentro al gioco: non solo i componenti sono belli da vedere ed in tema, ma voglio rimarcare in particolar modo quanto sia bella la loro “fisicità”, che poi è anche uno dei piaceri nascosti del giocare da tavolo.

Ad esempio, prendete il segnalino fiaschetta: poteva essere uno scialbo gettone, per quella che è la sua funzione, e invece è proprio una fiaschetta bella grande da mettere accanto al calderone e da girare all’occorrenza. Sembra una roba stupida, ma non lo è.

Stessa cosa vale per i rubini, belli sbrilluccicosi.

Parte grafica e di componenti decisamente promossa, dunque; non da meno è la scatola, i cui interni sono anch’essi riccamente decorati a tema, come avevamo potuto apprezzare anche in un altro recente titolo Devir, ovvero Luxor.

A differenza di quest’ultimo, inoltre, è da lodare la maggior quantità di ziplock inserite nella confezione, che permettono di riporre comodamente tutta la componentistica in modo ordinato e funzionale.

Scalabilità

La scalabilità di Ciarlatani di Quedlimburgo è ottima: in tutte le configurazioni possibili è ugualmente godibile e divertente senza problemi.

Approvato per il gioco a due! Chiedere alla mia fidanzata che alla prima partita mi ha letteralmente asfaltato.

In conclusione

Che dire, in conclusione, di questo Ciarlatani di Quedlimburgo?

È stato il primo titolo da me provato con questo tipo di meccanica e devo ammettere che mi ci sono proprio divertito: è il classico gioco che ti fa alzare dal tavolo soddisfatto e con il sorriso sulle labbra.

Leggendo il regolamento non ero rimasto entusiasta, ma le prove su strada hanno smentito questo mio scetticismo iniziale.

Ciarlatani di Quedlimburgo è un titolo proponibile davvero a chiunque, tranne forse a coloro che odiano in toto il concetto di alea, perché qui ne troverete un bel po’, a causa della pesca dei componenti.

Io, che questi problemi di filosofia del gioco da tavolo non me li pongo, vi posso dire che il gioco è pensato in modo intelligente e garantisce, di certo, ciò che si richiede ad un gioco da tavolo: divertimento, inclusione, socialità e risate!

Ciarlatani di Quedlimburgo lo trovate, tutto completamente tradotto in italiano, al prezzo consigliato di 39,90 €.

Nerdando in breve

Ciarlatani di Quedlimburgo è un divertentissimo titolo per tutti, con una componentistica eccellente. Candidatura al gioco dell’anno sicuramente meritata!

Nerdandometro: [usr 4.0]

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