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Due chiacchiere con: Flavio Rosati (Leda, la strega di Trento)

Flavio Rosati Strega Trento

 

Qualche giorno fa ho avuto il grandissimo piacere di conoscere ed intervistare il fumettista trentino Flavio Rosati (detto “il Flaviatore”), mi ha spiegato molte cose interessanti riguardanti il suo fumetto e le sue attività, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dell’illustrazione in Italia.

Lorenzo: Salve a tutti, siamo qui con Flavio Rosati. Vuoi presentarti brevemente da solo? Chi sei? cosa fai?
Flavio: Mi chiamo Flavio Rosati, ho scelto come nome d’arte “il Flaviatore” perché era il mio soprannome ai tempi dell’università e mi è rimasto attaccato, faccio il fumettista da quattro anni e prima facevo l’art director per altre aziende grosse, ma ad un certo punto la passione ha vinto ed ho deciso di unire questa passione per il fumetto con tutto quello che avevo imparato prima.

L: Perfetto, ora andiamo a parlare del tuo fumetto, puoi farne una breve descrizione?
F:
Allora, la strega di Trento racconta la storia di Leda, questa ragazza, che ha 23/25 anni, è l’unica strega esistente al mondo e vive a Trento, che è l’unica città magica esistente al mondo, infatti ci si possono incontrare elfi, maghi, gnomi e mostri di qualsiasi tipo che convivono poi con gli umani, con la razza umana. Il coprotagonista è Daniel, un giornalista che viene da Milano e che viene apposta a Trento per scoprire il segreto della sua magia e del perché esiste solo lì.
Quindi questo è stato il mio incipit per narrare una storia che raccontasse anche la città ed ho fatto tutto questo perché, come ti dicevo prima, sono diventato fumettista e volevo raccontare una storia, però al contempo volevo vivere della mia passione, infatti, questo è un consiglio che do a tutti coloro che vogliono entrare in questo mondo, in questa categoria di lavoratori.
Ho concepito Leda in maniera tale che risultasse subito vendibile.
Una delle particolarità di questa storia è che ho concepito i personaggi e poi ho concepito anche il sito in maniera tale da raccogliere gli sponsor, perché la strega si appoggia sugli sponsor.
Ne ho raccolti parecchi in questi due anni, ho fatto due stagioni del fumetto, e la cosa divertente è che sono diventati parte integrante della storia, veri e propri personaggi. Così facendo, la strega è nata ed ha permesso a me di diventare un professionista del settore.

L: Mi hai preceduto sulla domanda, dove nasce l’idea del fumetto?
F:
*ride* Eh, ho 38 anni, ho iniziato che ne avevo 34, avevo lasciato volontariamente il mio lavoro di prima, con moglie ed una figlia, te la faccio breve.
Ho deciso di lasciare il mio lavoro e l’ho detto a mia moglie, siamo sposati dal 2008 e ci conosciamo da ancora prima, le ho detto: “guarda, Stefy, io non ce la faccio più, voglio lasciare il lavoro per diventare un fumettista”, ero un dipendente, col culo al caldo e con uno stipendio fisso ogni mese, ma le ho detto che volevo mollare tutto, che volevo provarci, lei mi ha guardato in faccia e mi ha risposto: “Flavio, era ora”. Lì il mio nodo, la paura di mettermi in gioco, di buttarmi, si sono sciolti.
Ho studiato bene per un anno intero il format e poi mi sono messo a creare i personaggi ed a cercare persone interessate ad essere raccontate, così ho creato questo prodotto che penso sia unico in Italia.

L: Sappiamo che il fumetto è diviso in vari episodi, l’idea di ogni episodio da dove arriva? Dalle storie che vai a cercare tu stesso?
F
: Sì, diciamo che ho fatto i salti mortali: ho integrato tra loro una trama generale, delle cose che io avevo da raccontare e l’aiutare i singoli sponsor e dare visibilità. Ad esempio mi sono divertito a disegnare le puntate con il barbiere, lui nel mondo reale è appassionato di Elvis Presley, quindi ho fatto degli episodi dedicati a questa passione.
Ho cercato di creare dei momenti che fossero belli anche per loro oltre che per me.
È stato difficile però, perché generalmente, quando un autore fa una graphic novel, ha gli accordi con la casa editrice, però la storia è sua, invece nel mio caso, devo rispettare il volere le persone che mi hanno aiutato.

L: Volevo parlare un po’ nel dettaglio dei protagonisti, loro da dove arrivano?
F:
Non è per nulla semplice, per Leda ho pensato: maschio o femmina? ho pensato a Riplay del primo Alien: Isolation, a Captain Marvel ed a tutti i personaggi femminili cresciuti nel cinema. Sono arrivato alla conclusione che le eroine mi hanno sempre affascinato, perché hanno più sfaccettature, sono più belle da raccontare, poi, detto tra noi, una strega dai capelli rossi non la batte nessuno.
Daniel invece è il contrario, tanto Leda è disinibita, quanto lui è ingessato.
In generale tutti i personaggi che ho fatto, per renderli interessanti, hanno una mia caratteristica, semplicemente per renderli più umani, più belli da leggere.

L: Prima mi hai parlato degli sponsor, come ti sei guadagnato la loro fiducia?
F:
È stato piuttosto facile, sono andato da loro, ho bussato e proposto il progetto, ho detto: “vi do visibilità e vi racconto in maniera diversa che aiuta la città”, solo per questo il 90% delle aziende a cui avevo fatto richiesta mi ha detto si.
Ne avevo parlato anche con Matteo Casali, sceneggiatore per la DC Comics, solitamente in Italia non si fa questa cosa, perché non è così semplice cercare di assecondare lo sponsor ed unirlo alla tua creatività.

L: Leda è il tuo fumetto di debutto, quale è stata la sensazione nel pubblicare il primo numero?
F
: Da quando ho lasciato il lavoro alla produzione di Leda sono passati dodici mesi, sono tanti, la paura di fallire si accumula, ma quando ho pubblicato il primo numero è stato eccezionale.
La tensione era tanta, ma ho cercato di fare tutto alla perfezione.
Ho addirittura fatto prove per il sito, di modo che funzionasse su ogni dispositivo possibile immaginabile, uno sbattimento incredibile per scegliere la giusta dimensione delle vignette e delle pagine, ma ne è valsa la pena.

L: Io ovviamente ho letto l’ultimo episodio del fumetto, in cui parli del disastro naturale in Trentino. Allora mi sono chiesto, quanto pensi sarà longevo il progetto? Fin quando avrai ispirazione?
F:
Nel corso del 2019 mi sono preso una pausa sabbatica da Leda.
Oltre a venire pubblicato sul mio sito, il fumetto viene anche pubblicato sul Dolomiti, il maggior quotidiano del Triveneto, quindi ho una visibilità enorme, allora per due anni ho tenuto un ritmo serratissimo, ma ora ho deciso di prendermi una pausa. Mi sono arrivate altre richieste da parte di agenzie esterne per altri fumetti e  voglio studiare un nuovo format per la strega,  per esempio ora Instagram ora ha un forte impatto, molto più di Facebook.
Da un lato mi piacerebbe pubblicare un edizione cartacea, come una vera graphic novel, dall’altro ho un sacco di progetti sottomano, quindi: o entro la fine di quest’anno comincia la terza stagione oppure sarò al lavoro come presidente di Autori d’immagini, un associazione che aiuta i giovani illustratori che vogliono imparare ed in qualche modo farsi valere. Quindi devo mettere in ordine le idee.

L: Siamo arrivati alla fine, io ho scoperto un sacco di cose che non sapevo su di te e sul tuo progetto. Se qualcuno volesse cercarti, dove potrebbe trovarti?
F:
Sul sito www.ilflaviatore.com/ c’è il form specifico, adatto per contattarmi e poi qui in Trentino sto creando un gruppo di artisti, tutti eccezionali, li ho scoperti per le valli, gente che lavora per il Washington Post o per il New York Time.
Quindi io invito tutti gli illustratori che leggeranno questo articolo a contattarmi, così da poter far parte dei gruppi che gestisco.

L:Concludiamo ricordando che il tuo fumetto si può leggere gratuitamente su www.ledalastregaditrento.com/ e negli archivi online del giornale Dolomiti e chiedendoti: perché qualcuno, secondo te, dovrebbe leggere il tuo fumetto?
F:
Perché è un modo diverso per scoprire Trento, per innamorarsi di questa meravigliosa città, per andare in giro e trovare anche le persone di cui ho scritto.

L: Grazie mille della disponibilità.
F: A te ed alla prossima.

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