Correva l’anno 1998 quando un videogame face la sua comparsa ufficiale sul mercato mondiale. Il suo nome: Resident Evil 2. Il suo destino: cambiare per sempre il genere survival horror, ridefinire un nuovo standard, diventare pietra miliare.
Oggi, dopo 20 anni, torna quello stesso capolavoro ad impreziosire gli scaffali dei videogiocatori di tutto il mondo con un remake completamente re-ingegnerizzato, allo scopo di accontentare tutti i palati, dai vecchi nostalgici ai nuovi fruitori.
Scopriamo insieme com’è andata.
Recensione
Con la sola eccezione di mia figlia, che però ha 6 anni ed è giustificata, qualsiasi persona al mondo se interrogata su cosa siano Resident Evil ed Umbrella Corporation, non esiteranno a rispondere con un buon grado di approssimazione. Che abbiamo giocato i titoli, visto i film, o semplicemente attraversato una qualsiasi fiera, il logo della Umbrella Corporation, coi i suoi mostri, gli zombi, i soldati, l’immancabile elicottero e così via, sono saldamente impressi nell’immaginario collettivo.
Come detto, parliamo del remaster di un titolo ventennale, che veniva dall’incredibile successo del primo capitolo e che infranse l’antico cliché che la seconda volta non è mai buona come la prima. Non solo lo fu, ma fu talmente eccezionale da ridefinire il concetto di survival horror, al punto che non mancano retrogamer che ancora adesso amano lasciarsi travolgere dall’ansia delle sue atmosfere.
Andiamo con ordine, per coloro i quali non ne conoscano i dettagli.
Gameplay
Sono passati circa due mesi dagli avvenimenti del primo capitolo e nella (ex) tranquilla Raccoon City fanno la loro comparsa due nuovi personaggi: il poliziotto Leon Scott Kennedy, al suo primo giorno di lavoro, e Claire Redfield, sorella di Chris Redfield, uno dei protagonisti del primo Resident Evil, venuta a trovarlo in città.
Le loro trame si intrecceranno a più riprese, ma seguiranno binari decisamente separati. Al giocatore la scelta di quale storia seguire, per prima. Sì, perché questo è un titolo da assaporare fino in fondo: giocare solo una delle due trame sarebbe come ordinare una grande fetta di torta e lasciarne nel piatto più di metà.
Anche i giocatori che hanno sviscerato il primo, però, troveranno davvero necessario vivere i due scenari: Capcom ha infatti effettuato un pesante restyling non solo dal punto di vista grafico o del gameplay come vedremo tra poco, ma anche e soprattutto dal punto di vista narrativo. Sono infatti molte le novità introdotte in questo che resta un survival fortemente story driven, dove l’attenzione del giocatore è catalizzata non solo dagli ambienti claustrofobici e dagli enigmi da superare, ma anche e soprattutto dalla trama da seguire che è stata rivista ed arricchita con nuovi snodi, nuovi personaggi e nuove sfide da vivere.
A noi giocatori resta il compito di esplorare gli ambienti inquietanti e ansiogeni del titolo, nascondendoci dai mostri che lo infestano, cercando oggetti, chiavi, esplorando, costruendo modifiche per le armi e, soprattutto, lottando con la scarsità delle risorse e l’abbondanza di nemici.
Comparto tecnico
La prima cosa a colpire (ma ad essere onesti avrebbe di più colpito l’opposto) è l’abbandono della telecamera fissa, un grande classico dei survival dell’epoca, come anche il primo Alone in the Dark e il recente omaggio White Night.
Questa tecnica oggi sarebbe decisamente troppo datata e Capcom ha pensato correttamente di applicare una moderna e bilanciata visuale over-the-shoulder, con il personaggio visto di spalle. Per modernizzare il titolo, quindi, è stato applicato lo stesso motore di gioco di Resident Evil 7: il RE Engine che viene tirato qui al massimo per far girare un titolo che sfrutta tutta la potenza offerta dalle attuali console.
L’impatto grafico è semplicemente sbalorditivo. Ho avuto il piacere di testare la mia copia su Xbox One X e la resa dell’immagine è stupefacente: che siano gli ambienti, i modelli dei mostri o le animazioni (queste, soprattutto, sono sublimi), tutto gira ad un 4K upscalato che mette i brividi. Non che non sian presenti alcune minime sbavature, ma si tratta davvero di pochezze in confronto alla grandiosità del tutto, soprattutto davanti alla maestosità dell’effetto particellare della luce, della nebbia, del vento, della pioggia.
Sembra di essere dentro l’orrore. Letteralmente.
Il sonoro meriterebbe un capitolo a parte, ma cercherò di essere breve, anzi brevissimo: giocatelo con le cuffie. Colonna sonora pazzesca, suoni ambientali perfetti, capaci di immergerci nell’ansia più totale, sottolineando i nostri passi esplorativi con gemiti, urla, cigolii, porte che si aprono e chi più ne ha ne metta.
Insomma: il comparto audio è da applausi, se solo non si avesse paura di fare troppo rumore ed attirare gli orrori del titolo.
E a proposito di orrori, gli zombi sono resi in modo magistrale, con la loro camminata claudicante, con i versi gutturali pronti a raggelarci il sangue nelle vene. il licker sembra uscito da un vero incubo, ma la menzione d’onore va al leggendario Tyrant: il colosso che ci ha terrorizzato anni fa, torna ancor più furioso e le sequenze di fuga da questa creatura, con la sensazione di essere braccati, e che ogni passo sia l’ultimo, sono davvero opprimenti. La sua comparsa è terrificante, e ci spinge ad una fuga disperata tra ambienti brulicanti di creature pronte a ghermirci e a farci sprecare le poche pallottole faticosamente raccolte.
Se lo scopo è provare angoscia, Resident Evil 2 ve ne regalerà a barili.
Conclusione
Il lavoro fatto da Capcom è assolutamente eccezionale: è quello che ci si aspetta da un grande studio alle prese con il remake di un grande prodotto; tutto il contrario dei remaster asettici che ci sono stati propinati negli ultimi anni da case blasonate.
Un lavoro che non è stato unicamente opera di pulizia, remaster e arricchimento per colmare 20 anni di gap: il titolo è stato ripensato da capo, con un nuovo gameplay, nuovi intrecci narrativi e nuove dinamiche, il tutto senza rinnegare il passato ma anzi rendendogli più che omaggio.
Il tempo è passato inesorabile e i gusti dei giocatori sono cambiati, tutto ciò è innegabile. Se qualche altro studio desiderasse riportare in vita vecchi classici, questo è quello che occorrerebbe fare: non aver paura di introdurre novità, non temere di cambiare fin nel midollo quelli che sono i mostri sacri dell’industria videoludica, ma soprattutto non mancare di rispetto a noi giocatori.
Con questo remake, Capcom ha reso omaggio a tutti: dal titolo originale, ai fan originali, a quelli che lo diventeranno da oggi.
Ringrazio Halifax per la disponibilità.
Nerdando in breve
Resident Evil 2 è il remake perfetto: lo amerete sia che siate della vecchia guardia, sia che siate neofiti.
Nerdandometro: [usr 4.9]
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