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5 motivi per giocare a Vampyr

Vampyr

Avete letto il bell’articolo di Solidea su Vampyr e ancora non siete convinti? Male, molto male. Ma non preoccupatevi, ci sono qui io per voi per darvi la spinta che vi manca.

Innanzitutto devo fare una doverosa premessa: io amo i vampiri. Da sempre. Quando molti, moltissimi anni fa mi affacciai per la prima volta al mondo del Web, e decisi di diventare un web designer, indovinante quale fu il tema che scelsi? Ecco, bravi. E vi svelerò un segreto: quel sito si chiamava proprio Vampyr. Un segno del destino? Forse, ma di sicuro non potevo esimermi da scrivere anche io un pezzo dedicato a questa affascinante ed immortale figura, che da millenni (sì, i primi vampiri risalgono all’epoca dei Babilonesi) ci affascina, ci intimorisce e ci ammalia.

Eccovi quindi cinque ottime ragioni per giocare a Vampyr, nel remoto caso in cui non lo stiate già facendo.

Londra

Ehi Zeno2k, perché preferisci la vecchia e fuligginosa Londra alla solare e luminosa Parigi? O alla chiassosa e allegra New York?
Ma perché, oh mio troppo giovane e inesperto padawan, Londra è la città dei vampiri.
La Londra Vittoriana, per chi non lo sapesse, è da sempre la mia ambientazione storica preferita: vuoi per gli abiti, vuoi per le usanze così ben descritte da Oscar Wilde, vuoi per il romanticismo intrinseco in quegli angoli oscuri, immersi nelle tenebre, in cui la nebbia serpeggia anche nelle notti estive, mentre un lontano scalpiccio di zoccoli porta verso Westminster qualche carrozza piena di dandy di ritorno da visitazioni clandestine non proprio consone a un gentiluomo.
Ma, soprattutto, perché se pensi ad un vampiro, pensi a Londra. E se pensi alla Londra vittoriana, immersa nelle tenebre, non puoi fare a meno di vedere un Ventrue. Se non sapere cosa sono, pentitevi e studiate.
E in Vampyr, anche se non parliamo di un gioco su licenza, questa atmosfera c’è tutta.

Vampyr

Le Razze

L’ho appena accennato, e farò finta che sappiate tutti di cosa sto parlando. Come detto non è un gioco su licenza per cui non troverete qui la Masquerade. Tuttavia, anche in Vampyr ci sono le razze, creature più alte, e altre più animalesche (sì, qui si chiamano Skal, ma chi non ha pensato ai Nosferatu?). Allo stesso modo, abbiamo la crescita del protagonista, che si è appena risvegliato e che deve imparare tutto: ad aiutarlo amici e compagni improbabili, come medici umani e affascinanti succhia-sangue.
Vampyr è un titolo che va giocato e vissuto, profondamente. Va conosciuto, va esplorato momento per momento, andando a caccia dei dettagli, delle sfumature, delle storie dei protagonisti.

Gameplay

RPG e sandbox in cui possiamo decidere la vita e la morte dei cittadini. Grande libertà di scelta e di movimento. Scelte morali, di cui parlerò a breve, e tanto dinamismo.
Vampyr ci apre le porte ad una Londra tutta da vivere ed esplorare e lo fa con un ramo di abilità davvero intrigante. Il tutto unito ad ampie possibilità di scelta sui combattimenti e sul crafting per modellare a piacere il nostro stile di gioco.
Davvero volete qualcosa di più da un gioco sui vampiri?

Storytelling

Chiamatela storia, chiamatela lore, chiamatela come preferite: il punto è che se amate l’universo dei vampiri, soprattutto quello letterario, qui avrete pane per i vostri denti. Vivere in prima persona i romanzi dell’orrore che mi hanno accompagnato per tanti anni è una vera soddisfazione: che siate amanti di Poe, di Polidori, di Stoker, o di tutti questi messi assieme, con Vampyr avrete la sensazione di proiettarci proprio dentro quelle meravigliose pagine.
Dopotutto non mi aspettavo nulla di meno dai ragazzi di Dontnod Entertainment, che a fronte di budget limitati sono stati già capaci di regalarci una perla come Life is Strange.

Vampyr

Le scelte morali

Vampyr ci immerge in un mondo crudele e selvaggio, in cui a comandare è la irrefrenabile sete. Abbiamo già in passato avuto assaggi illustri, uno su tutti il celebre Intervista col Vampiro; ma qui siamo noi a prendere le decisioni in prima persona. Uccidere o non uccidere? Bere o non bere? La maledizione della sete è l’unica legge da seguire, per un vampiro, mentre a ben poco conta quale uomo fosse prima: quando la sete attanaglia (quella di conoscenza, di potere, quella fisiologica) riusciremo a metterla da parte a favore del raziocinio e di un’umanità ormai perduta?
Non solo; anche dal punto di vista strettamente pratico, il gioco ce lo dice chiaro e tondo: più uccidiamo e più il titolo diventa facile. E ora come la mettiamo con la nostra moralità? No, non è così facile decidere se dare fondo all’istinto o se mantenere la calma, perché ogni singola decisione influenzerà di molto il proseguo del gioco.

Dopotutto siamo mostri, non dimentichiamocelo.

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