Recensione
Per fortuna a breve distanza dalla prima stagione, è andata in onda su Netflix la seconda parte della serie non inglese trasmessa dal colosso americano più seguita nel mondo: La casa di carta.
Come speravo si è dimostrata assolutamente all’altezza della prima parte: stesso livello di sorpresa e di ironia, stessa capacità degli attori di sostenere un ritmo e dello sceneggiatore di creare continui colpi di scena. In grado di mantenere l’attenzione sempre altissima, la banda bassotti iberica riesce ad incasinare sempre di più il piano perfetto ideato dal professore, riuscendo fino alla fine e nonostante tutti gli intoppi a tenere in scacco la polizia. E – cosa assolutamente da non darsi per scontata – riesce ad avere una conclusione all’altezza delle aspettative.
L’epilogo è sempre l’ago della bilancia che determina se abbiamo speso ore incollati ad uno schermo per un motivo valido o meno e in questo caso è a mio parere, assolutamente in linea.
Aldilà dell’originalità della trama presentata nella prima parte, anche questi sei episodi della seconda stagione riescono a mantenere alto il livello della serie grazie al susseguirsi di piccole e grandi cose che stravolgono la situazione. Il meritato successo di questa serie a mio parere è quello di riuscire a concludere una storia con la stessa intensità con cui è stata creata, di coinvolgere lo spettatore conducendolo fino alla fine in un tunnel in cui non si sa mai se la luce è davvero vicina.
Trama
Avevamo lasciato i nostri protagonisti ad un passo dall’essere smascherati (termine quanto mai idoneo), il Professore ormai tradito dal proprio amore per l’unica donna che avrebbe potuto rovinarlo e l’ispettrice Raquel Murillo nuovamente delusa sul piano sentimentale e professionale. In questa seconda parte si approfondisce il rapporto padre-figlio tra Denver e Mosca, quello di coppia tra Rio e Tokyo e naturalmente aumenta la tensione tra l’occhialuto protagonista e la poliziotta dalle idee sempre più confuse.
Dopo cinque mesi di accuratissima preparazione al colpo del secolo alla Zecca di Stato, tanti piccoli imprevisti gestiti con troppa passione e poca lucidità hanno portato il piano messo in atto da Berlino, Denver, Tokyo, Mosca, Nairobi, Oslo, Rio ed Helsinki quasi allo scatafascio.
Ho detto quasi…
Cast
I protagonisti sono esattamente gli stessi personaggi visti nella prima parte della serie tv:
Úrsula Corberó è l’affascinante Tokyo, il professore ha l’enigmatico volto di Alvaro Morte mentre Pedro Alonso interpreta il cinico e masochista malato terminale ossia Berlino.
Tutti gli interpreti principali sono attori spagnoli poco conosciuti anche in patria come anche Itziar Ituño Martínez che veste i panni di Raquel Murillo.
Progetto
Dato il clamoroso successo della serie, che ha trasformato attori (poco) conosciuti in patria in star internazionali che sfilano sulla croisette di Cannes, arriva la – prevedibile – notizia che uscirà nel 2019 la terza parte di questo controverso piccolo capolavoro, definito dal governo turco un’opera sovversiva e che istiga alla ribellione.
Nerdando in breve
Anche la seconda parte de La casa di carta si rivela un ottimo prodotto televisivo, con il giusto livello di suspense ed un finale che non lascia niente al caso. Da non perdere.
Nerdandometro: [usr 4.8]
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