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5 motivi per vedere Avengers: Infinity War

Oggetto di un’attesa senza precedenti da parte degli amanti dei cinecomics, Avengers: Infinity War, anche per merito di una eccezionale campagna di lancio, ha fatto decollare l’hype di chiunque alle stelle. Questa diciannovesima pellicola targata Marvel rappresenta un punto culminante del MCU e non credo, quindi, che servano ulteriori motivi per correre nelle sale a vederla. Tuttavia, se appartenete a quel popolo di scettici che dubita della reale qualità dei prodotti figli di trasposizioni da fumetti o se, semplicemente, non siete riusciti a stare dietro alla complessa storyline imbastita da Disney con i personaggi della casa delle idee, ecco qui altri 5 validi motivi che potrebbero farvi capitolare.

Thanos

Semplicemente il miglior villain che un film Marvel abbia mai regalato al pubblico.
Invincibile (sul serio, mica come Ultron), spietato e determinato, Thanos, il Titano, è probabilmente il personaggio meglio caratterizzato della pellicola. Al centro di una catastrofe che rischia di distruggere l’intero Universo, l’alieno alla ricerca delle Gemme dell’Infinito non è un semplice cane rabbioso, bensì un folle lucido e con un obiettivo ben preciso. Pervaso da un distorto senso del giusto, l’avversario degli Avengers è incrollabile nel proprio proposito, oltre che un combattente senza eguali.

L’unione di tutti gli eroi Marvel

Già, perché, come facilmente intuibile anche dal poster ufficiale, in questo episodio non ci saranno soltanto i Vendicatori a trovarsi riuniti per affrontare una minaccia più grande. A cominciare dai Guardiani della Galassia, protagonisti di due pellicole così ben riuscite da entrare in un posto speciale nel cuore dei fan, la gran parte dei personaggi visti nelle avventure precedenti, come l’immancabile Spider-Man, Nebula, War Machine e il Dr. Strange saranno presenti per dare il loro contributo e risponderanno presente alla lotta contro il male.

Spider-Man

Lo aspettavamo come dei pazzi dal momento dell’annuncio della sua presenza in Civil War ed ora il tessiragnatele è finalmente pronto a prendersi un ruolo da protagonista all’interno del MCU.
Già apprezzato nel contesto più urbano e meno galattico dell’ottimo Homecoming, Pete è (come da tradizione fumettistica) tirato in mezzo in un conflitto molto più grande di lui. In possesso, per l’occasione, di un nuovissimo costume che ricorda moltissimo quello del Superior Spider-Man delle opere cartacee, l’Uomo Ragno in mezzo agli Avengers fa la sua porca figura… grazie Marvel.

Epicità

È davvero difficile descrivere, senza fare riferimento a determinate situazioni o scene, il grado di pathos che il film riesce a trasmettere durante la visione.
Tutto, partendo dal difficile ed irrisolto conflitto tra Iron Man e Capitan America, pesa sull’ intera trama di questo riuscito capitolo corale. La sensazione di catastrofe imminente è chiaramente indispensabile per una pellicola di questo tipo, ma qui si va oltre, con la creazione di un senso di stanchezza e di ineluttabilità del fato che già avevamo avuto modo di apprezzare in Thor: Ragnarock, anche se in misura nettamente minore.

Umorismo

Nonostante rivesta un ruolo molto secondario rispetto al passato (cosa che personalmente ho gradito), l’umorismo è ancora presente all’interno delle trasposizioni. Le battute, meno scontate e meno frequenti, sono sottili e meglio calibrate e contribuiscono a creare una forte empatia verso questo o quell’eroe. Vedere gli esseri più potenti del pianeta bisticciare tra loro è sempre divertente, su questo penso non ci sia nulla da obiettare. La buona riuscita dell’alchimia creata dipende, però, anche da come gli sceneggiatori intrecciano i dialoghi e li rendono aderenti ai personaggi in scena e direi che questo, in Infinity War, è perfettamente riuscito.

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