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Past Cure – In bilico tra incubo e follia

Past Cure

Non riesco nemmeno ad esprimere quanto mi mettano a disagio i videogiochi horror. I film pure, soprattutto se al cinema, ma con i videogiochi è molto peggio perché oltre a morire di ansia devo riuscire a coordinare i movimenti delle dita, senza contare che già il fatto stesso di muovere il personaggio di turno è un problema perché il jump-scare è costantemente in agguato.

Ok, è vero questo gioco non è esattamente definibile horror, ma è fornito di una buona dose di atmosfera ansiogena che già da sè mi ha dato da fare.

Trama

In questo titolo ci ritroveremo ad impersonare Ian, che incontreremo per la prima volta in uno dei suoi incubi, cominciando così a giocare. Non è una novità per lui essere tormentato da questi brutti sogni, ma una cosa nuova stavolta c’è: una donna, che cerca di raggiungere prima del risveglio.

Devo dire che l’idea dell’incubo è stata resa molto bene; l’atmosfera è estremamente cupa e il fatto di rimanere intrappolati in varie stanze contro la nostra volontà ti fa sentire davvero in trappola, proprio come quanto ti rendi conto che stai sognando e vorresti svegliarti, ma non ci riesci.

Una volta svegli impareremo le prime cose su Ian: è un militare, e per qualche motivo sconosciuto è reduce da un’amnesia durata ben 3 anni, da cui ha anche ereditato dei poteri sovrannaturali. Oltre ai poteri però, si è destato da questa amnesia con dei problemucci psicologici difatti, quando non è impegnato a uccidere inquietanti manichini nei suoi incubi, non fa che affogare nella follia e paranoia da sveglio, che cerca di tenere a bada con una droga misteriosa procuratogli da un “amico” altrettanto misterioso.

Questa è quindi la premessa con cui cominciamo a giocare, che devo dire mi è sembrata molto interessante.

Per chi fosse interessato, preciso che il gioco non è disponibile in italiano, sia nel doppiaggio che nei sottotitoli. Il doppiaggio è in inglese e tristemente piatto.

Gameplay

Fondamentalmente Past Cure si presenta come un adventure game in terza persona, con elementi stealth e horror, che ogni tanto diventa simile ad un fps e in altre volte ti ritrovi a risolvere semplicissimi enigmi utilizzando i poteri.

C’è un po’ di confusione in effetti, con tanti elementi che si mescolano ma non esattamente nel migliore dei modi. Non c’è un mix omogeneo, al contrario il gioco sembra essere separato in pezzetti distinti, ognuno col suo stile e il suo particolare gameplay, che poi sono stati attaccati insieme alla meno peggio con lo scotch.

In generale una cosa del genere la apprezzerei perché spezza quella che rischia di diventare monotonia, ma qui il risultato è confusionario e a tratti spiazzante.

Riguardo ai poteri di Ian, ne abbiamo a disposizione due: uno è quello di percepire le cose in slow-motion e l’altro è quello di proiettarsi al di fuori del proprio corpo. Il primo viene usato per lo stealth e le sparatorie, il secondo per gli enigmi e poche altre cose.

Ambientazione

L’ambientazione è abbastanza scialba, ripetitiva e spoglia di elementi particolari o caratteristici. Per quanto ciò possa essere un aspetto negativo, io l’ho apprezzato perché ha contribuito a darmi quella sensazione di ansia e frustrante monotonia che caratterizza gli incubi e che fa un pochino venire voglia d’urlare al tuo cervello.

Tutto è infatti molto semplice, gli ambienti sono essenziali e vuoti, non solo nei sogni ma anche altrove come la casa stessa in cui si trova il protagonista. La scelta dell’arredamento estremamente moderno trasmette un non indifferente senso di freddezza.

Nerdando in breve

Past Cure è un titolo in terza persona con elementi horror e thriller a cura dello studio Phantom 8, dalla breve durata e il prezzo contenuto.

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