Premessa
Stranger Things 2 aveva un compito difficilissimo, dovendo rispondere ad una domanda epocale: si può mantenere ad alti livelli un franchise esploso un po’ per caso?
Stranger Things, infatti, aveva fatto irruzione nell’estate 2016 come un tornado di proporzioni inaspettate. Mix fresco e nostalgico allo stesso tempo, aveva conquistato proprio tutti, imponendosi come uno dei migliori prodotti televisivi dell’anno e contribuendo a rinforzare l’immagine di qualità di Netflix. Con una storia che lasciava spiragli ad un seguito ma, in linea di massima, si autoconcludeva la domanda spontanea era: e adesso?
Stranger Things 2 è stata, di conseguenza, anticipata da un grandissimo senso di attesa (colmato in parte da un riuscitissimo videogame per smartphone) e, diciamocelo, con aspettative così alte la possibilità di fallire era piuttosto elevata. E invece i fratelli Duffer colpiscono di nuovo nel segno, dando vita ad una stagione diversa dalla prima e, proprio per questo, alla sua altezza, più matura e complessa, con personaggi che evolvono e non restano legati agli stereotipi.
Trama
È passato circa un anno dagli avvenimenti che hanno sconvolto la tranquilla cittadina di Hawkins ma non tutto è tornato pienamente alla normalità.
Mentre il nuovo direttore del laboratorio, il Dr. Owens, procede alla sistematica bonifica degli ingressi al Sottosopra, Will ha sempre più frequenti visioni del Mostro Ombra che lo atterriscono.
Nel frattempo Mike non si è rassegnato alla perdita di Undici e, convinto che la ragazza sia ancora viva, tenta di contattarla ogni sera senza successo. Undici, in effetti, è davvero sopravvissuta ma è costretta a vivere nascosta con la complicità di Hopper, per evitare che il laboratorio possa catturarla. La ragazza però, dopo un anno, è sempre più insofferente a questa situazione.
Quando, a pochi giorni da Halloween, i campi della città vengono rovinati da un virus sconosciuto, Hopper si rende conto che la partita con il Sottosopra non è ancora chiusa.
Recensione
Lo ammetto, ero piuttosto preoccupata all’idea di Stranger Things 2. La prima stagione mi era piaciuta davvero molto e temevo che l’ansia di proseguirne il successo, come spesso accade, potesse rovinare quanto di buono creato.
Fortunatamente i fratelli Duffer non sono certo degli sprovveduti e hanno saputo tirare fuori una seconda stagione pienamente all’altezza dell’originale, che mantiene intatti gli elementi di forza ma riesce a cambiarne altri, senza risultare una copia carbone dell’originale.
Volendo riassumere Stranger Things 2 in una sola parola, la più adatta mi sembra evoluzione: la storia progredisce ed i suoi protagonisti crescono, come se non ci trovassimo di fronte a due stagioni separate ma ad un unicum ben congeniato, una sorta di lunghissimo film.
Le strizzatine d’occhio al pubblico, elemento portante del successo della serie, rimangono comunque tutte: tantissime citazioni, atmosfera anni ’80, musiche stupende, sapienti cliffhanger. Tutto questo non poteva essere eliminato e, di fatti, ci permette di trovarci di fronte a qualcosa di familiare, allo spirito reale di Stranger Things.
L’elemento differente sta nella storia e nella caratterizzazione dei personaggi. La vicenda di Stranger Things 2 è diversa da quella della prima stagione (ed è giusto così) ma altrettanto avvincente ed appassionante. La storia mostrata nell’arco delle nove puntate approfondisce aspetti del passato e porta avanti la lotta con il Sottosopra.
Anche i protagonisti che abbiamo imparato ad amare non restano uguali a se stessi (e sarebbe impensabile, dato che in maggioranza si tratta di bambini e adolescenti con personalità in crescita) ma mostrano una maturazione coerente con il proprio vissuto. Ad essi si affiancano nuovi personaggi, altrettanto caratterizzati e credibili.
Cast
Come già era accaduto nella prima stagione, tutto il cast di Stranger Things 2 è perfettamente in parte e decisamente affiatato. D’altra parte, come ci hanno rivelato alcuni degli attori presenti all’ultimo Lucca Comics & Games, sul set si respira un’atmosfera familiare che aiuta a calarsi spontaneamente nella parte.
Come al solito, i veri protagonisti sono i bambini: se le rivelazioni della prima stagione erano stati i giovani Millie Bobby Brown nel ruolo di Undici e Finn Wolfhard in quello di Mike, in questa seconda stagione merita di essere sottolineata la bravura di Noah Schnapp nel ruolo, non più marginale, di Will.
In ogni caso, tutto il cast di bambini e adolescenti si dimostra all’altezza del compito, dando vita a personaggi veri, credibili e sfaccettati.
Al loro fianco, un cast adulto composto da icone anni ’80: alle conferme Winona Ryder e David Harbour si aggiunge un ottimo Sean Astin, felicissima novità tra i protagonisti. Le mie uniche riserve, a dire la verità, sono proprio sull’interpretazione della Ryder, che mi è sembrata l’unica eccessivamente caricata con le sue costanti ed eccessive espressioni di terrore.
Nerdando in breve
Stranger Things 2 raccoglie l’eredità della prima stagione e la porta ad un nuovo livello di maturazione ed evoluzione. Una serie da non perdere.
Nerdandometro: [usr 4.2]
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