Nella mitologia norrena, caso abbastanza raro tra le culture antiche e non privo di interessanti speculazioni tra gli storici, il Ragnarok è assimilabile al giorno del giudizio, ovvero il momento in cui tutto finisce e tutto si rigenera: in quel momento gli Dei si scontreranno con le loro nemesi, annientandosi a vicenda; sole e luna spariranno; il Bifrǫst, il ponte dell’arcobaleno, crollerà; il mondo verrà attaccato dalle creature del caos e i morti torneranno dal Valhalla per l’ultima battaglia.
Ma sebbene ci siano somiglianze con l’apocalisse cristiana, il Ragnarok in realtà non è la fine di tutto: è piuttosto la fine del mondo come lo conosciamo e l’inizio di qualcosa di nuovo, in quella che è l’eterna danza della cose: vita, morte, rinascita.
Recensione
Thor: Ragnarok è il terzo film dedicato al celebre eroe dei fumetti Marvel, e il diciassettesimo film del Marvel Cinematic Universe. Dopo due pellicole che non hanno entusiasmato gli animi era lecito aspettarsi un cambio di rotta, una trama avvincente e un cast ispirato che riuscissero a dare lustro all’eroe norreno che è tanto amato su carta ma che sembra non aver trovato ancora la sua giusta dimensione sul grande schermo.
Trama
Anche se già trattati in precedenza, in questo paragrafo potrebbero esserci degli argomenti considerati spoiler.
Le vicende si collocano due anni dopo la fine di Marvel Avengers: Age of Ultron. Thor ha lasciato Asgard alla ricerca dei demoni che tenteranno di annientare il suo pianeta, scatenando l’arrivo di Ragnarok. Ma come spesso accade è proprio la via imboccata per scongiurare un evento che ci porterà dritto tra le sue braccia.
Dopo aver annientato il gigante del fuoco Surtr, infatti, Thor scoprirà che in sua assenza molte cose sono cambiate, e nessuna in meglio. Ragnarok è già iniziato e verrà portato da Hela, dea della morte e sorella di Thor e Loki, che dopo aver esiliato i due Principi sul pianeta Sakaar, prenderà possesso del Regno, imponendo il suo dominio di terrore e morte.
Nel frattempo Thor farà il possibile per fuggire dal proprio esilio. Sakaar è un pianeta discarica (letteralmente la discarica dell’Universo), governato dal pittoresco Gran Maestro che intrattiene il proprio popolo con l’antica usanza dei giochi dell’arena. Qui Thor incontrerà una vecchia conoscenza in versione gladiatore: Hulk, scomparso dai tempi di Ultron, che ricopre il ruolo di campione indiscusso dell’arena.
Inizia così per Thor un viaggio di redenzione e mutazione, alla ricerca del se stesso più maturo, consapevole, degno di sedere a testa alta sul trono di Odino. Ma per farlo dovrà cambiare, sia fisicamente che psicologicamente, e sconfiggere i propri demoni, compreso lo schiacciante senso di inferiorità al cospetto del padre degli Dei.
Cast
Thor: Ragnarok ha un cast semplicemente eccezionale. Oltre agli attori che da sempre accompagnano il franchise, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Idris Elba e Anthony Hopkins; nuovi volti giungono ad arricchire la pellicola.
Hela, villain di questo capitolo, è nientemeno che il premio Oscar Cate Blanchett, strepitosa come al solito e perfettamente calata nei panni della dea a lungo imprigionata, capace di scaricare sul proprio popolo millenni di rabbia e frustrazione.
Il ruolo del Gran Maestro va a Jeff Goldblum che avevamo già potuto intravedere come easter egg nei titoli di coda di Guardiani della Galassia vol. 2. Statuario come sempre, Goldblum dà vita ad un personaggio grottesco e caricaturale. Fratello del Collezionista (presente proprio nei Guardiani) è uno degli Antichi dell’Universo, una creatura dai poteri quasi illimitati che qui preferisce dedicarsi ad un ruolo fortemente caratterizzato da facezie e stravaganze.
Tessa Thompson, apprezzatissima in Westworld, interpreta Valchiria: la guerriera ispirata alla Brunilde wagneriana, nel doppio ruolo di antagonista e alleata di Thor.
Infine, per gli amanti del Signore degli Anelli, ecco Karl Urban ad interpretare Skurge, un guerriero asgardiano dilaniato tra dubbi, paure e invidie.
Torna, naturalmente, anche Mark Ruffalo ancora una volta nei panni di Bruce Banner (aka Hulk).
Al cast principale si accompagnano altri volti più o meno noti, tra citazionismo e cammei di cui non voglio svelare troppo per non rovinare la sorpresa. In tutti i casi, però, la prova di attore di questo ricco cast è notevole: perfetta e mai fuori posto, sopra le righe il necessario ma mai sguaiata.
Regia
Come dicevo all’inizio questa pellicola era chiamata a dare un cambio di rotta alle avventure di Thor.
Dopo lo strappo con Alan Taylor, regista di The Dark World, a seguito di polemiche nate sul processo di post produzione, a dirigere questa pellicola è stato chiamato Taika Waititi (attore, sceneggiatore e regista neozelandese), il quale ha dichiarato senza mezzi termini l’intenzione di dare un taglio da film di fantascienza degli anni ’70 ispirandosi molto più al climax di Guardiani della Galassia che non ai precedenti Thor.
Al di là della trama e degli inevitabili sviluppi futuri nell’economia complessiva del MCU, la prima cosa a colpire è il taglio dato dalla regia. Il tono di sottofondo è volutamente scanzonato, ricco di battute, facezie e momenti di ilarità capaci di strappare diverse risate in sala. Oltre al personaggio del Gran Maestro, brillante e faceto per copione, lo stesso Thor sembra aver imparato a non prendersi troppo sul serio. Certo ci sono momenti altamente drammatici, atti a scatenare una profonda evoluzione del personaggio che ho decisamente apprezzato, così come ci sono sequenze che rasentano l’epicità, soprattutto durante le complesse scene di combattimento con Hela; ma a farla da padrona è sicuramente la volontà di intrattenere e di farlo divertendo. E questo senza mai scadere nel banale, nella battuta facile o nella macchietta.
Il concerto di emozioni si rende ancora più palese nel momento in cui prestiamo attenzione alla colonna sonora. Oltre ai temi dei supereroi, e alle loro rielaborazioni, fa colpo un uso sfrenato delle sonorità elettroniche, che avvicinano questa pellicola ad alcuni dei grandi action movie del passato. Non è un caso se lo stesso Chris Hemsworth ha dichiarato di essersi ispirato a Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown per la costruzione e l’evoluzione di Thor.
Ad un orecchio attento, soprattutto a quelli che come me sono entrati negli “anta”, non sarà sfuggita la melodia di Pure Imagination, canzone tratta dal film del 1971 Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Difficile immaginare qualcosa di più lontano dal tema supereroistico, eppure nell’economia complessiva tutto funziona, si incastra in un connubio di opposti capaci di creare una sinfonia di discrepanze, scioccante e disorientante al punto giusto.
Conclusioni
Thor: Ragnarok è il classico film di cui si fa fatica a dare un giudizio alla prima visione. Presi dalla trama e dai molti momenti di ilarità, richiede una seconda e più attenta visione per godersi quei piccoli dettagli che ne compongono l’architettura globale. Personalmente ho apprezzato moltissimo le contaminazioni dai film degli anni ’70, con costumi e sonorità sopra le righe davvero sfarzose; ho adorato vedere nuovamente su grande schermo uno dei miei attori kiwi preferiti, Sam Neill, anche se per un brevissimo lasso di tempo; e decisamente ho amato l’unica scena ambientata sulla Terra, di cui non dirò nulla per non rovinarvi la sorpresa.
Nel complesso credo sia un film nettamente superiore ai primi due ma allo stesso tempo ancora manca di qualcosa per essere paragonabile a grandi pellicole come Capitan America. Sicuramente è stata coraggiosa la scelta di dare un taglio completamente diverso, rendendolo de facto quasi un film stand alone; mancano forse ancora un po’ di sottotrame di spessore e una maggiore introspezione dei personaggi come Valchiria, che ha del potenziale, ma alla fine risulta molto legata ai cliché; si sarebbe potuto osare un po’ di più con il Gran Maestro e i gladiatori, magari riducendo il tempo dedicato alle sequenze action; tuttavia sono stati seminati germogli interessanti per il futuro.
Nerdando in breve
Thor: Ragnarok porta l’apocalisse ad Asgard, scatenando la tanto attesa evoluzione di Thor.
Nerdandometro: [usr 2.9]
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