Si può misurare la paura?
Cosa fareste se foste bloccati sul fondo dell’oceano, rinchiusi in una gabbia circondata da squali e con una riserva d’ossigeno in rapida diminuzione?
In effetti non sembra una situazione auspicabile ma, per un film tutto brividi ed adrenalina, è una trama molto interessante.
47 Metri, film inglese diretto da Johannes Roberts ed interpretato da Mandy Moore e Claire Holt, ci pone proprio in questa inquietante prospettiva.
La pellicola è tra le novità home video di ottobre proposte da Universal che, per l’occasione, ci ha coinvolti in un esperimento per misurare empiricamente gli effetti della visione: munita di cardiofrequenzimetro, ho monitorato le mie pulsazioni mentre guardavo 47 Metri.
Trama
Le sorelle Kate e Lisa sono in vacanza in Messico dopo che la seconda ha rotto con il suo fidanzato. Depressa per la fine della storia e da sempre in soggezione dell’avventurosa sorella minore, Lisa si lascia convincere ad un’immersione per vedere da vicino gli squali.
Le ragazze verranno calate nell’oceano all’interno di una robusta gabbia e munite di bombole d’ossigeno per ammirare gli animali in tutta sicurezza. Qualcosa, però, andrà drammaticamente storto…
Recensione
Prima di guardarlo ammetto che non mi aspettavo molto da 47 metri: mi sembrava un film senza troppe pretese e invece ho dovuto ricredermi. La pellicola non cerca strade complicate o di elevarsi a masterpiece della cinematografia ma punta invece al cuore dello spettatore, centrando l’obiettivo.
Dopo un rapido avvio per presentarci le protagoniste, entriamo subito nel vivo dell’azione: ci immergiamo e sprofondiamo insieme a Kate, Lisa e il loro terrore.
Mentre guardavo, quello che mi è venuto subito in mente è stato: Lo Squalo incontra Gravity, con un pizzico di 127 Ore. Perché gli squali non mancano di certo in 47 Metri ma non sono l’unica minaccia. A farci temere per il destino delle protagoniste è anche la lotta contro il tempo prima di restare senza ossigeno e per la sopravvivenza stessa.
Creare atmosfere claustrofobiche nell’immensità dell’oceano non è certo semplice, ma 47 Metri ci riesce alla perfezione: in questo mi ha ricordato Gravity ed il senso di soffocamento provato durante la visione, nonostante l’ambientazione nello spazio sconfinato.
Si resta senza fiato, guardando 47 Metri e si rimane schiacciati dal costante senso di minaccia dato dalla presenza, silenziosa e letale, dei giganteschi squali in agguato intorno alla gabbia. Complice una fotografia giocata sui toni del blu e del rosso, la tensione non cala mai e ci accompagna durante tutto il procedere della pellicola.
Mentre guardavo, come accennato prima, ho tenuto d’occhio anche il cardiofrequenzimetro. Date le premesse del film e conoscendomi mi aspettavo esplodesse: non è andata così (per fortuna) ma le pulsazioni sono schizzate alle stelle durante le sequenze più adrenaliniche, che ovviamente non vi svelo.
Dopo questa premessa, se siete appassionati del genere non potete lasciarvi scappare la visione di 47 Metri. Ma anche se volete passare una serata… ad alta frequenza, è il film che fa per voi.
Nerdando in breve
47 Metri vi trasporta sul fondo dell’oceano e vi toglierà il respiro: tensione, adrenalina e squali affamati sono gli ingredienti della pellicola.
Nerdandometro: [usr 3.0]
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