Abbiamo già avuto modo di parlare della splendida fiera Cartoomics di Milano, che nell’edizione del 2017 ha dimostrato di essere una manifestazione di tutto rispetto. Tra i molti ospiti che abbiamo avuto occasione di incontrare e intervistare, non mi sono lasciato scappare la possibilità di fare due chiacchiere con Dan Starkey, attore gallese molto attivo nel franchise del Doctor Who nei panni del comandate Strax, un Sontaran che vive nella Londra vittoriana protagonista di alcuni episodi memorabili.
Grazie al Doctor Who Italian Club ho avuto quindi l’occasione di scoprire cosa si cela sotto il testone gigante di Strax.
Maurizio: Ciao Dan e benvenuto su Nerdando.com. Prima di tutto: come sta andando il tuo soggiorno in Italia?
Dan: Davvero ottimo, anche se resto qui solo un paio di giorni.
Maurizio: È la prima volta che vieni in Itala?
Dan: No, no: ci sono stato molte volte.
Maurizio: Sempre per manifestazioni legate al Doctor Who?
Dan: No, ho famiglia in Svizzera nel Canton Ticino, per cui mi capita spesso di essere qui.
Maurizio: Allora, parliamo un po’ del tuo personaggio in Doctor Who.
Dan: Sì, il Comandante Strax, un Sontaran.
Maurizio: Bene, prima domanda: dov’è la potato head?
Dan: (ride) Vuoi la risposta letterale? È fatta di gomma e non riesco a sentire niente quando la indosso.
Maurizio: È un’esperienza così terribile?
Dan: Può essere anche peggio: è come avere un cuscino sulla testa.
Maurizio: Quanto tempo serve ad indossare il make up completo di Strax?
Dan: Ci vogliono circa tre ore. Per cui mi siedo sulla poltrona alle cinque del mattino e poi la tengo per dodici ore; per toglierla occorre un’altra ora: sono giornate molto lunghe.
Maurizio: Tu hai vestito i panni di diversi Sontaran, non solo Strax, e così hai avuto modo di incontrare diversi dottori, ma sappiamo che tutti ne hanno uno che è il suo preferito, quindi: qual è il “tuo” dottore?
Dan: Beh, suppongo di dover dire Matt Smith, che era l’undicesimo, ma ero un grande fan di Doctor Who da bambino e poi ho lavorato negli audio (audiolibro, N.d.R.) dei vecchi dottori durante gli anni ’80, quindi anche Peter Davison e Sylvester McCoy solo a loro volta miei dottori.
Maurizio: Che sensazione è essere un whovian che lavora proprio in questo show?
Dan: È fantastico, è eccitante. Il bambino di 8 anni che è dentro di me è molto eccitato. È un lavoro davvero molto divertente, soprattutto quando sono sullo schermo con il mio costume, nonostante non sia la cosa più comoda da indossare, ma è davvero divertente: sparare alle persone e fare da solo i miei stunt, ed essere in Doctor Who è come, beh, volare nel Tardis, è pazzesco!
Maurizio: Una cosa che caratterizza Doctor Who è il tipo di sentimenti con cui vengono risolti i conflitti. Ogni volta che c’è una possibile soluzione violenta, il Dottore riesce a trovarne una pacifica. Abbiamo situazioni di tolleranza e accettazione del diverso: tutti sono uguali a prescindere dal Pianeta da cui provengono, dal loro sesso, dalla religione. Abbiamo matrimoni gay, come ne caso di Madame Vastra e Jenny, personaggi che dividono con te la scena.
Dan: Jenny e Vastra sono sposate, sì, sono di specie diverse e figurati, hanno lo stesso sesso!
Maurizio: Come mai secondo te c’è questa enorme disparità tra ciò che vediamo nello show e la vita reale, in cui siamo invece tanto spaventati dal diverso?
Dan: Oh bene, io penso che qualcosa come Doctor Who, la sua fantascienza, può prendere idee dai problemi del mondo reale e poi li può drammatizzare all’interno dello show, facendoli sembrare veri ma in modo fantascientifico. Ad esempio i Sontaran sono tutti cloni, si assomigliano tutti, così solo sono molto confusi da tutto ciò che è fuori dalla (loro) norma: incontriamo persone come queste nel mondo reale, persone per cui anche la minima differenza non è tollerabile, e questo ci fa molto ridere, però ci spaventa anche perché tutto quello che conoscono è la guerra, il militarismo; non hanno nemmeno un’idea di genere, non hanno idea di cosa sia una donna perché non ne esistono tra loro.
Così abbiamo visto queste idee recitate in modo così assurdo, e penso che questo possa aprire la mente degli spettatori che restano così stupiti e divertiti; ma penso che sia una cosa che Doctor Who ha sempre fatto: prende i problemi del mondo reale e li drammatizza in modo fantastico; così i Dalek degli anni ’60 nascevano dalla paura di una guerra nucleare e da ciò che ne sarebbe seguito, così anche il loro design old-fashion li faceva assomigliare al guscio di una bomba atomica. Oppure i Cyberman, che rappresentano la paura della tecnologia che supera l’umanità, e questo genere di cose; così penso sia sempre stato; ma credo che nel nostro mondo di oggi cose come il matrimonio omosessuale, la diversità, la fluidità di genere, non sono il punto principale di Vastra e Jenny, ma sono ovviamente il SOLO punto dei personaggi Vastra e Jenny; il fatto che possiamo parlarne e che sia un argomento mainstream in uno show grande come Doctor Who è molto positivo.
Maurizio: Secondo te, quindi, uno show come Doctor Who può essere d’aiuto alle persone?
Dan: Penso che aiuti a normalizzare le cose: ci sono personaggi che sono eroi da ammirare, anche se le persone sanno perfettamente che sono aliene ma le vede ricche di una grande umanità.
Maurizio: Allora, una domanda sulla situazione politica attuale della Gran Bretagna. Cosa pensi di quel che sta succedendo in questo momento nei rapporti tra il Regno Unito e l’Unione Europea?
Dan: Beh, non posso dire di essere contento. Non ho votato per questo, e penso che tutto sia enormemente confuso. Penso che questo momento sia, oh Dio, se ci penso troppo mi deprimo; penso che l’intero mondo sia in uno stato di enorme mutazione continua e in continuo cambiamento di stato… e penso che le certezze degli ultimi 50 anni si stiano disfacendo, così le strade davanti a noi sono sia molto esaltanti che molto spaventose, dipende dal punto di vista.
Un sacco di persone hanno votato per avere un qualche cambiamento, senza sapere necessariamente che tipo di cambiamento sarebbe stato. Quando un voto nasce dalla paura si cerca di tornare ad un mondo di certezze che non esiste più; penso che molte delle volte la retorica che circonda tante di queste cose dia ascolto ad un passato immaginario, più felice e più stabile, che non necessariamente potrà tornare… Senza entrare in una disquisizione più lunga su tutti i miei pensieri in merito (perché, come puoi vedere, i miei pensieri sono molto infelici), credo che uno stato di Caos sia dietro l’angolo.
Sono felicemente pessimista!
Maurizio: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dan: Un sacco di cose! Sono un attore per cui non si sa mai quale progetto ti aspetta dietro l’angolo. Al momento sono impegnato in un paio di lavori a teatro, per cui potrebbe cambiare ciò che farò nel resto del mese. Inoltre lavoro molto con la Big Finish Audio che realizza le avventure audio del Dottor Who; non ricordo di preciso perché le registriamo in sequenza, ma ce n’è una in cui ho recitato nell’Uomo Invisibile di H.G. Welles, insieme a John Hurt, una delle ultime cose che ha registrato prima di morire: l’ha registrata l’anno scorso ed è stata pubblicata un paio di settimane fa. E allo stesso modo penso ci saranno molte altre cose su Doctor Who che usciranno a breve, solo un paio di mesi fa ho fatto un sacco di cose per Big Finish, e beh: se tu chiedi ad un libero professionista cosa farà la settimana prossima senza guardare l’agenda, è difficile che si ricordi qualcosa.
Maurizio: Pensi che prima o poi vedremo uno spin-off del Doctor Who dedicato a Strax, Madame Vastra e Jenny?
Dan: Sarebbe bello, ma sarei sorpreso di vederlo realizzato. Solo per la quantità di soldi necessari e le risorse che dovrebbero dedicargli. Ma la verità è che non si può mai dire. Oltretutto abbiamo, come sai, un nuovo showrunner in arrivo e con Chris Chibnail che prenderà le redini di Doctor Who, non ho la minima idea della direzione che prenderà la serie. Sarei molto sorpreso se riportasse sullo schermo Vastra, Jenny e Strax, soprattutto perché sono personaggi di Steven Moffat; potremmo avere nuovamente i Sontaran (in quel caso mi vedrai di nuovo su schermo) o i Siluriani, ma magari con incarnazioni differenti.
Maurizio: Personalmente penso sia un setting molto interessante: abbiamo la Londra vittoriana, tecnologia aliena, in pratica una sorta di Steampunk
Dan: Oh sì, è quasi una messa in scena teatrale. Penso che Steven (Steven Moffat, N.d.R.) fosse cosciente di quanto le persone amino quei personaggi, e così è stato davvero entusiasta nel fare quei tre episodi, sono venuti bene e ne è stato molto contento; non credo che riuscirebbe a scrivere una serie di 10-12 episodi di cui non è completamente felice.
Penso anche semplicemente in termini di risorse, una serie ha bisogno di tante protesi ed effetti speciali, e ambientarlo nell’epoca vittoriana è un grosso impegno per tutti; Doctor Who vede la BBC lavorare a pieni giri per tentare di far funzionare tutto; difficile avere un’altra serie della stessa dimensione, come è stata Torchwood, che è stato un grande spin-off, ma ambientato ai giorni nostri, a Cardiff, ed è andato bene! Abbiamo mostri e alieni, ma l’intero cast era umano; fare invece qualcosa che richiede un passo in più sarebbe davvero una grossa richiesta, ma chi può dirlo? Magari prima o poi torneremo anche noi, non si sa mai.
Maurizio: Hai visitato la Doctor Who Experience a Cardiff?
Dan: Oh sì, è proprio vicino agli studi.
Maurizio: Merita la visita? Dicono che chiuderà a breve.
Dan: Sì, devi andarci prima dell’estate perché sta per chiudere. Un sacco di persone sono tristi per questo, porta molta gente e tanto turismo a Cardiff. Prima, ho vissuto lì negli anni ’80 quando ero bambino, non era certo il posto in cui andavi in vacanza; ha un sacco di posti bellissimi vicino ma non è una classica meta turistica. Cardiff è un bellissimo posto da visitare. Penso che la Doctor Who Experience abbia portato un mondo tutto nuovo a Cardiff che non esisteva prima.
Maurizio: ultima domanda: chi sarà il prossimo Doctor Who?
Dan: (ride) non lo so! Sono molto eccitato dallo scoprire chi sarà, ma finché si tratta di un grande attore, non ho preferenze. Attore, o attrice, vedremo.
Maurizio: Grazie mille per il tuo tempo!
Dan: Grazie a te!