Indie

Beat Cop – La redenzione fatta videogioco

beat cop

Recensione

Beat Cop è uno di quei videogiochi che non possono non far breccia nel cuore di chi, come me, è nato negli anni ’80. Vuoi per la sua grafica pixellosa che richiama un’epoca ormai andata ma sempre e comunque di indubbio fascino, vuoi per una storia che alterna momenti drammatici a fasi di assoluto humor in perfetto stile CHiPs, Beat Cop riesce infatti a omaggiare l’epoca a cui si ispira assicurando al tempo stesso un’esperienza fresca e coinvolgente anche agli occhi delle nuove generazioni. Cosa si può volete di più? L’Italiano, ad esempio, ma di questo ne parleremo a breve…

Trama

Un detective decaduto, accusato di un crimine mai commesso, costretto a ripartire dal gradino più basso del dipartimento più basso del dipartimento di polizia: la strada. La premessa narrativa alla base di Beat Cop è semplice, immediata… ma non si può certo dire per tutto quello che accade dopo. Sì, perché tra una chiacchierata e l’altra con i colleghi, i commercianti di zona e le figure di spicco della comunità – tra cui quelle che rappresentano due fazioni che camminano sul filo sottile che divide la legalità dall’illegalità – il nostro prode Jack Kelly avrà un solo, semplice obiettivo: dimostrare la propria innocenza e riguadagnare il suo onore.

Gameplay

Non aspettatevi tuttavia un’esperienza piatta e lineare perché nel mondo di Beat Cop nulla sarà semplice né tantomeno scontato; la possibilità di portare avanti la propria routine quotidiana in assoluta libertà, e i finali multipli che derivano da tale libertà, garantiscono infatti un grado di coinvolgimento – e di riflesso una rigiocabilità – davvero notevole, aprendo le porte a un’esperienza appassionante e soprattutto intensa, il cui unico limite è, per l’appunto, la mancanza della localizzazione in Italiano.

Localizzazione

Parliamo infatti di un prodotto in cui la narrazione e soprattutto i dialoghi che scandiscono ogni giornata di lavoro rappresentano un’assoluta colonna portante dell’esperienza, motivo per cui la conoscenza dell’Inglese (o delle altre lingue supportate) è da considerarsi un requisito imprescindibile per godersi in pieno questo pregevolissimo indie. Sì perché di veri difetti, a parte questo che riguarda tuttavia solo una ristretta cerca di consumatori, è davvero difficile trovarne.

In conclusione

Certo, il particolare stile narrativo potrebbe non piacere a tutti, così come la necessità di rapportarsi costantemente con la comunità per far progredire la storia in maniera davvero produttiva cercando al contempo di svolgere tutte le mansioni che competono a un poliziotto di pattuglia, ma ciò non toglie che il valore ludico di Beat Cop sia evidente, così come il potenziale di una realtà di gioco in cui nulla sembra essere stato trascurato.

Nerdando in breve

Beat Cop è uno di quegli indie che o si amano alla follia o si odiano con altrettanta intensità, ma visto il suo enorme potenziale, è molto probabile che a odiarlo saranno solo coloro che, non conoscendo l’Inglese, non avranno modo di goderselo come si deve.

Trailer

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