Non è mai facile parlare di una cosa intima e personale come la paura. In queste pagine ci siamo trovati più volte a discutere di survival horror, ma il pathos regalato da questi titoli è, fondamentalmente, profondamente individuale. Se escludiamo lo stra-usato stratagemma del jump-scare, incutere paura è difficile quanto far ridere o commuovere, ed è, come dicevo, intimamente personale perché si vanno a toccare corde profonde nell’animo di chi gioca, spesso mettendolo di fronte alle proprie paure, facendo scontrare il giocatore con livelli di ansia crescente che possono dare vita ad emozioni imprevedibili.
Dopo aver fatto faville su PC nel 2014, Claire arriva anche su PS vita, PS4 e Xbox One in una versione altamente fedele all’originale.
Nel gioco impersonifichiamo la Claire del titolo, una ragazza dal passato drammatico che vediamo assistere la madre malata in ospedale. Gli incubi che accompagnano l’avvio della storia, presto vengono sostituiti da orrori ben più grandi e ben più reali: l’ospedale in cui si trova imprigionata muta aspetto, e oscure e demoniache presenze iniziano ad apparire ovunque, mettendo a repentaglio sia la vita che la sanità mentale della protagonista.
Dal punto di vista del gameplay, ci troviamo di fronte ad un’avventura slide-scrolling 2D con elementi survival e puzzle. Durante la nostra esplorazione (e grazie alla mappa senza la quale sarebbe problematico muoversi), Claire deve raggiungere diversi obiettivi in un’evoluzione lineare della trama; ogni obiettivo raggiunto porterà a quello successivo e così via. Per raggiungere gli obiettivi, però, dovremo spremerci ben bene le meningi: ci sono molti puzzle da risolvere e pochi indizi per farlo, nascosti un po’ ovunque e senza alcuna indicazione facilitata del tipo “ehi questo è un indizio, tienilo a mente”. Per farvi un esempio, nelle prime due ore ho apprezzato molto il fatto che tutti gli orologi indicassero le 3:30, considerandolo un elemento di contorno utile a creare l’atmosfera. Poi ho scoperto che tutti gli orologi non erano lì solo per bellezza.
A proposito dell’atmosfera, il lavoro dei ragazzi di Hailstorm Games è davvero encomiabile: la sensazione di claustrofobia, di urgenza, di pericolo imminente fa tenere il fiato sospeso durante ogni sessione di gioco, da quando si prende in mano il controller fino a quando lo si posa, e forse anche di più perché difficilmente ci si riesce a liberare da quella appiccicosa sensazione di morte e dannazione che si insinua nel giocatore durante l’esplorazione.
Lo stile pixeloso retrò, poi, dà un tocco vintage da vecchio videogame che ben si sposa con un gameplay anni ’90, il tutto accompagnato da un comparto sonoro ben equilibrato che chiude il cerchio alla perfezione.
Claire non è un gioco facile. A discapito della sua linearità, mi sono trovato a cercare in lungo e in largo, tornando spesso sui miei passi a causa di mostri che chiudevano il passaggio o porte bloccate. La ricerca scrupolosa di oggetti, poi, è fondamentale per ripristinare la salute (fisica e mentale) di Claire o per trovare vie di accesso alternative.
Probabilmente la piattaforma migliore per immergersi in questo titolo è PS Vita, ma anche sulla mia Xbox One me la sono goduto appieno.
Claire: Extended Cut è disponibile su PS Vita, PS4 e Xbox One.
Nerdando in breve
Claire è un survival horror 2D a scorrimento orizzontale, molto impegnativo e dall’immersività al limite del disturbante.
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