Recensione
La prima volta che ho letto di Zootropolis, il 55° Classico Disney, ho subito pensato: ma non l’avevano già fatto?
È praticamente da sempre che la Disney fa prodotti con società abitate solo da animali. E già due Classici Disney erano ricorsi a quest’espediente (il “minore” Robin Hood e l’orrendo Chicken Little). Questo senza nemmeno considerare tutte le alternative fatte al di fuori del mondo Disney, dai “sovversivi” Fritz il Gatto e Omaha the Cat Dancer ai disneyani Blacksad e Jungle Town (questi ultimi peraltro sono stati fatti da disegnatori vicini alla Disney come Juanjo Guarnido e Giorgio Cavazzano). Per non parlare di tutte le cose strane che girano intorno al genere furry (provate voi a fare qualche ricerca e poi mi dite…).
Quindi insomma, il concetto base è stra-abusato, primariamente dalla stessa Disney. Eppure fin dal primo teaser il film aveva il mio interesse. Conta poco che io sia a tutti gli effetti un Disney-zombie (ho praticamente tutti i Classici Disney in videocassetta e in DVD, ho visto tutti i cortometraggi storici e le serie tv più recenti, per tacere dei fumetti). Per quanto abusata, l’idea del mondo abitato solo dagli animali offre comunque parecchi spunti d’interesse e di comicità. E fin dal primo trailer si vedeva il tocco giusto, le battute giuste e le spiegazioni giuste. Tutto quello che serve per far riaccendere la “magia”, cioè quella qualità dei Grandi Film Disney™ che è difficile da spiegare a chi non è un drogato di Disney.
Dunque, quando hai un concetto abusato e sei la Disney, quindi la storia deve progredire entro certi binari, come ti muovi? Innanzitutto crei un’ambientazione fantastica.
La città di Zootropolis è decisamente co-protagonista del film, tanto viene sviscerata e analizzata. Vediamo i vari quartieri, le loro differenze e vediamo come può effettivamente essere la vita in una città di animali antropomorfi, con tanto di quartieri a misura di roditori e aree ghiacciate. Alla fine del film mi dispiaceva che non erano state sviscerate per bene tutte le aree della città, ma solo alcuni aspetti.
In questa città fantastica e indimenticabile, si muovono i due protagonisti principali del film. Judy Hopps è un coniglio che viene dalla campagna, che ha sempre sognato di essere un poliziotto e riesce a diventare il primo coniglio poliziotto di Zootropolis (dove tutti i poliziotti sono animali grandi e grossi tipo bisonti, elefanti e rinoceronti). Judy crede che tutti possano divenire quello che vogliono, non importa a che specie appartengono. Il contrario dell’idealismo di Judy è rappresentato dal cinismo di Nick Wild, volpe astuta e sempre pronta ai sotterfugi per sopravvivere, che durante il primo giorno di lavoro di Judy le ricorda che ognuno a Zootropolis bada solo a sé stesso e si comporta secondo natura.
Questa strana coppia si troverà forzatamente insieme per indagare su dei rapimenti e avrà solo 48 ore per trovare i responsabili (se suona familiare è perché è il canovaccio base di 48 Ore con Eddie Murphy e Nick Nolte. Se non lo avete mai visto non vi voglio più bene). La soluzione del mistero avrà grosse implicazioni su tutta Zootropolis.
Nel corso dell’indagine scopriremo molte cose in più sui due protagonisti, ma soprattutto c’è spazio per parecchi altri personaggi e per numerose spassosissime gag che vanno da quelle più citazioniste (Il Padrino, altri film Disney, Shakira…), alla scena dei bradipi, ormai già cult perché compare nel trailer.
Se avete visto e vi è piaciuto Ralph Spaccatutto, aspettatevi battute simili, visto che il regista è lo stesso (Rich Moore, qui in coppia con Byron Howard e Jared Bush). La differenza maggiore è che qui le citazioni non rappresentano il 90% delle battute, cosa che rese Ralph Spaccatutto meno immediato per chi non è un appassionato di videogiochi, ma sono solo delle gocce nel mare di trovate del film. Se conoscete Il Padrino riderete molto in una scena, se non lo conoscete riderete lo stesso perché è comunque una scena molto divertente.
Ovviamente non vi dirò come finisce, né il colpo di scena finale, un po’ perché non sono in grado di riassumere un film per bene senza essere noioso, un po’ perché non è tanto il mistero la questione importante, ma soprattutto perché se vi dico come finisce che gusto c’è?
In conclusione
Come molti Grandi Film Disney™ e come nelle fiabe, c’è una morale. Come nelle fiabe migliori, il messaggio del film è allo stesso tempo universale e molto attuale, sopratutto in America dove ci sono sempre più problemi relativi alle differenze razziali. Il film parla di conigli e volpi ma parla soprattutto dei pregiudizi che abbiamo nei confronti delle persone diverse da noi e di come si possono superare questi preconcetti. Insomma, una bella morale per un film che verrà guardato da tanti bambini, ma che essendo parte dei Grandi Film Disney™ è un film decisamente per tutti. Come tutti i Grandi Film Disney™, Zootropolis è un film per tutti e che parla a tutti e che ci ricorda ancora una volta che nonostante tutto, è sempre la Disney la più grande casa di produzione di film d’animazione.
Trailer
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