Giochi da tavolo

Zena 1814 – Gli otto mesi di Genova

La scatola di Zena 1814

La scatola di Zena 1814

Chi apprezza la buona musica italiana, non può non conoscere Fabrizio De André, cantautore genovese scomparso pochi anni fa. Uno dei suoi album più iconici che ha lasciato un solco nella musica a livello mondiale è “Crêuza de mä”, interamente cantato in lingua ligure o meglio in genovese. Quale migliore colonna sonora per giocare quindi al genovesissimo Zena 1814? Creato da Alberto Barbieri e Luigi Cornaglia, il titolo è frutto della collaborazione tra numerosi validi elementi: se da un lato abbiamo i due giovani ideatori che hanno creato una nuova casa editrice, la Demoelâ (che in ligure significa gioco, divertimento), dall’altro abbiamo la Post Scriptum che ha svolto un ottimo lavoro di consulenza editoriale per lo sviluppo e la finalizzazione di questo bel titolo. Infine la distribuzione è stata affidata ad HC Distribuzione, che ha presentato Zena 1814 durante il Lucca Comics and Games 2015, ottenendo un buon successo per questo gioco di worker placement che ha delle meccaniche molto interessanti. Percorriamo quindi la crêuza de mä (via del mare) che ci farà sbarcare in quel di Zena.

Siamo a Genova nel 1814 e la città si prepara a vivere gli otto mesi più importanti della sua storia: con l’avvento degli inglesi, la città ha riconquistato l’autonomia dopo la cacciata dell’impero francese, e adesso deve cercare di risollevarsi per riportare la sua gloria ai fasti di un tempo. Protagoniste sono le maggiori famiglie genovesi, che se da un lato dovrebbero collaborare per potenziare l’amata Zena, dall’altro non possono non cercare di primeggiare e di far valere i loro personalissimi interessi. Ed è proprio su questo che si basa la meccanica di gioco, che prevede – perdonatemi la semplificazione quasi estrema – di giocare delle carte Azione che permettono di ottenere dei vantaggi, che siano soldi, carte aggiuntive o preziosissimi punti prestigio che sono la chiave per la vittoria finale; una volta scesa la carta e pagato il costo – e posizionato un cubetto del proprio colore! – gli altri giocatori potranno decidere se, nel caso in cui la carta lo preveda, influenzare quella carta. Cos’è l’influenza? Una malanno di stagione fastidioso. Grande simpatia del sottoscritto a parte, l’influenza è la possibilità di, a fronte di un pagamento di un costo e apposizione di relativo cubetto (ogni giocatore ne ha 10, limite imprescindibile), poter beneficiare a fine turno degli effetti di quella carta. Unico “malus” per chi influenza è il fatto che si andrà a regalare un bonus (anche qui, soldi o carte o punti prestigio) a chi ha giocato per primo la carta. Ed è qui che secondo me Zena 1814 regala tantissimo ai giocatori: ad ogni giocata di carta è fondamentale, e tremendamente divertente, cercare di capire se il regalo che si fa all’avversario sarà ben bilanciato dal bonus collettivo, oppure se non ne vale la pena, perché magari quel punto prestigio o quella carta o quel soldo che faremo guadagnare potrebbe avere effetti devastanti. E ricordiamo sempre l’eventuale incrinarsi di rapporti e relazioni.

Dato che gli amici di Post Scriptum e Demoelâ hanno pensato anche a chi si vuole avvicinare per la prima volta ad un boardgame del genere, c’è la possibilità di giocare sia con la versione più “base” (che comprende la meccanica sopra descritta e il posizionamento su tabellone, ma ne parliamo fra poco) sia con la versione “full” di Zena 1814, che contempla anche le carte Obiettivo (utilissime, tra l’altro, per conquistare punti prestigio extra a fine partita) e due altre zone della città, tra le quali spicca il Forte dove si “combatte” a suon di Sfide, abilità che ci permetterà di tentare la sorte per conquistare il bonus, assieme all’aiuto degli altri giocatori che influenzando ci daranno un +1 al lancio dado e godranno del bonus assieme a noi nel caso in cui l’alea sia dalla nostra parte. Oltre a queste meccaniche extra, per le partite a 2-3 giocatori esperti è data la possibilità di piazzare due cubi dello stesso colore sulle carte, così da aumentare i bonus che si possono ottenere e arginare l’influenza degli altri.

Completa Zena 1814 il tabellone che, come detto su, presenta una faccia da usare per il gioco base (dove due zone della città non sono evidenziate) e l’altra per la versione full. Come usiamo il tabellone se finora abbiam parlato di carte? Al di là del computo dei punti prestigio, il tabellone è dove i nostri quattro meeples (Capofamiglia, Dama e due Rampolli) si sposteranno tra le varie zone colorate per cercare di conquistarle. La conquista di una zona, ottenuta tramite il piazzamento delle pedine e il conteggio dei relativi punti, ci darà a fine turno i bonus segnati sulla stessa. Diventa importante, quindi, scegliere bene che zona andare a conquistare a seconda di ciò di cui abbiamo bisogno – per soldi extra andremo in banca, mentre presso il palazzo del Doge potremo barattare soldi per punti prestigio, ad esempio. Agganciandomi al discorso tabellone, colgo l’occasione per lodare l’eccellente lavoro grafico e sui materiali, con la presenza di disegni originali dell’epoca a colorare le nostre partite, e l’impiego della lingua ligure per i nomi delle carte, che costituisce un fantastico contorno per l’ambientazione di questo gioco, che svolge un ruolo chiave nell’ambito della differenziazione, pressoché unica, di Zena 1814. Date un’occhiata all’unboxing e all’album su Facebook per capire meglio di cosa stiamo parlando.

Ci si diverte tanto con Zena 1814, e le partite, non appena apprese le meccaniche, scorrono rapidamente senza tempi morti né “sequestri di persona”. Vi invito a leggere con attenzione il regolamento per comprendere appieno le meccaniche, specie nel caso in cui non foste giocatori già avvezzi a questo tipo di giochi, ma è proprio questo uno dei punti di forza di Zena: può soddisfare sia le richieste di chi vuole avvicinarsi al mondo dei “tedeschi” con un titolo che non definirei entry level ma qualcosa di più, e soddisfa anche i più scafati che si sfideranno a suon di strategie di influenze e piazzamento meeples. Un ottimo lavoro su un altrettanto ottimo boardgame che vi lascerà soddisfatti e che si farà giocare piacevolmente anche in due-tre giocatori, con (ma anche senza) l’impiego delle regole extra. Tutti promossi!

Menzione d’onore: anche questa volta, Morgana batte Giando e jedi.lord senza troppa difficoltà. Belìn.

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