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Warcraft – L’inizio: David Guetta si fa fantasy

Ci tengo subito a precisarlo: non sono un fan di Warcraft, la saga fantasy creata da Blizzard.
Questa mi sembra una premessa necessaria, in quanto il mio non intende essere un giudizio sulla trasposizione delle atmosfere del noto videogioco, bensì una semplice opinione su un film che, in quanto esponente di un genere molto popolare e apprezzato, ha unito una grande campagna pubblicitaria ad un discreto hype da parte di molti.

La scelta del titolo “Warcraft – L’inizio” fa subito capire che, nella mente dei creatori, questo dovrebbe presentarsi come il primo capitolo di una fortunosa saga e, di conseguenza, dovrebbe anche porre le basi per una narrazione prolungata nel tempo e permettere una buona comprensione delle vicende che legano Uomini, Orchi e tante altre razze.

Il film ci illustra l’inizio delle ostilità tra gli Orchi e gli abitanti di Azeroth.
Draenor (il mondo da cui provengono gli Orchi, appunto) è ormai morente e tutti i clan si coalizzano sotto la figura del potente stregone Guld’an per giungere, tramite un magico portale, in un nuovo mondo che possa permettere loro di prosperare. Anche Durotan, forte Capoclan dei Lupi bianchi, pur restio, è costretto a pensare al bene del proprio Clan e a quello della propria famiglia ed entra nel gruppo scelto per andare in avanscoperta.
Le scorrerie dei nuovi arrivati non tardano a destare l’attenzione di Lothar, comandante militare di Roccavento, che, grazie all’aiuto di un giovane mago di nome Khadgar, scopre l’esistenza di una potente magia nera, il Vil, in grado di contaminare e distruggere ogni cosa.
I nostri eroi, per fronteggiare la minaccia, vengono incaricati da Re Lane di richiamare in soccorso il potente Guardiano, Medivh (che si scopre essere niente meno che David Guetta sotto false sembianze, mentre cerca una magia per una buona hit musicale).
Durotan, Lothar e compagnia saranno, quindi, i protagonisti di tutte le vicende che porteranno all’intensificarsi del conflitto tra le varie razze e, attraverso le proprie vicende, trasporteranno lo spettatore nel mondo di Azeroth.

Il tentativo di creare un’immane epopea del genere mi sembra che sia fallito miseramente.

A cominciare dalla trama, decisamente poco ispirata e assai banale e scontata, con molti buchi e con cose di cui semplicemente si fatica a capire il senso, la sensazione generale è di un’opera fatta male.
I colpi di scena sono talmente prevedibili da lasciare basiti e la poca originalità non fa altro che unirsi ad una narrazione scialba e poco coinvolgente.
L’aspetto puramente tecnico della realizzazione dei personaggi, la cura generale delle ambientazioni e gli effetti speciali mostrano un effetto (spero voluto per richiamare il design dei videogiochi) di finzione che sfiora il ridicolo, nemmeno ci trovassimo in una puntata dei Power Rangers.
La differenza tra gli umani e le altre razze è fin troppo evidente, a livelli di realismo, e quando ci sono interazioni tra gli attori e l’ambiente circostante, il tutto risulta troppo artificiale, con una grande influenza negativa sulla possibilità di immedesimazione.
Usciti dalla sala viene spontaneo chiedersi: abbiamo davvero bisogno di un seguito?

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