“Chi gioca a Capodanno, gioca tutto l’anno”, dice il detto. Quale modo migliore, allora, per inaugurare il 2015 se non sfidarsi a colpi di ferrovie? Il mio primo incontro con Ticket to Ride era avvenuto durante il 2014 (non a caso, infatti, è stato la mia scelta nella categoria boardgames nei recenti Nerdando Awards). La versione europea non si differenzia di moltissimo rispetto a quella classica ma, dopo averlo provato, posso affermare che può risultare ancora più appassionante, soprattutto se si gioca in due. Le regole di base, appunto, sono le stesse che conoscerete già se avete mai provato una versione di Ticket to Ride. Scopo del gioco è, come facilmente intuibile, costruire le proprie linee ferroviarie per conquistare più punti e battere l’avversario (o i propri avversari: si può giocare, in questa versione, fino ad un massimo di cinque persone). I punteggi variano a seconda del percorso (più una tratta è lunga e più punti varrà) e in base alle carte obiettivo che abbiamo in mano, pescate a caso all’inizio del gioco. Prima di cominciare la partita, possiamo scegliere se tenere tutte le carte obiettivo pescate o se scartarne qualcuna, magari perchè il percorso proposto ci sembra troppo difficile da realizzare. Si tratta, ovviamente, di una scelta strategica: i percorsi più lunghi e complessi valgono, naturalmente, molti più punti ma, in caso di mancata riuscita del progetto, il valore dell’intero percorso verrà sottratto dal nostro punteggio. Esistono poi alcune differenze rispetto alla versione standard del gioco. Nella versione “Europa”, infatti, possediamo, oltre ai vagoni, anche alcune stazioni che potremo utilizzare per “rubare” una tratta già utilizzata da un avversario. Particolari anche le tratte che comprendono gallerie, la cui realizzazione risulta, di fatto, un azzardo: quando impieghiamo delle carte personali nella loro costruzione, dobbiamo pescarne altre tre dal mazzo coperto. Se tra le tre ce ne sono una o più del colore che stiamo utilizzando, dovremo impiegare altre nostre carte personali, sempre dello stesso colore, in numero uguale a quelle estratte dal mazzo (esempio: stiamo costruendo una tratta rossa usando, quindi, carte rosse. Se pescando le tre carte dal mazzo ne escono due rosse dovremo necessariamente giocarne altre due di quel colore per poter realizzare la costruzione della galleria). Meno complicata, ma comunque differente rispetto alla versione standard, anche la costruzione di tratte navali: per realizzare un traghetto saremo costretti ad utilizzare obbligatoriamente delle carte locomotiva (jolly), nel numero indicato direttamente sul tabellone. Come avrete potuto notare, le regole sono poche, semplici e piuttosto intuitive ed anche il libretto di istruzioni, infatti, è molto breve: iniziare a giocare richiederà, quindi, molto poco tempo di preparazione e vi permetterà di immergervi subito nell’azione. Questo è, a mio parere, uno dei punti di forza principali di Ticket to Ride, l’immediatezza e la semplicità di gioco lo rendono adatto a tutti e ne fanno un’ottima opzione per passare una serata in allegria, senza perdersi in interminabili spiegazioni.
Anche a livello fisico e visivo il gioco mi è piaciuto molto e la componentistica è decisamente curata. Il tabellone, realizzato in cartone spesso, ricorda una cartina geografica del secolo scorso, con in più le linee ferroviarie ben evidenziate (e differenziate in maniera evidente in base al tipo di carte che ci occorreranno per costruirci sopra) e presenta, lungo tutto il perimentro esterno, le caselle segnapunti lungo le quali, durante tutta la partita, muoveremo il nostro segnalino. Proprio le pedine giocatore mi hanno colpita particolarmente: realizzate in legno, dal design estremamente minimale (semplici cilindri colorati) mi hanno ricordato i giochi di una volta. Senza fronzoli eccessivi ed elementi di distrazione, sono realizzate esattamente per svolgere il loro ruolo, e cioè segnare i punti dei giocatori durante la partita e dare un’impressione visiva del distacco tra l’uno e l’altro. Anche la realizzazione dei trenini e delle stazioni è improntata allo stesso principio di semplicità ed essenzialità: si tratta, infatti, di semplici vagoni rettangolari, realizzati con minimi dettagli e colorati nei cinque colori giocatore. Questi ultimi, però, sono tutti in plastica, perdendo così un po’ del fascino che contraddistingueva le pedine. Le carte, infine, sono estremamente dettagliate e richiamano il design della plancia sia nel tratto che nei colori, che ricordano le atmosfere di fine Ottocento.
Giocando in due, la lunghezza delle partite non si è rivelata mai eccessiva e ci ha permesso di arrivare alla fatidica mezzanotte quasi senza rendercene conto. In conclusione, consiglio il gioco a tutti, in particolare a chi non è un appassionato di gioco da tavolo e cerca una soluzione divertente e poco impegnativa.
Vi lascio con l’unboxing di Ticket to Ride Europa realizzato da Giando.