Chi segue assiduamente la nostra rubrica sul retrogaming avrà sicuramente notato che, ogni volta che appare il mio nome, l’articolo è sempre dedicato a qualche perla che ha vissuto i suoi momenti di gloria sul mitico e compianto Amiga (prima 500 e poi 1200), storico computer della Commodore che ospitava giochi mirabolanti, colori incredibili e musiche stratosferiche quando su PC giravano al massimo dei BIP BIP ospedalieri.
Col senno di poi, e vista l’ondata senza fine del fenomeno retrogaming, passo le mie giornate a mangiarmi le mani per aver venduto il mio Amiga tanti anni fa. La parte bambina di me non ha mai smesso di sognare il suo glorioso ritorno: The Secret of Monkey Island, Player Manager, Eye of the Beholder 2 e molti altri hanno tenuto compagnia, per lunghissimi pomeriggi, a questo piccolo nerd imberbe e alla soglia dei 40 anni.
Non sorprenderà, dopo questo preambolo, che nel momento esatto in cui ho scoperto dell’esistenza del progetto Armiga, il mio vecchio cuore romantico abbia perso un battito.
Di cosa sto parlando? The Armiga Project è un’idea semplicemente eccezionale. Invece che ricorrere ad un emulatore di Amiga per PC, suddetto emulatore è stato inserito in un piccolo case realizzato con una stampante 3D con porte di rete, usb, uscita HDMI e alloggiamento per i preistorici floppy da 720Kb. In poche parole: tutto ciò che era l’Amiga del tempo, con le comodità della tecnologia di oggi (compresa connettività ad internet per scaricare aggiornamenti). In più elimina i fastidi dell’emulazione: configurazioni, setting, dischi immagine; tutto ritorna all’immediatezza e alla semplicità di un tempo. Tenere in mano l’Armiga da una strana sensazione: nei miei ricordi di bambino l’Amiga era un tastierone immenso e pesante, ora abbiamo una piccola scatola leggerissima con molte più feature di quante non abbia mai avuto. Ma una volta collegato il cavo HDMI e lanciato un gioco a caso, il vortice di ricordi è tale da far dimenticare gli anni trascorsi.
Armiga viene venduto in due modalità, con e senza lettore floppy. Nel secondo caso è sufficiente scaricare un ADF dal web e caricarlo su una banale scheda di memoria micro SD. Il peso dei dischi immagine è irrisorio e con le capacità attuali una scheda SD può contenere letteralmente migliaia di titoli, oltre al sistema operativo (il celebre workbench).
Mi è sembrato incredibile che qualcuno potesse aver avuto questa idea, ancor più che fosse stata realizzata. Per questo non ho perso tempo e sono entrato subito in contatto coi ragazzi della DARMA Projects che si son dimostrati altrettanto entusiasti dell’idea di farmi tornare bambino.
Ecco una breve descrizione di quanto si trova all’interno del pacco: il case, piccolo e incredibilmente leggero, l’alimentatore, un cavo HDMI e adattatore per microSD. La scheda è già inserita all’interno e contiene il sistema operativo e una dozzina di giochi precaricati. I giochi sono tutti testati e funzionanti, mentre non viene garantito il funzionamento di altri dischi immagine scaricabili da internet, ma il supporto è costante e c’è una crescente comunità di appassionati attorno a questo progetto che lascia ben sperare sui test di futuri giochi. Al di là di questo, però, abbiamo la possibilità di verificare a piacere altri ADF scaricabili dalla rete. Aggiungere nuovi giochi è banalissimo e compaiono immediatamente nella schermata di caricamento.
A questo punto non resta che tuffarsi nel passato e tornare a far rivivere sui nostri televisori ultrapiatti le emozioni degli anni ’90: ci sono un sacco di titoli da riportare in auge e non si giocano da soli!