Non è un gioco per vecchi

Non è un gioco per vecchi #9 – Player Manager

Player Manager in tutto il suo splendore

Player Manager in tutto il suo splendore

Se vi dico F.C. Leader vi viene in mente qualcosa? E se nomino Alberto Rossini? No? Nulla?
Correva l’anno 1990. Io avevo tra i 13 e i 14 anni; ero un piccolo bimbetto avviato alla brufolosità che attraversava la pre-adolescenza con in mano la bacchetta magica più potente della nostra generazione: l’Amiga500.

Ricordo di aver pregato i miei genitori per un anno intero, per averlo. E, per dovere di cronaca, non ero un bimbo che chiedeva regali: non l’avevo mai fatto prima, non l’ho fatto dopo ma l’Amiga500… e voglio essere onesto fino in fondo: non era per l’Amiga in sé, ma perché sull’Amiga avevo visto girare il mitico Player Manager.
Se GTA IV è il gioco che mi ha spinto a comprare la Xbox360, agognandola per mesi, Player Manager fu il gioco che mi convinse che non avrei mai desiderato altro computer al di fuori dell’Amiga. E fu così fino alla fine dei suoi giorni.

Per tutti i nerd appassionati di calcio esiste un nome, uno solo, da mettere nell’olimpo dell’intrattenimento videoludico: Dino Dini. Lo sviluppatore inglese, ma di chiare origini italiane, che aveva rivoluzionato il concetto di simulazione calcistica, invadendo il mercato con un capolavoro come KickOff e spazzando via le porcherie immonde che sgomitavano sul mercato senza entrare nel cuore delle persone. KickOff era la simulazione perfetta: fluidità e velocità pazzesche, difficoltà enormi al joystick per il controllo di palla, punizioni a foglia morta, tutte cose MAI viste prima. Ma il genio di Dino Dini non si accontentò e tempo un anno dall’uscita del suo gioiello, spostò l’asticella più in alto, facendo uscire Player Manager.
La simulazione calcistica era invariata, con la differenza che si controllava un solo giocatore (TU!), ma aveva aggiunto una gestione manageriale pazzesca. All’inizio del gioco si poteva generare da zero un intero campionato di calcio a 4 divisioni, con decine di squadre (10 per la serie A e B, 12 per la serie C e D) e centinaia di calciatori virtuali da scambiarsi sul mercato.
La gestione manageriale prevedeva praticamente tutto: dalla compravendita, all’allenamento nei diversi ruoli, comunicati stampa e, sopra ogni altra cosa, un editor avanzato di tattiche di gioco, in cui si poteva indicare, per ogni giocatore, dove collocarsi in base alla posizione della palla sul campo.
Una volta smaltita l’infinità di elementi manageriali, si poteva decidere di affidarsi alla simulazione della partita, oppure di impugnare il joystick e scendere in campo. A quel punto, ecco la geniale idea di Dino Dini: TU, da che mondo e mondo, sei una sola persona, non undici. Sei allenatore e manager, va bene, ma sei anche giocatore? E allora scegli il numero della tua maglietta (da 2 a 11, all’epoca non esistevano numeri strani) e affronta i tuoi avversari, fatti passare la palla e, se sei bravo abbastanza, buttala in porta. Attento ai falli, le squalifiche si pagano restando in tribuna a guardare la squadra giocare, e attento all’età che avanza perché si parte della serie C e si porta la tua F.C. Leader fino alla serie A e in Coppa Italia ma anno dopo anno non si ringiovanisce: diventi più lento, meno preciso e, quando subisci un fallo, è facile rimanere infortunati e magari star fuori cinque o sei turni in attesa di essere di nuovo pronto. Fino al declino fisico totale quando, se sei anche un bravo manager e non sei stato esonerato (il Game Over di questo gioco), dovrai decidere di appendere le scarpe al chiodo e, come il buon Rino Gattuso, optare per la carriera di allenatore.

Tutto qui? Sì, tutto qui. Niente frizzi e lazzi a cui le nuove generazioni sono stati abituate dai franchise di Fifa e PES; tuttavia è stato il primo gioco progressivo potenzialmente “infinito”. Fino a quel momento non si era mai visto nulla del genere.

Il colpo di coda del genio fu quello di migliorare la propria perla facendo uscire KickOff2, in cui comparivano molte altre cose: dall’editor delle maglie, al campionato del mondo. Mancava solo l’editor delle tattiche ma, ops, guarda un po’: potevi inserire il floppy disc di Player Manager e caricare le tattiche che ti eri creato a puntino!

Non esagero dicendo che Player Manager è il gioco su cui ho investito la maggior parte delle ore spese sul mio vecchio e compianto Amiga, un computer con grafica, velocità e fluidità che il PC ha continuato a sognare per un decennio.

Sono solo un vecchio nostalgico? Forse sì, ma se invece, per caso, vi ho fatto venire gola potete sempre andare su questo sito e provare a fare una partita al gioco che ha fondato un genere e rivoluzionato il concetto di simulazione calcistica.

http://www.kickoffworld.net/

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