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Due chiacchiere con: Emanuele Pierangelo (Fever Games)

Uno dei prodotti Fever Games: Boss Monster

Uno dei prodotti Fever Games: Boss Monster

Abbiamo avuto modo di intervistare Emanuele Pierangelo di Fever Games, famosa ai più per la distribuzione in Italia di Boss Monster.

Luigi: Ringrazio Emanuele di Fever Games per l’intervista, è un piacere scambiare qualche battuta con un concittadino che si prodiga così tanto in un campo che noi di Nerdando.com adoriamo come quello dei boardgame.
Emanuele:
Grazie a voi per ospitarci sul vostro portale Nerdando, ci fa davvero molto piacere.

L: Benvenuto sulle nostre pagine e partiamo dal principio. Di cosa si occupa Fever Games?
E:
Fever Games è una casa editrice di giochi da tavolo. I nostri primi due titoli sono state localizzazioni di giochi esteri, ma speriamo di poter presto produrre un gioco tutto nostro, scovando idee interessanti e prototipi in giro. Cosa facciamo? Osserviamo tutto il panorama di giochi, selezioniamo i più interessanti per noi, li testiamo, e quando abbiamo trovato il gioco giusto, ci occupiamo della traduzione dei testi, della produzione, promozione e distribuzione.

L: A cosa è dovuta la scelta di questo nome?
E:
Siamo andati subito alla ricerca di un nome in inglese e di uso comune, che potesse essere pronunciato facilmente da italiani e non, da qui la scelta di Fever. Complice è stato anche l’omonimo successo dei The Black Keys che, casualmente, veniva mandato in radio ogni volta che salivamo in macchina e che, ormai, è un po’ la nostra colonna sonora.

L: La vostra prima pubblicazione è stata Epic Resort ed in seguito vi siete occupati (da poco) di Boss Monster: come avete selezionato i giochi?
E:
Per il primo gioco la difficoltà era entrare in contatto con editori ed autori presentandosi come una nuova realtà con ancora nessun titolo. Epic Resort mi ha colpito subito per la sua ambientazione particolare (eroi fantasy che vanno in vacanza in bellissimi resort) e per la sua grafica. Dopo un primo contatto con l’autore, abbiamo avuto la possibilità di provarlo ed è arrivata la conferma che sotto una bella tematica e una grafica mozzafiato c’era qualcosa in più: le meccaniche di deck evolution e piazzamento lavoratori danno al titolo innovazione e strategia, poi l’arrivo dei mostri a fine turno da quel pizzico di pepe in più ad ogni partita.
La strada per Boss Monster è stata diversa, la grafica 8 bit e l’idea del dungeon bidimensionale sono i punti forti di questo titolo che ci aveva colpito prima che decidessimo di fare questo lavoro. Una sera, mentre lo giocavo a casa con mia moglie e discutevamo del nostro secondo titolo, ci siamo chiesti: “E se fosse proprio lui?”. Certo, proporre un gioco già uscito da due anni poteva essere rischioso, ma alla fine la nostra scelta è stata ripagata. Il gioco è stato accolto molto bene, sia da chi conosceva già l’edizione americana, sia da chi lo vedeva per la prima volta.

L: Per quanto riguarda Boss Monster, avete intenzione di pubblicare anche le espansioni?
E:
La nostra intenzione è certamente questa. Ci siamo dati un po’ di tempo per vedere come sarebbe stato accolto dal mondo ludico e, in questo primo mese, abbiamo avuto risultati estremamente positivi. L’idea è seguire la cronologia di uscite Americane, “Tools of Hero kind” prima e, successivamente, Boss Monster 2.

L: Restando in tema 8 bit e di pixel: qual è il tuo titolo preferito per NES?
E:
Nes, lo aveva un mio amico e ricordo che ero molto preso da Adventure Island e Tartarughe Ninja. Però a casa avevamo il Commodore 64 e poi in seguito l’Amiga che ricordo con particolare enfasi perché mi ha regalato infinite ore di divertimento. I miei preferiti erano i punta e clicca, primo fra tutti Monkey Island. Altro classico erano le infinite sfide a Sensible Soccer.

L: Si parla sempre dell’estero come di una terra promessa, quanto c’è di vero in questa affermazione? È difficile lavorare in un ambiente come quello pescarese?
E:
Non ti nascondo che vivere nel nord Italia sarebbe più semplice per noi, soprattutto per quanto riguarda l’enorme numero di eventi che vengono organizzati dalla Toscana in su. In questi ultimi anni, però, qualcosa si sta muovendo anche dalle nostre parti e la nascita di numerose associazioni ludiche e di nuovi negozi specializzati ne è la prova. Da non dimenticare anche il Pescara Comix, che nel 2016 festeggerà il suo terzo compleanno e al quale, nelle scorse due edizioni, abbiamo dato una mano in qualità di associati “Tana dei Goblin”. La speranza è che, nella nostra terra d’Abruzzo, la cultura ludica si diffonda sempre più e noi della Fever, nel nostro piccolo, speriamo di essere complici di tale diffusione.

L: Avete scelto di dedicarvi ai giochi più di “nicchia” come Boss Monster o siete aperti a qualsiasi genere ludico?
E:
Per i giochi ci guardiamo molto attorno, io personalmente seguo molto le novità annunciate, spaziando da editori più conosciuti a opere indipendenti pubblicate solo come print and play. Ambientazione, la presenza di qualche elemento di novità e soprattutto il divertimento sono gli elementi che ricerchiamo, infatti i titoli che scegliamo sono giochi che appassionano e divertono noi per primi: un mix di caratteristiche che definiscono un gioco “Fever” e su questo io ed Elena (mia moglie) siamo molto in sintonia.
Boss Monster è sicuramente particolare come ambientazione e grafica, ma non credo sia da considerare di nicchia, ha una meccanica molto immediata ed è un gioco che prende gente di tutte le età (siamo rimasti stupiti da quanti bambini, attirati dalla “grafica di Minecraft”, hanno provato e poi acquistato il gioco) e di tutti i tipi.

L: Siamo quasi giunti al termine dell’intervista e, come tradizione, ti lancio un “progetti futuri?”.
E:
Per il 2016 usciremo certamente con l’espansione di Boss Monster, “Tools of Hero kind”, dobbiamo ancora decidere se per Modena o per Lucca. Nel frattempo ci stiamo concentrando sulla ricerca del prossimo titolo Fever. Ad Essen abbiamo avuto l’opportunità di provare molti titoli e prendere contatti con numerosi autori ed editori, ma per il momento non abbiamo nulla di certo. Chiaramente c’è da considerare che i giochi più interessanti sono ambiti anche da altri editori e quindi bisogna muoversi bene e in anticipo. Posso dirti che ci sarebbe piaciuto molto portare in Italia “Les Poilus” della Sweet Games, rapido gioco collaborativo sulla guerra e i traumi che la accompagnano, ma purtroppo le condizioni per la produzione erano, per una casa ancora piccola come la Fever, impossibili. È un gioco (di nicchia) che comunque mi sento di consigliare a tutti. Posso anticiparti che abbiamo collaborato con la French Toast Gaming Co. curando la traduzione di Spell Saga. Si tratta di un gioco in solitario (ancora più di nicchia di Les Poilus 😛 ), del quale sarà disponibile a breve il print and play in italiano. Al momento non è prevista la versione fisica del gioco, perché è difficile raggiungere una buona tiratura per titoli in solitario, soprattutto in Italia, ma abbiamo deciso di tradurlo perché penso sia uno di quei giochi che meriti di essere conosciuto. È stata una scelta da appassionati, senza pensare troppo al discorso del mercato e del ritorno economico. È una sorta di romanzo da tavolo come lo definisce l’autore (Todd Michael Rogers) che vi catapulterà in un mondo fantastico ed emozionante e che vi permetterà di vivere una straordinaria avventura.

L: Ringraziandoti per la disponibilità e per il tempo che ci avete dedicato, ti saluto e ti auguro tanti successi!
E:
Grazie mille a voi e ora speriamo di incontrarci per un caffè a Pescara! 😉

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